Odg per un solo farmaco in ricetta. Palagiano (Idv): “Non lede diritto alla salute”
Dopo le polemiche nate in seguito all’odg che impegna il Governo a discutere sulla prescrivibilità a un solo pezzo per ricetta, oggi arriva la replica di Antonio Palagiano (Idv): “non lede il diritto alla salute dei cittadini, specie di coloro che sono affetti da malattie rare, croniche ed invalidanti che sono esclusi da quanto previsto dal nostro atto di indirizzo”
09 AGO - “L’
Ordine del Giorno accolto l'altro ieri dal Governo non lede in alcun modo il diritto alla salute dei cittadini, specie di coloro che sono affetti da malattie rare, croniche ed invalidanti che sono, evidentemente ed ovviamente, esclusi da quanto previsto dal nostro atto di indirizzo”. Così replica alle polemiche, Antonio Palagiano, Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari e primo firmatario dell’ordine del giorno.
“Esso rappresenta – prosegue Palagiano - una linea che l’esecutivo potrà seguire, anche perfezionandola, in un futuro provvedimento di vera “spending review” e che ha l’unico obiettivo di razionalizzare e ottimizzare la spesa farmaceutica, senza ledere minimamente il diritto alla salute dei cittadini. In particolare la nostra proposta, che prevede l’indicazione di un solo pezzo per ricetta, è volta a limitare l’iper-prescrizione dei farmaci per le patologie acute, scoraggiando i fenomeni di accaparramento da parte dei pazienti, le pressioni anomale da parte dell’industria, le illegalità da parte di operatori sanitari disonesti”.
“Il nostro OdG – continua Palagiano - non si applica ai “soggetti che, in base alle disposizioni vigenti, usufruiscono del diritto alla prescrizione fino a tre pezzi”. Sono quindi esplicitamente esclusi dal provvedimento da noi proposto, tutti i pazienti con patologie croniche, ovvero tutti i cittadini cui è stato riconosciuto il diritto all'esenzione ai sensi del D.M. 1.2.91, del D.M. 28 maggio 1999, n. 329 - Regolamento recante norme di individuazione delle malattie croniche ed invalidanti - e successive integrazioni ed al D.M. 18.5.01 n. 279, limitatamente ai farmaci correlati strettamente alla propria patologia, per i quali è attualmente consentita dalle disposizioni legislative citate la pluri-prescrizione fino a tre pezzi per ricetta. Sono altresì esclusi i pazienti che utilizzano farmaci per la “terapia del dolore”.
“Mi auguro – conclude il presidente della Commissione d’inchiesta - che lo spirito di questa proposta non venga frainteso o male interpretato né dai pazienti, né, soprattutto, dai medici di base, la cui funzione di controllori della spesa non è messa in discussione. Si tratta di una semplice operazione di buon senso, per ridurre la spesa ed evitare i costi derivanti sia dall’accumulo che, soprattutto, dal conseguente smaltimento dei farmaci in eccesso”.
09 agosto 2012
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