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Punti nascita. Regione incontra comitato e ribadisce impegno

La Regione parla di “un clima di ascolto reciproco apprezzato da tutti”. Al comitato “Salviamo le Cicogne” i rappresentanti della Giunta hanno ribadito che la questione dei Punti nascita va affrontata a livello nazionale e che qualunque decisione deve garantire la sicurezza delle mamme e dei nascituri. Confermato l’impegno della Regione sulla sanità nelle aree di montagna.

09 GEN - Sui Punti nascita della montagna la Regione è disponibile ad aprire quanto prima un tavolo di confronto con il Governo, a cui ha già chiesto – e tornerà a chiedere – un incontro con il sottosegretario alla Salute, Luca Coletto. “Ma spetta al Governo decidere se ridiscutere i parametri dell’Accordo Stato-Regioni del 2010”; parametri che hanno portato, in Emilia-Romagna, alla sospensione dell’attività di assistenza al parto a Borgo Val di Taro (Parma), Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia) e Pavullo (Modena). E poiché i Punti nascita di montagna non sono un’esclusiva dell’Emilia-Romagna, “dev’essere avviato un confronto di respiro nazionale”.
 
Questa è la posizione dell’Emilia Romagna che è stata ribadita e approfondita ieri, a Bologna, nell’incontro che il presidente Stefano Bonaccini, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, e l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, hanno avuto con una rappresentanza del comitato “Salviamo le Cicogne” di Castelnovo ne’ Monti.

“Per noi il confronto con i territori è una priorità - hanno affermato il presidente Bonaccini e l’assessore Venturi - e sui Punti nascita siamo pronti a un confronto con il Governo: l’abbiamo già detto e, a questo punto, rinnoviamo la richiesta affinché si apra in tempi rapidi un confronto a livello nazionale, perché i Punti nascita di montagna non sono un’esclusiva dell’Emilia-Romagna. Vanno sottoposti a valutazione gli effetti dell’intesa istituzionale del 2010 che definì i parametri di riferimento, non dimenticando, come obiettivo primario, la sicurezza di mamme e bambini che, per noi, viene prima di tutto”.

L’incontro – che per la Regione “si è svolto in un clima di ascolto reciproco apprezzato e sottolineato da tutti” – è stato anche l’occasione per parlare più in generale del sostegno della Regione per qualificare e rafforzare ancora di più welfare e sanità in montagna. A proposito dell’Appennino reggiano, il sottosegretario Manghi – che sabato 12 gennaio sarà presente all’inaugurazione della nuova sede dei servizi territoriali del distretto montano dell’Ausl a Castelnovo ne’ Monti – ha ribadito l’importanza e la centralità del Sant’Anna all’interno della rete ospedaliera reggiana, richiamando il progetto Sant’Anna plus, dedicato allo sviluppo e al potenziamento delle attività clinico-assistenziali della struttura.

“Il progetto - ha ricordato il sottosegretario - è stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con quattro milioni di euro per assicurare un futuro stabile e di sviluppo a questo ospedale. Parliamo di risorse che, già oggi, hanno consentito di assumere 16 unità di personale tra medici e infermieri, riqualificare l’area dedicata al Pronto Soccorso e implementare i servizi. Un segno concreto del nostro impegno per garantire a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna, indipendentemente da dove risiedano, una sanità di qualità”.

09 gennaio 2019
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