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Hpv: vacciniamo anche i maschi


E' questa la raccomandazione che arriva dalla prima Conferenza di Consenso sulle patologie da Papillomavirus umano nel maschio. Il vaccino contro l’Hpv è efficace e sicuro, hanno dichiarato gli esperti, ed è indicato anche per lui: protegge dal virus che causa molte patologie maschili e mette a rischio la capacità riproduttiva.

28 MAR - Estendere la vaccinazione contro l’Hpv ai maschi di 12 anni. Avviare a livello regionale i programmi di vaccinazione a prezzo agevolato, come già avviene per le donne. Attuare progetti di sensibilizzazione non solo sui condilomi, ma su tutte le patologie Hpv correlate che riguardano il maschio.
Sono queste le indicazioni per combattere il Papillomavirus umano dettate da tre società scientifiche, la Società italiana di andrologia (Sia), dalla Società italiana di urologia (Siu) e dalla Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams), e messe nero su bianco in un documento di Consenso sulle patologie da Papillomavirus umano nel maschio, presentato questa mattina a Roma.
Secondo i dati del Sistema di sorveglianza sentinella delle infezioni sessualmente trasmesse dell’Iss, il 73% circa degli uomini italiani, con un’età media di 33 anni, sviluppa una condilomatosi. Mentre da un recente studio pubblicato su Lancet è emerso che un uomo su due potrebbe contrarre un’infezione da Hpv. Da qui l’allarme lanciato dagli specialisti.
 “L’Hpv – ha spiegato Vincenzo Gentile, Ordinario di urologia, Università Sapienza Roma – è la causa di numerose patologie nel maschio come il cancro del pene, dell’ano, del tratto orofaringeo e i condilomi genitali causate dai tipi di Hpv 6, 11, 16 e 18”. Da temere, in particolare i tipi di Hpv 6 e 11 responsabili del 90% delle manifestazioni condilomatose che, sebbene non costituiscano un problema in termini di mortalità, sono associate ad una sintomatologia clinica quale bruciore, dolore, sanguinamento e ad importanti conseguenze psicologiche che possono essere riassunte in imbarazzo, ansia, perdita di sicurezza e fiducia nel rapporto con il partner.
 “L’Hpv e le patologie ad esso correlate – ha sottolineato Andrea Lenzi, Ordinario di endocrinologia, Università Sapienza Roma – non sono più un problema solo per la donna, ma anche per l’uomo. Partendo da qui, occorre poi comprendere che Hpv significa anche un problema per la coppia in termini di fertilità e di capacità riproduttiva. I dati disponibili – prosegue l’endocrinologo – hanno evidenziato come la presenza del papillomavirus possa influire sulla funzionalità dello sperma e interferire negativamente sullo sviluppo dell’embrione”. Uno studio italiano pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility ha, infatti, dimostrato che quando, in una coppia, il liquido seminale del partner maschile è positivo all’Hpv, il successo riproduttivo è ad altissimo rischio. “Quando il virus è assente – ha aggiunto Lenzi - le gravidanze sono nella norma (30%), ma quando c’è, ed è veicolato dagli spermatozoi, gli aborti aumentano dal 14%-15% al 66%”.
“Lo strumento della vaccinazione – ha ribadito Vincenzo Mirone, Ordinario di urologia, Università Federico II Napoli – è la misura di prevenzione più efficace per salvaguardare la salute del maschio. Studi clinici, pubblicati sul New England Journal of Medicine, mostrano per il vaccino quadrivalente un’efficacia del 90,4% nella prevenzione delle lesioni genitali esterne (condilomi genitali, lesioni peniene, perianali e perineali) nei maschi dai 16 ai 26 anni”.
L’Italia, come il resto d’Europa e del mondo, ha ormai una solida esperienza per quanto riguarda la vaccinazione anti Hpv nelle donne. “Oggi – ha detto Luciano Mariani, Ginecologia Oncologica, Istituto Nazionale Tumori Regina Elena Roma – sono disponibili i primi dati cosidetti ‘reali’ che mostrano concretamente l’azione benefica della vaccinazione per ridurre le patologie. Da uno studio australiano è emerso che a due anni dalla partenza del programma vaccinale con il quadrivalente, il numero di nuovi casi di condilomatosi nelle donne si è ridotto di circa il 60%. Questo dimostra la reale efficacia e i benefici della vaccinazione”.
Ma la vaccinazione per l’uomo è già una realtà, ha ricordato Aldo Isidori, Membro Comitato nazionale Bioetica: “Perché uno dei due vaccini oggi disponibili, il quadrivalente, è indicato nei maschi dai 9 ai 15 anni, oltre che nelle donne dai 9 ai 45 anni”.  E dovrebbe arrivare nel mese di maggio, da parte dell’Agenzia Europea del farmaco, l’estensione delle indicazioni del vaccino quadrivalente per la prevenzione dei condilomi genitali nei maschi fino a 26 anni e per la prevenzione del tumore anale negli uomini e nelle donne fino a 26 anni, come già avviene negli Usa. 

28 marzo 2011
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