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Medicina di laboratorio. Incide su 70% terapie. "Investire su innovazione"

di Gennaro Barbieri

Questo il messaggio lanciato nel convegno promosso da Iss, Fismed e Assobiomedica. Le imprese attive nel settore della diagnostica in vitro sono 278 e producono un fatturato in Italia di circa 4 miliardi di euro, impiegando 9mila addetti. Del Favero (Federsanità Anci): "Puntare su partenariato pubblico-privato".

01 OTT - Le analisi diagnostiche rappresentano una componente essenziale del Ssn: basti pensare che producono risultati in grado di incidere sul 60-70% delle terapie. Questo il punto di partenza su cui si è svolto il convegno “Il valore della medicina di laboratorio: impatto economico, politico e sociale”, organizzato dall’Istituto superiore di sanità collaborazione con Fismed e Assobiomedica. Di rilievo il peso anche in termini di imprese, dato che quelle della diagnostica in vitro sono circa 278 e producono un fatturato in Italia di 4 miliardi di euro, impiegando circa 9mila addetti. Il comparto incide in maniera consistente nel settore dei dispositivi medici, dove è pari al 9 per numero di imprese e al 17% a livello di fatturato. Nel complesso, si tratta di un settore che genera lo 0,28% del Pil italiano.

E l’enorme impatto esercitato dalla diagnostica, sia sotto il profilo economico che per quanto concerne la qualità delle prestazioni, ha costituito il fulcro del dibattito. “Garantire un sistema diagnostico di qualità economicamente sostenibile per il Paese è la vera sfida che dobbiamo affrontare oggi - ha dichiarato Roberta Pacifici, dirigente di ricerca dell'Iss- La partecipazione e il confronto tra i professionisti di laboratorio, le società scientifiche, i decisori economici e le associazioni dei pazienti e dei cittadini è la formula giusta per fare sistema ed affrontare questa sfida. Il convegno di oggi è una prima prova di dialogo costruttivo, affinché l'appropriatezza dell'indicazione dei test diagnostici e la loro corretta esecuzione ricadano positivamente sull'ottimizzazione del percorso di cura e quindi su tutta l'economia del Ssn".

Per garantire un’evoluzione proficua del settore e in grado di incidere efficacemente sul Ssn, è imprescindibile puntare sull’innovazione tecnologica. "Il valore della medicina di laboratorio viene troppo spesso sottovalutato - ha osservato Pasquale Mosella, presidente di Assodiagnostici, associazione di Assobiomedica che rappresenta il comparto - quando sarebbe quanto mai necessario oggi investire sulle tecnologie, che sono in grado di fornire diagnosi utili e tempestive, rappresentando un notevole ausilio per gli operatori sanitari nella fase di diagnosi e una maggiore garanzia per i cittadini nella definizione dei risultati. I recenti tagli alla sanità hanno invece determinato per il settore un calo del 7% in volume, allontanando il cittadino dalle strutture per fare controlli di prevenzione e di screening e mettendo così in seria difficoltà l'industria e il personale sanitario, aggravandone al contempo il quadro sanitario personale per il futuro".

L’innovazione tecnologica va però conciliata con la sostenibilità del Ssn. “Bisogna sempre tener presente la necessità di far coesistere sostenibilità economica e sociale – ha sottolineato Valerio Fabio Alberti, presidente Fiaso – E la ricetta migliore per raggiungere l’obiettivo risiede nell’interconnessione tra tre assi fondamentali: competenze, organizzazione e tecnologia. La sanità rappresenta un investimento a tutti gli effetti, ma purtroppo sono numerose le aziende sanitarie che non investono nel loro patrimonio strutturale e tecnologico”. Sullo stesso tema è intervenuto anche Luigi Ambrosini, vicepresidente di Assodiagnostici, che ha ricordato l’importanza “di una costante collaborazione tra pubblico e privato per la crescita tecnologica, anche nell’ottica della creazione di nuovi posti di lavoro. Bisogna tener presente che il nostro parco ospedali è tra i più vecchi in Europa e quindi intervenire per riallinearci con gli altri Paesi”.

Le potenzialità dell’innovazione vanno calibrate all’attuale contesto economico. “In questi anni – ha ammonito Angelo Lino Del Favero, presidente Federsanità Anci – abbiamo riscontrato un accanimento contro la sanità. E questo aspetto è evidenziato drammaticamente dal bassissimo rapporto tra pressione fiscale e investimenti nel settore sanitario. La via da percorrere con convinzione per invertire il trend è rappresentata dal partenariato pubblico-privato”. Per quanto riguarda i laboratori, è necessario che “siano interni agli ospedali e ne ripercorrano i modelli dimensionali”.

Qualità e sicurezza della prestazione sono le priorità indicate da Francesca Moccia, vicesegretaria generale di Cittadinanzattiva. “Troppo spesso registriamo segnalazioni di errori banali, addirittura scambi di risultati delle analisi. Una diagnosi tempestiva e corretta è essenziale per impostare qualsiasi ragionamento, senza dimenticare che il cittadino va informato adeguatamente su come intervenire una volta ottenuti e analizzati i risultati di laboratorio”. Una maggiore efficienza è legata a doppio filo “con l’abbandono di vecchie pratiche, che permetterebbe di liberare risorse consistenti –ha ragionato Marina Cerbo, dirigente Agenas – Troppo spesso invece i professionisti faticano ad assimilare l’importanza di questo aspetto, anche perché serve una maggiore capacità di dialogo con gli altri settori e con i cittadini”.
Gennaro Barbieri
 

01 ottobre 2013
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