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Coca Cola Italia si adegua ai rilievi Antitrust e modifica opuscoli pubblicitari 


04 SET - Coca Cola Italia si adegua ai rilievi effettuati dall’Antitrust e si impegna a non diffondere più messaggi pubblicitari contenenti “possibili profili di illegittimità”. Nello specifico, lo scorso 25 febbraio, il Garante aveva comunicato alla multinazionale l’avvio di un procedimento istruttorio per la violazione degli articoli 20 (pratiche commerciali scorrette) e 21 (pratiche commerciali ingannevoli) del Codice del Consumo. Violazioni segnalate dallo ‘Sportello del consumatore' e contenute in un opuscolo pubblicitario comparso sul settimanale Famiglia Cristiana.

Ricevuta la segnalazione, lo scorso 10 aprile Coca Cola Italia ha presentato “una proposta di impegni – ricorda il Garante – volti a rimuovere profili di scorrettezza della pratica commerciale oggetto di contestazione”. In sostanza la multinazionale rimuoverà dall’opuscolo, qualora venisse riutilizzato, “le informazioni nutrizionali fuorvianti, non chiare e incomplete sulla Coca Cola e i suoi ingredienti”.

La nuova versione, sottolinea l’Antitrust, risulta “idonea ad informare in modo chiaro ed univoco il consumatore che lo zucchero contenuto in una porzione di 250 ml di Coca Cola è il saccarosio, vale a dire il comune zucchero da tavola, e - precisando l’incidenza della quantità di zucchero contenuta in una porzione di prodotto sulla dose giornaliera di zucchero consigliata – rende comprensibile se la quantità di zucchero presente nel prodotto sia o meno elevata per il consumatore”.

Per quanto concerne i riferimenti all’acqua, saranno eliminate “e l’insistenza e l’enfasi sul vantaggio biologico dell’idratazione per il corpo umano, conseguente al consumo di Coca Cola”, caratteristiche sulle quali era incentrato “questo profilo comunicazionale, e conseguentemente assume, nel contesto della comunicazione pubblicitaria, maggior rilievo il warning sulla necessità di prestare attenzione al numero totale di calorie assunte con i cibi e le bevande caloriche. In altri termini, il consumatore è reso ora consapevole del fatto che la bevanda, ancorché composta in misura prevalente da acqua, è un alimento calorico”.

Infine, in relazione alla caffeina, risultano “eliminate le proposizioni che ne mettevano in evidenza la comprovata sicurezza1, allertando invece il consumatore sul fatto che tale ingrediente è contenuto, seppure in misura maggiore, anche in un caffè espresso, cioè in un alimento la cui assunzione notoriamente può comportare effetti collaterali nocivi legati alla presenza di detta sostanza”.
 

04 settembre 2013
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