Salerno. Carenze assistenziali e di personale. Sindacati e Ordine chiedono deroghe sul divieto degli specialisti ambulatoriali in corsia
“La situazione che si sta profilando nell'Azienda ospedaliera universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona è sempre più drammatica”. Così Gabriele Peperoni, Sumai-Assoprof. “Come Ordine seguiamo con grande preoccupazione la situazione che si sta profilando in quetse aziende dove la carenza di risorse umane (prevalentemente all’interno della rete ospedaliera) sta diventando drammatica”, gli fa eco Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine di Napoli.
04 MAG - Carenze di personale e difficoltà ad assicurare i Lea all’azienda ospedaliera Ruggi di Salerno: “La situazione che si sta profilando nell'Azienda ospedaliera universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, come pure nella Asl di Salerno, dove la carenza di risorse umane, prevalentemente all’interno delle strutture ospedaliere, è sempre più drammatica, rappresenta una spia indicativa del cattivo funzionamento del sistema di commissariamento che la Campania ha subito in questi ultimi dieci anni”.
Così
Gabriele Peperoni, vice presidente nazionale Sumai-Assoprof interviene sulla grave carenza di personale dell’ospedale di Salerno richiamando la nota commissariale n°1.525 del 23 marzo scorso,
inviata dall’ex delegato di governo Joseph Polimeni ai direttori generali di Asl e ospedali prima delle dimissioni operative dal 3 aprile scorso.
“Tale circolare – avverte Peperoni - asserisce che la convenzione degli specialisti ambulatoriali va ricercata e collocata esclusivamente nell’ambito della realtà distrettuale territoriale dell’azienda sanitaria locale, affermando che negli ospedali non è ammissibile l’attività in regime di ricovero degli specialisti ambulatoriali nelle attività di degenza e di diagnosi e cura. Ma è necessario ricordare che gli specialisti ambulatoriali, a contratto Sumai, sono tuttora impiegati da anni nei reparti e nei pronto soccorso ospedalieri per garantire i Lea e sopperire alla carenze di personale scaturite dal blocco del turn-over negli anni del piano di rientro”.
Si tratta di circa 600 camici bianchi che se dovessero davvero tornare nei distretti bloccherebbero molti servizi essenziali in discipline come anestesia, radiologia, gastroenterologia, otorino, neuro e cardiochirurgia e tante altre specialità soprattutto in realtà come Salerno, dove si è attinto a piene mani a questa categoria professionale.
“Grazie al loro impiego – aggiunge ancora
Peperoni - sono state salvaguardare intere Unità operative destinate, altrimenti, a sparire per mancanza di personale medico, addossando, tra l’altro, a questi ultimi arrivati la maggior parte dei turni notturni e festivi. Oggi è necessario chiarire, vista la poca lungimiranza della Regione, e di alcuni sindacati della dirigenza medica, che, anche alla luce delle continue discriminazioni subite dai colleghi, la nostra associazione non ha intenzione di mettere a concorso altri turni nelle strutture ospedaliere se non prima saranno ripristinate le ore delle specialità che i poliambulatori distrettuali hanno perso in questi ultimi anni. Tali ore di specialità come ortopedia, oculistica, otorino, cardiologia, neurologia sono necessarie innanzitutto per rispondere ad una domanda di salute da parte dei cittadini campani ed anche per la realizzazione delle nuove strutture organizzative definite Aft e Uccp, senza le quali non ci sarà mai l’evoluzione verso una sanità efficace ma a costi contenuti. Insomma: meno ospedale più territorio”.
Sulla questione delle carenze di personale a Salerno interviene anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e provincia
Silvestro Scotti: “Come Ordine seguiamo con grande preoccupazione la situazione che si sta profilando nell'Azienda ospedaliera universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona e nella Asl di Salerno dove la carenza di risorse umane (prevalentemente all’interno della rete ospedaliera) sta diventando drammatica”.
“Condivido - aggiunge
Scotti - le preoccupazioni espresse dall'Ordine di Salerno che hanno evidenziato come le possibilità assistenziali siano andate peggiorando a seguito anche di provvedimenti emessi dal Commissario governativo
Joseph Polimeni pochi giorni prima delle sue dimissioni".
Preoccupazioni legate in modo particolare alla circolare, con la quale come detto si pone il divieto di reclutamento di medici specialisti ambulatoriali impiegati a supporto delle attività di alcuni reparti ospedalieri, in particolare circa 100 unità nell’Aou di Salerno con scadenza del contratto imminente (la maggior parte nel mese di maggio).
“Questa continua ed oggi improcrastinabile necessità di personale, assolutamente necessario per continuare la erogazione dei servizi – aggiunge
Scotti - con una sufficiente qualità e sicurezza, viene affrontata dai direttori generali delle diverse Aziende sanitarie e Asl della nostra Regione con disparità interpretativa sulle modalità attuative, disparità favorita da un vuoto direzionale nella Sanità regionale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza il segretario regionale della Cisl medici
Attilio Maurano che teme una caduta verticale dei Lea nel Salernitano e in tutte le Asl e aziende ospedaliere che impiegano specialisti in corsie ospedaliere. Ma è l’intera intersindacale medica a chiedere a gran voce al governo e ai ministri competenti la nomina della nuova figura commissariale.
“Eppure – conclude
Scotti - la legislazione oggi in essere consente la soluzione più rapida e razionale nella nomina al Presidente della Regione, che potrebbe assicurare razionalizzazione nell’azione politica e tecnica della fase attuativa del piano sanitario regionale. Ci avviciniamo a tappe forzate, con carenza di personale medico e infermieristico, sempre più evidente e sempre più stanco, in un regime persistente di blocco quasi totale di assunzioni a fronte del corretto e necessario rispetto delle disposizioni europee sull’orario di lavoro, al periodo estivo, in cui bisognerà erogare un livello di assistenza maggiore, più pronto, più estensivo peraltro in una condizione gestionale e strutturale non ancora adeguate al disegno assistenziale tracciato negli atti aziendali approvati”.
“Occorre assolutamente procedere ad un tavolo di concertazione tra governo regionale e governo centrale - prosegue Scotti - che porti alla regolarizzazione dei ruoli istituzionali previsti in una Regione commissariata, perché è conditio sine qua non, si possa procedere ad atti concreti e giuridicamente validi per una “ messa in sicurezza “dell’assistenza sanitaria regionale, che certamente richiederà la piena e convinta partecipazione dei medici e di tutte le altre figure sanitarie, che da sempre hanno dimostrato e stanno dimostrando senso di responsabilità e grande solidarietà verso chi soffre. Gli Ordini dei Medici e Odontoiatri della Regione Campania, come da tempo dichiarato, sono disponibili a impegnarsi nel sostegno a questa linea programmatica, nella consapevolezza che lo sforzo congiunto delle diverse Istituzioni, che concorrono alla gestione di una “ buona “ sanità, sia un dovere nel rispetto di un diritto costituzionale del cittadino”.
Ettore Mautone
04 maggio 2017
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