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Campania. Decreto appropriatezza. Scotti (Omceo Napoli): “Rischia di impedire monitoraggio salute cittadini in Terra dei fuochi”

Il presidente dei camici bianchi napoletani appoggia la protesta promossa dal sindaco di Acerra. “Sono felice che gli amministratori locali siano sulle nostre stesse posizioni. Per la sanità napoletana, ma mi sento di poter dire campana, si rischia l'apocalisse”.

05 FEB - “Finché sarò presidente di quest’Ordine mi batterò affinché al centro del sistema Sanità ci sia la salute dei pazienti, e solo in subordine si guardi a ragioni di carattere economico. Tagliare gli sprechi è un conto, tagliare le prestazioni è tutt’altra cosa. Per questo l’Ordine dei Medici di Napoli accoglie con favore la protesta che vede in prima linea i sindaci della cosiddetta ‘Terra dei fuochi’”. E’ una posizione netta quella espressa da Silvestro Scotti in merito al decreto Lorenzin sull’appropriatezza delle prestazioni sanitarie ai cittadini.

A dare il via alla protesta è stato il sindaco di Acerra, che ha fatto proprie le preoccupazioni della medicina di famiglia e più in generale di tutta la categoria. “Sono felice che gli amministratori locali – commenta Silvestro Scotti – siano sulle nostre stesse posizioni. Come giustamente ha ribadito il sindaco di Acerra, le Regioni Toscana e Veneto hanno bloccato l’applicazione del decreto (che limita la prescrizione di 203 prestazioni sanitarie), visto che lo stesso non è nato dal confronto in Conferenza Stato-Regioni”.

In un documento inviato a tutti gli altri primi cittadini del napoletano, il sindaco Raffaele Lettieri ha anche denunciato come stiano giungendo “notizie allarmanti dai Medici di medicina generale del territorio, circa l’inapplicabilità del decreto (mancato aggiornamento dei sistemi informativi ed informativi) e il fallimento della medicina d’iniziativa e preventiva, che alla luce delle criticità presenti nei nostri territori, non garantisce l’ordinario diritto alla salute. L’aspetto sanzionatorio, che il decreto prevede, altera profondamente il rapporto di fiducia tra medico e paziente”.

Un allarme che Silvestro Scotti ha rilanciato con forza nelle scorse settimane e sul quale ora offre piena disponibilità per “mettere in campo azioni congiunte che siano di impulso ad azioni di politica regionale chiare e perentorie. Questi temi – aggiunge il leader partenopeo dei camici bianchi – li sottoporrò all’attenzione del commissario Polimeni nell’incontro che avrò con lui mercoledì. Spero che prima di allora si possa anche realizzare un incontro presso l’Ordine dei Medici con tutti i sindaci, a cominciare dal sindaco della città metropolitana de Magistris, anche per pianificare azioni programmatiche ben definite su un tema che va ben oltre le polemiche di questi giorni”.

Quello della Terra dei fuochi è infatti l’esempio di un problema ben più ampio, per i medici il decreto Lorenzin non può essere calato dall’alto su una regione complessa come la Campania. “Gli effetti negativi – conclude Scotti – sarebbero moltissimi e tutti drammatici. Si pensi all’impossibilità di monitorare la salute dei cittadini in aree a rischio come lo sono molti comuni delle province di Napoli e di Caserta, ma si pensi anche alla disparità che si crea tra medici ospedalieri dell’area dell’emergenza e medici del territorio. Quando i cittadini non riusciranno più a trovare risposte negli studi dei medici di famiglia faranno l’unica cosa possibile, correranno in ospedale. Per la sanità napoletana, ma mi sento di poter dire campana, è l’annuncio dell’apocalisse”.
  

05 febbraio 2016
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