San Salvatore. Con la tecnologia Cad/Cam al reparto maxillo-facciale le ricostruzioni del viso al top in Europa
Grazie a questo supporto nel 2015 il reparto ha già effettuato oltre 100 interventi di traumatologia, comprese complesse ricostruzioni orbitarie, pratica anche la chirurgia ortognatica che interviene sulle molte deformità o anomalie dello scheletro facciale. E a breve sarà introdotta la cosiddetta 'navigazione intraoperatoria', un sistema che consente di avere ulteriori riferimenti durante l’esecuzione dell’intervento.
23 DIC - Il software riproduce, in versione tridimensionale, il ‘calco’ dell’orbita del lato sano e lo proietta sul lato fratturato, consentendo al chirurgo di ricostruire la parte danneggiata in modo perfetto. E’ una delle applicazioni di un’avanzata tecnologia, CAD/CAM adottata dall’ospedale di L’Aquila, che viene utilizzata dai più prestigiosi centri europei e dalle più importanti università americane. Il software ‘Dolphin’, in uso al reparto di chirurgia maxillo-facciale del San Salvatore, permette
la ‘progettazione’ chirurgica assistita da computer (sistema CAD, acronimo di computer-aided design) attraverso l’elaborazione di immagini con cui si esegue una ricostruzione in 3 D (tridimensionale)
dei tessuti molli e dello scheletro facciale.
Lo specialista, grazie a questo tipo di chirurgia virtuale tridimensionale, ha la possibilità di simulare l’intervento prima di entrare realmente in sala operatoria, seguendo indicazioni estremamente precise. L’aspetto dirompente di questa innovazione tecnologica è anche la possibilità di ‘fabbricare’, tramite una sofisticata stampante 3D, modelli stereolitografici, in dimensione reale: in sostanza,
una riproduzione fisica (perfetta) del modello anatomico di ossa e altre parti che il chirurgo opererà nella realtà quando sarà in sala operatoria.
Con questa tecnica il reparto maxillo-facciale, diretto da
Tommaso Cutilli, che nel 2015 ha già effettuato oltre 100 interventi di traumatologia, comprese complesse ricostruzioni orbitarie, pratica anche la chirurgia ortognatica che interviene sulle molte deformità o anomalie dello scheletro facciale. Il chirurgo può calcolare i millimetri di riposizionamento, per la correzione della deformità del viso, avvalendosi della simulazione virtuale dello spostamento delle ossa facciali. Le meraviglie tecnologiche del maxillo-facciale, peraltro, oltre a questa eccezionale risorsa, comprendono un’altra un’apparecchiatura, la Piezosurgery, utilizzata di recente, nella chirurgia ossea mininvasiva, per la correzione di una dismorfosi facciale complessa (deformità e alterazioni ossee del viso).
A breve, sarà introdotta la cosiddetta 'navigazione intraoperatoria', un sistema sofisticato che consente di avere ulteriori riferimenti durante l’esecuzione dell’intervento. Un ‘ventaglio’ di strumenti gestiti da un’équipe che, negli anni, è riuscita a ‘esportare’ la propria professionalità oltre i confini aziendali, come evidenziato da un dato: oltre il 30% dei pazienti trattati arriva da altre Asl d’Abruzzo. La squadra della chirurgia maxillo-facciale di L’Aquila, guidata da Cutilli, è composta dai medici
Secondo Scarsella, Desiderio Di Fabio, Antonio Oliva ed Ettore Lupi, a cui si aggiunge tutto il personale sanitario e tecnico.
23 dicembre 2015
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