Covid. Stop a chirurgia programmata che preveda intensiva. Sospese anche attività ambulatoriali e intramoenia
Lo prevede una circolare dell'assessore Lanzarin emanata "in considerazione dello scenario epidemiologico dell’epidemia di COVID-19 e della
sua evoluzione". LA CIRCOLARE.
06 NOV - Il Veneto, con una circolare della Regione, ha disposto in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate "la sospensione di ogni attività chirurgica programmata che preveda il ricorso in terapia intensiva post-operatoria", fatta eccezione per le emergenze-urgenze, come gli interventi per incidenti, ictus e infarti. Questo - ha spiegato l'assessore alla sanità,
Manuela Lanzarin - per non occupare, con attività 'programmate', posti nelle terapie intensive.
Il Veneto infatti, ha aggiunto, potrebbe entrare fra pochi giorni nella 'fase 4' - ora è alla 3 - del piano di sanità pubblica per il Covid.
Con la circolare si dispone anche di sospendere l’attività libero professionale intramoenia e la sospensione dell’attività di specialistica ambulatoriale delle strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate, ad eccezione delle prestazioni prioritarizzate come U e B, garantendo, sia come prime visite
specialistiche che di controllo, l’attività in ambito materno-infantile, oncologico, malattie rare e non rinviabile in considerazione del quadro clinico dei pazienti. Sarà cura di ogni struttura avvertire gli utenti programmati con altre priorità per riprogrammare l’appuntamento al termine dello stato di
emergenza.
La corcolare dispone poi che le aziende sanitarie, sulla base delle priorità, del fabbisogno e della ridotta capacità produttiva possono, all’interno degli accordi contrattuali vigenti, concordare con le strutture private accreditate la possibilità di erogazione di altre tipologie di prestazioni.
06 novembre 2020
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