Veneto. Scontro Tosi-Coletto su ticket al Pronto Soccorso
Il sindaco di Verona annuncia un esposto contro la Regione: "In atto un modo fraudolento di fare una vera e propria manovra finanziaria sulla pelle dei cittadini”. Immediata la replica dell’assessore: “E’ una delibera del 2011. Da Tosi parole fuori luogo, errori e dimenticanze”.
06 OTT - Botta e risposta ieri tra il
sindaco di Verona, Flavio Tosi, e l’assessore alla Salute della Regione Veneto, Luca Coletto, sulle nuove Disposizioni operative per l'attività di Pronto soccorso del Veneto e, in particolare, l’introduzione del ticket.
“Presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica perché secondo noi questa vicenda non ha solo una rilevanza sanitaria ma anche, chiaramente, una rilevanza penale”, ha annunciato i
l sindaco di Verona, Flavio Tosi, spiegando che “come Sindaco rappresento l’autorità sanitaria locale e pertanto ho il dovere di difendere il diritto alla salute dei cittadini veronesi, mentre la delibera della Giunta veneta viola palesemente l’articolo 32 della Costituzione”.
Secondo Tosi il provvedimento contiene “criteri assurdi e disumani, come ad esempio: è previsto che una persona debba avere ustioni su più del 18 per cento del corpo per non pagare il ticket quando si presenta al Pronto Soccorso, pertanto, nel caso si presenti con l’intero avambraccio ustionato deve pagare il ticket. Si tratta quindi di un modo fraudolento, attraverso il quale la Regione fa una vera e propria manovra finanziaria sulla pelle dei cittadini veneti”.
“I numeri del possibile ricavo della Regione da questo tipo di provvedimento – prosegue il sindaco - sono impressionanti, se si considera che gli accessi ai pronto soccorsi della Regione sono 2 milioni all’anno; in base a questa delibera, la gran parte diventeranno codici bianchi a pagamento e, considerando che normalmente si è chiamati a sborsare almeno 100 euro, ma spesso molto di più, si capisce che la Regione con questa delibera punta ad incassare svariate decine di milioni di euro aggiuntivi. Così – conclude Tosi - non si concretizza la via per impedire l'utilizzo inappropriato del pronto soccorso, che era già codificata da anni, ma è per di più una incostituzionale estorsione la quale, aspetto certamente non secondario, annienta ed umilia la grande professionalità del nostro personale sanitario".
Non si è fatta attendere la replica dell’
assessore alla Salute, Luca Coletto. “Mi auguro che il Sindaco di Verona abbia valutato appieno il significato di termini come ‘modo fraudolento’, ‘o ‘incostituzionale estorsione’. Mentre ci pensa, mi limito a segnalare inesattezze, dimenticanze e strumentalizzazioni in dichiarazioni che fanno temere si sia perso qualche puntata della storia (la delibera che scopre oggi è del 2011 ma allora era il segretario del partito di maggioranza). Impegnato com’è sui più svariati fronti nazionali, è anche comprensibile”.
“Tosi è mal informato o ha dimenticato – incalza Coletto - che quanto previsto dalla delibera del 2011 è stato definito ai massimi livelli tecnici da un commissione composta dai Primari dei Pronto Soccorso e che nel 2014 abbiamo inserito nell’esenzione anche ogni esito, anche minimo, da violenza domestica; non sa o ha dimenticato che quanto determinato è in linea assoluta con le norme nazionali, quindi se vuole se la prenda con i suoi ‘quasi nuovi’ amici e convinca il Governo a cambiarle; tralascia di ammettere o non sa che in Veneto esiste una marea di esenti ticket per reddito o per patologia che non pagano un euro nemmeno di codice bianco; pur avendo fatto a sua volta l’Assessore alla Sanità, dimostra di non conoscere la differenza tra un’ustione di primo grado e una di secondo, nell’unico esempio concreto che fa”.
“Prego di prendere nota – ha proseguito Coletto – che la ‘disumana’ previsione dell’interessamento del 18% del corpo si riferisce esclusivamente alle ustioni di primo grado, come può essere anche una ‘scottatura’ in spiaggia con relativo arrossamento e prurito. Mentre tutte le ustioni di secondo grado, quelle davvero importanti, sono totalmente esenti da ticket, anche se riguardano una parte infinitesimale del corpo, tipo un dito”.
“Vorrei anche sommessamente ricordare – ha aggiunto l’Assessore – che in Veneto i codici gialli e quelli rossi, ovviamente, non hanno mai pagato né mai pagheranno un ticket e che, aggiunti a quelli verdi e bianchi esenti per reddito o per patologia, costituiscono un numero estremamente significativo. Per ora, ma solo per ora – ha concluso Coletto – tanto basta per dare la giusta valutazione alla tardiva eruzione del Sindaco contro i contenuti di una delibera di 4 anni fa”.
06 ottobre 2015
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