Covid. Il 39,9% dei decessi in Lombardia. Età media alla morte 80 anni. Solo il 3% senza altre patologie e solo 1% morto prima dei 50 anni
L'Istituto superiore di sanità ha aggiornato al 2 dicembre le caratteristiche delle persone decedute per il Covid dall'inizio della pandemia. Lo studio riguarda 55.824 azienti deceduti. Ipertensione arteriosa, diabete tipo 2, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, demenza e insufficienza renale, cancro e scompenso cardiaco le patologie preesistenti più diffuse. L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata (94,1% dei casi), seguita da danno renale acuto (23,6%), sovrainfezione (19,3%) e danno miocardico acuto (10,8%). IL RAPPORTO.
04 DIC - L’Istituto superiore di sanità ha aggiornato il suo rapporto sulla mortalità Covid al 2 dicembre esaminando le caratteristiche di un totale di 55.824 pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 in Italia.
Il maggior numero di decessi si registra in Lombardia con il 39,9% dei morti seguita da Emilia Romagna e Piemonte ambedue con il 10% de decessi globali registrati dall’inizio della pandemia.
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni e le donne sono 23.596 (42,3%).
L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 82 anni – pazienti con infezione 48 anni).
Le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 – uomini 80).
Patologie preesistenti
L’Iss ha poi eseguito una specifica analisi su un 5.726 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche al fine di verificare la presenza di altre patologie al momento del decesso. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,6 (nelle donne 3,8 e negli uomini 3,5). Complessivamente, 180 pazienti (3,1% del campione) presentavano 0 patologie, 712 (12,4%) presentavano 1 patologia, 1060 (18,5%) presentavano 2 patologie e 3774 (65,9%) presentavano 3 o più patologie.
Ipertensione arteriosa, diabete tipo 2, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, demenza e insufficienza renale, cancro e scompenso cardiaco le patologie preesistenti più diffuse.
Diagnosi di ricovero
Nel 90,8% delle diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con SARS-CoV-2. In 491 casi (9,2% dei casi) la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione.
In 72 casi la diagnosi di ricovero riguardava esclusivamente patologie neoplastiche, in 165 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto-IMA, scompenso cardiaco, ictus), in 70 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 184 casi altre patologie.
Sintomi
I sintomi più comunemente osservati prima del ricovero nei pazienti deceduti SARSCoV-2 positivo sono febbre, dispnea e tosse, meno comuni sono diarrea e emottisi. L’ 8,1% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
Complicanze
L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (
94,1% dei casi), seguita da danno renale acuto (23,6%), sovrainfezione (19,3%) e danno miocardico acuto (10,8%).
Terapie
La terapia antibiotica è stata comunemente utilizzata nel corso del ricovero (85,9% dei casi), meno utilizzata quella antivirale (50,2%), più raramente la terapia steroidea (49,8%). Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di SARS-CoV-2.
In 1384 casi (24,5%) sono state utilizzate tutte 3 le terapie. Al 4,1% dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi è stato somministrato Tocilizumab come terapia.
Tempi
Dodici giorni è l’arco temporale medio che trascorre dall’insorgenza dei sintomi al decesso, cinque giorni, invece, dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale e sette giorni dal ricovero in ospedale al decesso. Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso era di 6 giorni più lungo in coloro che venivano trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non venivano trasferiti (12 giorni contro 6 giorni).
Provenienza
La maggior parte dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi, al momento del ricovero, proveniva dal proprio domicilio (53,3%); il 22,9% proveniva da strutture residenziali socio-sanitarie o socio-assistenziali (RSA, casa di riposo, hospice, reparti o strutture di lungo degenza); il 18,6% era stato trasferito da un altro ospedale e il 5,2% da altre strutture non specificate.
Decessi di età inferiore ai 50 anni
Al 2 dicembre 2020 sono 657, dei 55.824 (1,2%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 163 di questi avevano meno di 40 anni (102 uomini e 61 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 29 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 119 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 15 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.
Confronto caratteristiche decessi nei 3 periodi marzo-maggio, giugno-settembre e ottobre-dicembre 2020
Sia l’età media dei decessi che la proporzione di donne aumentano solo nel secondo periodo; aumentano i decessi di persone con 3 o più patologie preesistenti e diminuiscono quelli con meno patologie o nessuna: ciò sembra indicare che nel secondo e nel terzo periodo i decessi riguardano persone più anziane e con una condizione di salute preesistente peggiore rispetto ai decessi relativi al primo trimestre.
Estremamente diverso nei tre periodi è anche l’uso di farmaci, con una netta riduzione nell’utilizzo degli antivirali e un aumento nell’uso degli steroidi nel secondo e terzo periodo.
La prevalenza di fibrillazione atriale, ictus, demenza, BPCO, cancro e insufficienza renale varia in maniera significativa nei tre periodi. Queste patologie sono più frequentemente diagnosticate nei deceduti del secondo e terzo periodo rispetto a quelli del primo.
04 dicembre 2020
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