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Covid. Il bollettino: ospedali continuano a svuotarsi. Trend in calo ma epidemia ancora in corso. Iss: “Per Fase 2 decisivo monitoraggio stretto e ampliare il numero dei tamponi”


Prosegue il calo di pazienti ricoverati in ospedale e in terapia intensiva che scendono dopo oltre un mese sotto quota 2mila. In discesa anche il numero degli attualmente positivi mentre il numero dei decessi oggi sono oltre 300 in un giorno. Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna le Regioni con più nuovi casi. In Molise e Basilicata nessun nuovo caso registrato. IL REPORT

27 APR - I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 199.414 (+1.739 rispetto a ieri pari al +1%), tra cui 66.624 persone guarite (+1.696 rispetto a ieri pari al +3%) e 26.977 deceduti (+333 rispetto a ieri pari al +1%). Le persone attualmente positive sono quindi 105.813 (-290 rispetto a ieri pari al -0,3%). Complessivamente sono stati effettuati 1.789.662 tamponi (+32.003 rispetto a ieri). Nello specifico le persone sottoposte a tampone sono state 1.237.317.
 
Questi i dati principali dell’aggiornamento odierno forniti dalla Protezione Civile. Il numero dei nuovi casi è diminuzione rispetto a ieri (l’incremento più basso dall’11 marzo) anche se rispetto alle ultime settimane il numero dei tamponi è esiguo. Cala il numero dei guariti giornalieri mentre il numero dei decessi oggi sono oltre 300 in un giorno. Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna le Regioni con più nuovi casi. In Molise e Basilicata nessun nuovo caso registrato.
 
Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 35.441 i malati in Lombardia (+275 rispetto a ieri pari al +0,8%), 12.225 in Emilia Romagna (-116 pari al -1%), 8.860 in Veneto (-278 pari al -3%), 15.508 in Piemonte (-11 pari al -0,1%), 3.310 nelle Marche (+2 pari al +0,1%), 2.877 in Campania (-47 pari al -2%), 3.580 in Liguria (+100 pari al +3%), 5.983 in Toscana (-86 pari al -1%), 4.562 nel Lazio (-11 pari al -0,2%), 1.258 in Friuli Venezia Giulia (+10 pari al +1%), 2.123 in Sicilia (+16 pari al +1%), 2.912 in Puglia (-25 pari al -0,9%), 2.030 in Abruzzo (-38 pari al -2%), 1.707 nella Pa di Trento (+25 pari al +1%), 200 in Molise (+0), 287 in Umbria (-9 pari al -3%), 940 in provincia di Bolzano (-54 pari al -5%), 782 in Calabria (-15 pari al -2%), 776 in Sardegna (-7 pari al -1%), 235 in Valle d’Aosta (-19 pari al -7%) e 217 in Basilicata (-2 pari al -1%).
 
Le vittime sono 13.449 in Lombardia (124 in più di ieri pari al +0,9%), 3.431 in Emilia Romagna (+45 pari al +1%), 1.344 in Veneto (+29 pari al +2%), 884 nelle Marche (+5 pari al +0,6%), 2.878 in Piemonte (+55 pari al +2%), 1.128 in Liguria (+14 pari al +1%), 397 nel Lazio (+8 pari al +2%), 271 in Friuli Venezia Giulia (+7 pari al +3%), 299 in Abruzzo (+4 pari al +1%), 795 in Toscana (+17 pari al +2%), 352 in Campania (+7 pari al +2%), 133 in Valle d’Aosta (+2 pari al +2%), 407 nella Pa di Trento (+2 pari al +0,5%), 270 nella Pa di Bolzano (+1 pari al +0,4%), 231 in Sicilia (+3 pari al +1%), 109 in Sardegna (+0), 83 in Calabria (+3 pari al +4%), 21 in Molise (+0), 65 in Umbria (+1 pari al +2%), 25 in Basilicata (+0) e 405 in Puglia (+6 pari al +2%).
 
Delle persone attualmente positive (105.813) sono ricoverate con sintomi 20.353 (-1.019 pari a -5% rispetto a ieri), 1.956 (-53 pari a -3%) sono in terapia intensiva, mentre 83.504 (+732 pari al +0,9%) si trovano in isolamento domiciliare.
 
“Ammonta già a 5 milioni 221mila euro la somma di donazioni al fondo di solidarietà attivato dal Dipartimento della Protezione civile per le famiglie degli operatori sanitari deceduti n servizio durante questa fase dell'emergenza coronavirus”. Ha detto il capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel punto stampa.
 
“Il trend, al di la delle possibili flessioni legate al fine settimana e al numero minore di tamponi, è di progressivo decremento dei morti e dei casi. Anche i relativi valori di R con zero mostrano che siamo verso un decremento. Segno che ci conferma che le misure adottate hanno funzionato, ma c'è ancora una circolazione del virus nel nostro territorio. Questo ci dà lo spunto per riflettere sul fatto che man mano che ci avvieremo a delle caute aperture dovremo monitorare con grande attenzione i casi, seguendo indicatori come l'utilizzo delle terapie intensive”. Ha detto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro al punto stampa in Protezione Civile
 
Brusaferro ha parlato anche dell’uso delle mascherine: “In luoghi chiusi dove è difficile mantenere il distanziamento sociale, lì è opportuno avere la mascherina, come nei mezzi di trasporto. E anche nei luoghi aperti dove non riusciamo a mantenere il distanziamento. Ma la mascherina non deve dare false sicurezze: è un elemento aggiuntivo ma il lavaggio delle mani, l'igiene delle mani, sono gli elementi più importanti”.
 
Tema caldo anche la Fase 2 dove il presidente dell’Iss ha dichiarato come “la capacità di individuare focolai locali diventa decisiva nella prossima fase” sottolineando che l'indicazione data al governo è quella di avere “misure generalizzate” per tutta l'Italia con un “monitoraggio locale generalizzato” proprio per individuare nuovi cluster. “Bisogna avere la capacità – ha detto - di intervenire in maniera più radicale per modulare dei provvedimenti molto più localizzati. Serve un monitoraggio stretto delle realtà locali per adottare misure più appropriate in quel contesto specifico con possibili zone rosse”.
 
“La prospettiva passo dopo passo – ha precisato - è raggiungere il maggior numero di aperture possibile. È chiaro che fino a quando ci troviamo in fase epidemica, come siamo ancora oggi, dobbiamo adottare delle misure che ci consentono di recuperare quanto più possibile livelli di normalità ma che comunque richiedono il rispetto di alcune regole che ci siamo detti. Sapendo che dobbiamo sempre aver presente l'andamento, che sappiamo diverso nelle varie zone del paese. Dobbiamo avere una capacità di intervento precisa. Valutiamo le misure e gli effetti che ottengono, e se possibile procediamo con le ulteriori misure: l'obiettivo è, in un tempo ragionevole, recuperare tutti i gradi di normalità possibili”.
 
Sulla questione tamponi Brusaferro ha detto che “uno degli indicatori che condividiamo con le Regioni è avere una crescente tempestività dei tamponi anche fuori del contesto ospedaliero e per i pauci sintomatici. Ora facciamo oltre 60 mila tamponi al giorno, dobbiamo spingere per ridurre la distanza temporale tra positività e diagnosi”.
 
“È in elaborazione un documento, che sarà reso pubblico nelle prossime ore con indicazioni per la fase 2 – ha annunciato -, dobbiamo spingere molto sull'organizzazione per ridurre la disomogeneità sul territorio”. Non abbiamo segnalazioni in Comitato operativo di esigenze o di carenze di tamponi - ha risposto Angelo Borrelli -, confermo la disponibilità di tamponi”.
 
Sulla chiusura delle scuole il numero uno dell’Iss ha detto che “la scuola, per vari motivi fra cui i momenti di aggregazione fra i ragazzi e lo spostamento degli studenti, nei modelli mostra come possa diventare un luogo che favorisce la diffusione del virus. Vedremo l'andamento dell'epidemia e immagineremo modelli organizzativi per evitare che la scuola possa favorire la nuova crescita dell'epidemia. Su questo sono in corso studi”.
 
Rispetto alla possibilità data dal nuovo Dpcm di incontrare i parenti Brusaferro ha ricordato che “le persone anziane e quelle con più patologie sono le più fragili, bisogna essere molto cauti nel fare queste visite ai parenti se rientrano in queste categorie. Rispettare l'igiene, lavarsi le mani: dobbiamo pensare che questi nostri parenti vanno protetti. Serve grandissima cautela”.
Brusaferro in ogni caso ha ribadito che “finché non riusciremo ad avere l'immunità di gregge con il vaccino sarà difficile tornare ad avere contatti stretti. Il virus continua a essere se stesso e agisce negli stessi modi. È chiaro che l'auspicio è poter fare un passo dopo l'altro, per riguadagnare man mano spazi di libertà”.
 




 

27 aprile 2020
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