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Noi Italia 2019. Istat: “Cresce speranza di vita per uomini e donne dove siamo al top in Ue, ultimi invece per fecondità. Al 12° posto in Europa per la spesa sanitaria. Giù l’out of pocket”


Pubblicato dall’Istituto di statistica il nuovo rapporto che analizza lo stato del paese secondo diversi indicatori. La percentuale di consumatori di alcol a rischio resta invariata rispetto all’anno precedente (16,3%). Diminuisce in misura lieve la quota dei fumatori (19,7%) mentre cresce di poco l’incidenza di persone obese (10,5%). Scende la mortalità per tumore. IL RAPPORTO

11 APR - Scende la popolazione residente, mentre aumenta la speranza di vita per uomini e donne. Male la fecondità che ci vede fanalino di coda in Europa. Per quanto riguarda la spesa sanitaria essa supera di poco i 2.500 dollari pro capite (in PPA) a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e Regno Unito e dei 4.000 in Germania. Numeri che ci collocano al 12° posto nella Ue. La percentuale di consumatori di alcol a rischio resta invariata rispetto all’anno precedente (16,3%). Diminuisce in misura lieve la quota dei fumatori (19,7%) mentre cresce di poco l’incidenza di persone obese (10,5%). Scende la mortalità per tumore. Sono questi alcuni dei dati su popolazione e stato di salute della popolazione che emergono dal Rapporto Noi Italia 2019 dell’Istat.
 
Popolazione. Nel 2018 prosegue la diminuzione della popolazione residente. Oltre un terzo dei residenti è concentrato in sole tre regioni: Lombardia, Lazio e Campania. Il Mezzogiorno si conferma l’area più popolata del Paese, ma è anche quella che va perdendo più residenti. A livello europeo l'Italia, con quasi il 12% degli oltre 512 milioni di abitanti dell’Ue, è il quarto paese per importanza demografica dopo Germania, Francia e Regno Unito (dati 2017).
 
Indice di vecchiaia. Non si ferma la crescita degli indici di vecchiaia e di dipendenza che, al 1° gennaio 2018, raggiungono rispettivamente quota 168,9 (anziani ogni cento giovani) e 56,1 (persone in età non lavorativa ogni cento in età lavorativa). I valori più elevati dei due indici si registrano al Centro-nord. In ambito europeo, l’Italia si mantiene al primo posto nella graduatoria decrescente per l’indice di vecchiaia e tra i primi sei Paesi per l’indice di dipendenza.
 
Speranza di vita. In base alle stime 2018, è sostanzialmente stabile la speranza di vita alla nascita per entrambi i generi: 80,8 anni per gli uomini e 85,2 per le donne. Si vive più a lungo al Nord. In ambito Ue l’Italia è al primo posto insieme a Svezia e Malta per i maschi e al quarto posto per le femmine dopo Spagna, Francia e Lussemburgo (dati 2016).
 
Fecondità. In Italia, il numero medio di figli per donna è pari a 1,32, valore sensibilmente inferiore alla soglia che garantirebbe il ricambio generazionale (circa 2,1 figli). L’età media della madre è di 31,9 anni, le più giovani risiedono nelle regioni del Mezzogiorno. Nella graduatoria europea, il nostro Paese si colloca all’ultimo posto per fecondità, insieme alla Spagna.
 
Spesa sanitaria. In Italia nel 2016 la spesa sanitaria pubblica supera di poco i 2.500 dollari pro capite (in PPA) a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e Regno Unito e dei 4.000 in Germania. Numero che ci collocano al 12° posto nella Ue.
 
Out of pocket. Nel 2017 le famiglie italiane hanno contribuito alla spesa sanitaria complessiva per il 26,0%, in una posizione intermedia rispetto ai 21 Paesi europei considerati.  Il dato segna in calo di un punto percentuale rispetto al 2001, ma superiore di quasi tre punti percentuali al livello minimo raggiunto nel 2010. La spesa sanitaria delle famiglie rappresenta il 2,1% del Pil
 
Ricoveri e ospedalizzazioni. I tumori e le malattie del sistema circolatorio sono le patologie per cui è più frequente il ricovero ospedaliero, che tuttavia si riduce nel tempo per la cura in contesti assistenziali diversi dagli ospedali (day hospital o ambulatori). Anche se con una popolazione più anziana rispetto a molti Paesi della Ue, l’Italia ha livelli di ospedalizzazione più bassi della media europea per tumori e malattie del sistema circolatorio.
 
Causa decessi. Nel 2016 in Italia i decessi per tumori e malattie del sistema circolatorio sono rispettivamente 25,3 e 29,6 ogni diecimila abitanti. Nel Mezzogiorno la mortalità per tumori si conferma inferiore alla media nazionale (anche se la Campania presenta i tassi di mortalità più elevati tra quelli regionali) mentre è più elevata quella per malattie del sistema circolatorio. Nel nostro Paese la mortalità per queste cause è inferiore alla media europea. In Italia il tasso di mortalità infantile, importante indicatore del livello di sviluppo e benessere di un paese, torna a ridursi nel 2016 dopo la battuta d’arresto dell’anno precedente attestandosi tra gli otto valori più bassi in Europa.
 
Alcol, fumo e obesità. Nel 2017 la percentuale di consumatori di alcol a rischio resta invariata rispetto all’anno precedente (16,3%). Diminuisce in misura lieve la quota dei fumatori (19,7%) mentre cresce di poco l’incidenza di persone obese (10,5%). Nel Centro-nord è più alta la quota di consumatori di alcol, nel Mezzogiorno quella di persone obese, nel Nord-ovest la percentuale di fumatori. Fumo, alcol e obesità riguardano più gli uomini che le donne.
 
Offerta ospedaliera. Si riduce per la diminuzione di risorse a disposizione e per la promozione di un modello di rete ospedaliera integrato con l’assistenza territoriale (nel 2002 i posti letto ordinari erano 4,4 ogni 1.000 abitanti, dal 2014 sono 3,2). I tumori e le malattie del sistema circolatorio sono le patologie per cui è più frequente il ricovero ospedaliero: nel 2017 si sono registrate circa 1.856 dimissioni per malattie del sistema circolatorio ogni 100 mila abitanti e 1.102 dimissioni per tumori ogni 100 mila abitanti.

11 aprile 2019
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