Disabilità. Nelle scuole italiane quasi 160mila alunni con disabilità, per loro più di 88mila insegnanti di sostegno. Il rapporto Istat
L’Istat ha redatto l’ultimo rapporto sull’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado relativa all’anno scolastico 2016-2017. Il quadro che ne emerge è quello di una buona presa in carico del problema ma con forti differenze territoriali. Ancora molto indietro invece la completa eliminazione delle barriere architettoniche e ancora insufficiente l’uso dell’informatica da parte degli studenti con disabilità. IL RAPPORTO.
18 MAR - Nell’anno scolastico 2016-2017 sono quasi 160mila gli alunni con disabilità in Italia (il 3,5% del totale degli alunni), di cui più di 90 mila nella scuola primaria (pari al 3,2% del totale degli alunni, erano il 2,1% nell’anno scolastico 2001-2002) e circa 69 mila nella scuola secondaria di primo grado (il 4% del totale, 2,6% nel 2001-2002).
I maschi rappresentano più del 64% degli alunni con disabilità in entrambi gli ordini scolastici: 213 maschi ogni 100 femmine nella scuola primaria e 180 maschi ogni 100 femmine in quella secondaria di primo grado.
L’età media si attesta a 8,6 anni nella scuola primaria ed è pari a 12,5 anni per quelli che frequentano la scuola secondaria di primo grado, non evidenziando differenze territoriali apprezzabili rispetto al valore medio nazionale.
Più alunni con disabilità non autonomi nel Mezzogiorno
Nelle scuole primarie si stima che il 20,3% degli alunni con disabilità non è autonomo in almeno una delle attività considerate (autonomia nel mangiare, nello spostarsi e nell’andare in bagno), i più gravi, quelli che non sono autonomi in tutte e tre le attività, sono il 7,3%.
Nelle scuole secondarie di primo grado le stesse percentuali sono rispettivamente del 14,8% e del 5,9%.
Nel Mezzogiorno si riscontra una maggiore presenza di alunni con problemi di autonomia rispetto al resto d’Italia mentre la quota più bassa si registra nelle regioni del Nord.
Disabilità intellettiva e disturbi dello sviluppo i problemi più diffusi
Si stima che il problema più frequente è la disabilità intellettiva, che riguarda il 42,6% degli studenti con disabilità nella scuola primaria e il 49,2% di quelli nella scuola secondaria di I grado. Seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio che interessano rispettivamente il 25,6% e il 23,2% degli alunni con disabilità nella scuola primaria, mentre nella scuola secondaria di primo grado, dopo la disabilità intellettiva, i problemi più frequenti sono legati ai disturbi dell’apprendimento e ai disturbi dello sviluppo (rispettivamente il 24,3% e il 21,7% degli alunni con disabilità).
Un insegnante per il sostegno ogni 1,8 alunni con disabilità. Al Sud più insegnanti e più ore di sostegno assegnate
Gli insegnanti per il sostegno rilevati dal MIUR sono più di 88 mila, 6 mila in più rispetto allo scorso anno, con un rapporto di 1,8 alunni per ogni insegnante di sostengo (leggermente migliore quindi di quello previsto dalla legge di 2 alunni per ogni insegnante). Tuttavia solamente il 70,9% degli insegnanti per il sostegno della scuola primaria e il 72% di quelli della scuola secondaria di primo grado svolge l’attività a tempo pieno all’interno dello stesso plesso scolastico.
Nella scuola primaria la percentuale più alta di insegnanti per il sostegno a tempo pieno si registra in Sardegna e nel Lazio con il 79%, mentre quella più bassa nella Provincia autonoma di Bolzano (40,3%). Nella scuola secondaria di primo grado la percentuale più elevata si riscontra in Lombardia con il 77,4% degli insegnanti per il sostegno, mentre quella più bassa ancora una volta nella Provincia autonoma di Bolzano con il 56,6%.
A livello medio nazionale, come abbiamo visato, il rapporto alunno-insegnante per il sostegno vede un maggior numero di insegnanti rispetto allo standard di legge e anche in questo caso, come per il tempo pieno, le differenze territoriali sono molto marcate: la Provincia autonoma di Bolzano, per entrambi gli ordini scolastici, ha un numero maggiore di alunni per insegnante per il sostegno (3,5 nella scuola primaria, 6,1 alunni nella scuola secondaria di primo grado). Il rapporto più basso si riscontra in Molise per entrambi gli ordini scolastici con quasi 1 alunno per ogni insegnante per il sostegno.
Da sottolineare che l’elevato rapporto alunni con disabilità/docente per il sostegno a Bolzano è dovuto ad una diversa modalità di presa in carico dell’alunno con disabilità da parte della Provincia autonoma: nell’organico delle scuole sono assegnati alla classe, a causa del bilinguismo, più docenti curriculari e, in caso di alunno non autonomo, è prevista la figura dell’assistente ad personam.
Anche il numero di ore settimanali assegnate in media all’alunno con disabilità evidenzia un gradiente territoriale per entrambi gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiore nelle scuole del Mezzogiorno (16,1 ore medie settimanali nella scuola primaria e 12,9 ore medie settimanali nella scuola secondaria di primo grado) e un numero inferiore di ore nelle scuole sia primarie sia secondarie di primo grado del Nord (rispettivamente 12,7 e 10,6 ore medie settimanali).
Dalla rilevazione emerge che una quota di famiglie ha ritenuto l’assegnazione delle ore di sostegno non idonea a soddisfare i bisogni di supporto dell’alunno, da qui numerosi ricorsi al Tribunale civile o al TAR per ottenere l’aumento delle ore sostegno (complessivamente risulta che il 6,7% delle famiglie degli alunni della scuola primaria e il 4,7% di quelle della scuola secondaria di primo grado ha presentato un ricorso).
Per entrambi gli ordini scolastici nelle regioni del Mezzogiorno la quota delle famiglie che ha fatto un ricorso è circa il doppio rispetto a quella delle regioni del Nord e questo nonostante il numero di ore di sostegno assegnate sia maggiore al Sud rispetto al Nord.
In base alle stime il 41,1% degli alunni nella scuola primaria e il 37,2% in quella secondaria di primo grado ha cambiato l’insegnante per il sostegno nel nuovo anno scolastico.
Ma l’insegnante di sostegno non basta
Il supporto fornito dall’insegnante per il sostegno dovrebbe essere accompagnato, laddove l’alunno non sia autonomo, dalla presenza di altre figure professionali che garantiscano l’assistenza di base e supportino la socializzazione e l’autonomia del singolo. Se si analizza il numero di ore prestate dall’assistente all’autonomia e alla comunicazione o assistente ad personam, figura professionale specifica finanziata dagli Enti locali per supportare l’alunno con problemi di autonomia, si stima che gli alunni non autonomi in tutte le attività considerate (spostarsi, mangiare, andare al bagno) dispongono mediamente di circa 12,5 ore settimanali di assistenza nelle scuole primarie e circa 11,5 ore in quelle secondarie; per gli alunni con minori limitazioni di autonomia le ore medie scendono intorno a 9 per entrambi gli ordini scolastici.
Si stima che gli alunni non autonomi nella mobilità, nel mangiare o andare in bagno possano contare su circa 12,5 ore settimanali di assistente ad personam nelle scuole primarie e circa 11,5 ore in quelle secondarie. Nel Mezzogiorno tale aiuto si riduce drasticamente con un gap di oltre 3 ore rispetto alle scuole del Nord.
Gite scolastiche: la partecipazione degli studenti con disabilità
Gli alunni con disabilità che non partecipano alle uscite didattiche brevi senza pernottamento organizzate dalla scuola risultano dalle stime il 5% nella scuola primaria e il 9% nella secondaria di primo grado.
La partecipazione alle gite d’istruzione con pernottamento risulta invece più difficoltosa: nella scuola secondaria di primo grado non partecipa il 22% degli alunni con sostegno; nella scuola primaria la percentuale si attesta al 10%.
Poche le postazioni informatiche per i disabili
Una scuola primaria su 3 e 1 scuola secondaria su 4 è carente di postazioni informatiche destinate agli alunni con disabilità, con percentuali più elevate nel Mezzogiorno - il 28,5% delle scuole primarie e il 23,5% delle scuole secondarie - e più basse nel Centro con il 23,4% di scuole primarie e il 20,3% di scuole secondarie.
La regione che ha più scuole primarie con postazioni informatiche adattate è l’Emilia-Romagna con l’85,3% delle scuole mentre per le scuole secondarie di primo grado la percentuale più alta si trova nella Provincia autonoma di Trento con il 93,7% delle scuole adattate. Le scuole meno dotate, sono, per entrambi gli ordini, quelle della provincia autonoma di Bolzano (50,5% per la scuola primaria e 56,6% per la scuola secondaria).
Ancora troppe le barriere architettoniche
L’abbattimento delle barriere architettoniche e senso-percettive permane nel tempo uno dei problemi irrisolti. Nelle scuole primarie, il Mezzogiorno è la ripartizione geografica con la percentuale più bassa di scuole con scale a norma (il 69%), mentre nelle scuole secondarie è il Centro con il 76,9%. Sempre nel Mezzogiorno si ha la minore presenza di servizi igienici a norma: la percentuale si ferma al 67,8% nelle scuole primarie e al 73,7% in quelle secondarie di primo grado.
Il Nord è, invece, la ripartizione territoriale con la percentuale più elevata di caratteristiche a norma dei plessi scolastici: il 78,9% di scuole primarie e l’83,9% di scuole secondarie ha scale a norma; il 79,7% di scuole primarie e l’83% di scuole secondarie ha servizi igienici a norma.
Le scuole sono poco accessibili in tutto il territorio nazionale se si considera la presenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni con disabilità sensoriali, oppure, in generale, di percorsi interni ed esterni accessibili. Solo il 23,7% delle scuole primarie del Nord ha all’interno del plesso scolastico mappe a rilievo e/o percorsi tattili, la percentuale è ancora più bassa nelle scuole del Mezzogiorno, 13,1%. Lo stesso differenziale territoriale permane nella scuola secondaria: il 25,8% delle scuole secondarie di primo grado del Nord contro il 13,8% di quelle del Mezzogiorno.
18 marzo 2018
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