Immigrati regolari. Istat: “Con la crisi peggiora salute, +20% rischi per residenti da oltre 10 anni“
La fotografia presentata al convegno 'Epidemiologia della salute della popolazione immigrata in Italia' organizzato in collaborazione dall'Istituto nazionale migrazioni e povertà (Inmp) e Istat. Mirisola: “Quando arriva in Italia l'immigrato ha una migliore percezione della propria salute, ma col passare del tempo il suo stato peggiora: ciò si è visto negli ultimi 8 anni, soprattutto per effetto della crisi”.
05 MAG - Gli stranieri che risiedono in Italia da oltre 10 anni hanno una probabilità superiore del 20% di dichiarare cattiva salute percepita rispetto a chi è residente da meno tempo. E i numeri mostrano come peggiorano le condizioni di salute degli immigrati regolari in Italia, anche per colpa della crisi economica. Mentre nel 2005 come riporta
l’Ansa, gli stranieri residenti presentavano uno stato di salute migliore rispetto agli italiani, nel 2013 le differenze si sono ridotte e addirittura annullate per quanto riguarda la salute fisica ed è aumentata la quota di persone che dichiarano cattiva salute mentale in misura maggiore proprio tra gli stranieri, soprattutto tra le donne. Questa la fotografia che emerge dalla indagine Istat
'Condizione e integrazione sociale dei cittadini stranieri 2012-13' presentata al convegno 'Epidemiologia della salute della popolazione immigrata in Italia' organizzato in collaborazione dall'Istituto nazionale migrazioni e povertà (Inmp) e Istat.
La crisi economica, osservano Istat e Inmp, “sembra quindi essere in grado di accelerare il processo di assimilazione degli stranieri agli stili di vita delle fasce di popolazione più deprivata”. Inoltre, “essendo noto che al momento dell'arrivo gli immigrati presentano uno stato di salute migliore rispetto a quello della popolazione residente, tale vantaggio di salute si sta dunque rapidamente esaurendo, suggerendo che la programmazione sanitaria e la prevenzione devono rafforzare politiche orientate all'equità”.
Disturbi mentali e problemi di obesità con malattie correlate sono aumentati in modo allarmante tra gli immigrati regolari in Italia negli ultimi 8 anni. La condizione di salute degli immigrati” è peggiorata in modo marcato”, ha sottolineato l'epidemiologo Inmp
Alessio Petrelli. Ed i dati lo dimostrano: “Le donne straniere che dichiarano una cattiva salute mentale - spiega - sono passate dal 21% del 2005 al 27% del 2013, mentre per gli uomini immigrati la percentuale passa dal 18% al 25%, un trend maggiore rispetto agli italiani. In generale, gli stranieri che dichiarano cattiva salute sono passati dal 22% al 24%, mentre le donne immigrate raggiungono il 30% contro il 29% delle italiane''. Non va meglio sul fronte obesità: ''Gli immigrati sovrappeso o obesi passano dal 44% al 49% (a fronte di circa il 50% degli italiani) e le donne immigrate dal 27,5% al 32,8% contro il 31% delle italiane. Ridotta anche la prevenzione dei tumori femminili tra le straniere”.
Quando arriva in Italia, “l'immigrato - sottolinea il direttore generale Inmp
Concetta Mirisola - ha una migliore percezione della propria salute, ma col passare del tempo il suo stato peggiora: ciò si è visto negli ultimi 8 anni, soprattutto per effetto della crisi economica che ha colpito maggiormente le fasce più deboli”. Quanto agli irregolari, sottolinea, ”va sfatata la paura che arrivino con malattie infettive: sulle nostre coste sbarcano persone forti, che hanno dovuto affrontare un lungo viaggio. La prima causa di morte tra queste persone non sono le malattie bensì la morte in mare, con 3.800 morti solo nel 2015”. Ma una volta in Italia, conclude il direttore sanitario Inmp
Antonio Fortino, “anche lo stato di salute degli irregolari peggiora progressivamente: si stima siano circa 400mila nel nostro Paese e sono più a rischio di malattie mentali, traumi sul lavoro, aborti e malattie infettive”.
05 maggio 2016
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