Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 22 LUGLIO 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Farmaci e povertà. Il rapporto 2014 del Banco Farmaceutico: “Aumenta richiesta da chi non può acquistarli”


Quasi il 4% in più di richieste. Anche per farmaci soggetti a prescrizione medica. Erogati oltre 3 milioni di confezioni. La maggioranza sono immigrati (60%) ma il fenomeno cresce anche tra gli italiani che raggiungono ormai il 40% degli assistiti dei vari enti di assistenza monitorati dal rapporto. IL RAPPORTO

26 NOV - Cresce in Italia la povertà sanitaria. Nel 2014, infatti, è aumentata del 3,86% la richiesta di farmaci da parte di quella fascia di popolazione che non è più in grado di acquistare medicinali nemmeno quelli con ricetta medica. In particolaresi è passati dalle 2.943.659 confezioni di farmaci richieste nel 2013 alle 3.057.405 del 2014.

E’ questo il dato emerso dallo studio dell’Osservatorio sulla Donazione dei Farmaci del Banco Farmaceutico Onlus svolto in collaborazione con un comitato scientifico composto da: ACLI, Caritas Nazionale, Ufficio per la Pastorale della Salute della C.E.I e dall’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali).
 
Il lavoro è stato presentato questa mattina all’Aifa. “Come AIFA, abbiamo il dovere di tutelare la salute garantendo l’accesso ai farmaci da parte di tutti i cittadini e, in maniera particolare, per coloro che non hanno neppure il coraggio di chiederlo, perché la povertà genera vergogna e porta spesso ad automedicarsi, senza rivolgersi al medico. L’Agenzia è quindi impegnata al fine di stimolare la donazione di farmaci da parte delle aziende agli enti no profit, attraverso una maggiore collaborazione tra industrie produttrici, grossisti, distributori, farmacie, enti e Istituzioni e sempre nel rispetto di tutte le condizioni che assicurino la consegna di un prodotto che sia integro e sicuro”, ha detto il direttore generale dell’Agenzia Luca Pani.
 
È da mesi che l’Agenzia Italiana del Farmaco – si spiega in una nota - lavora attivamente, convocando i rappresentanti di Assogenerici, Assosalute, Farmindustria e della Fondazione Banco Farmaceutico onlus per discutere sulla struttura di un documento condiviso e per ragionare su un modo per sensibilizzare alla donazione di una quota maggiore di farmaci agli enti no profit. L’obiettivo è quello di ridurre le domande di farmaci rimaste inevase e, dunque, la forbice – che purtroppo oggi esiste - tra bisogno e capacità di risposta attraverso le donazioni.

I darti del Rapporto
L’analisi è stata elaborata a partire da un campione di 46 enti convenzionati con il Banco Farmaceutico dispensatori di farmaci e selezionati in base alla completezza ed alla qualità dei dati forniti.
Per dare particolare rilievo ad eventuali differenze territoriali nella dispensazione dei farmaci, gli Enti sono stati aggregati in tre sottogruppi in base alla loro collocazione geografica nel Nord, Centro
e Sud (comprendente la porzione insulare) del Paese.

La suddivisione in fasce di età dimostra che in tutte le aree geografiche gli assistiti sono prevalentemente adulti (59,3%), mentre sono meno numerosi ibambini (22%) e gli anziani (18,7%). Globalmente la popolazione assistita è composta soprattutto da soggetti immigrati (60,2%) e in misura inferiore da italiani (39,8%). Tale differenza è più sfumata al Nord e si accentua nelle regioni italiane centrali. La ripartizione in base al sesso evidenzia una prevalenza di maschi (54,3%), con l’eccezione dell’Italia centrale dove è maggiormente rappresentata la popolazione
femminile.

Il campione analizzato ha permesso di evidenziare come la modalità prevalente con cui i pazienti approdano agli Enti è rappresentata dal contatto spontaneo, mentre quote progressivamente inferiori sono inviate dai Servizi Sociali, da un Pronto Soccorso o da un Medico Curante.

Globalmente nel primo semestre del 2014 gli Enti selezionati hanno dispensato oltre875.000 dosi giornaliere di farmaci (DDD). In accordo con la distribuzione territoriale degli Enti, la maggior parte delle dispensazioni è avvenuta nelle regioni settentrionali.

Suddividendo i farmaci in base al loro codice ATC (codice internazionale anatomico-terapeutico-chimico), è possibile constatare che la categoria maggiormente dispensata è quella dei farmaci per l’apparato respiratorio (20,5 DDD). Seguono, in ordine decrescente, i prodotti per il sistema gastrointestinale ed il metabolismo, per l’apparato cardiovascolare, gli antimicrobici per uso sistemico e gli antiinfiammatori/per l’apparato cardiovascolare, gli antimicrobici per uso sistemico e gli antiinfiammatori/ antipiretici.

Tuttavia, considerando le aggregazioni degli Enti in base alla loro localizzazione geografica, è possibile osservare sensibili differenze: a) nelle regioni settentrionali prevale in modo più consistente (35,5 DDD) la dispensazione dei farmaci per l’apparato respiratorio seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale ed il metabolismo; b) nel Centro Italia i farmaci cardiovascolari occupano il primo posto (4 DDD) e quelli per l’apparato respiratorio la seconda posizione; c) nel meridione sono maggiormente richiesti i preparati antiinfiammatori/antipiretici per il sistema muscolo-scheletrico (7,7 DDD) seguiti da quelli per l’apparato respiratorio.

I dati derivanti dalla parte d’indagine effettuata in collaborazione con DoxaPharmaconfermano quanto ipotizzabile in base all’analisi delle categorie ATC maggiormente dispensate: i pazienti assistiti dagli Enti selezionati appaiono affetti principalmente da patologie dell’apparato respiratorio (46%) (soprattutto infezioni delle vie aeree), del tratto gastrointestinale (31%) (malattia da reflusso gastroesofageo e ulcera peptica), metaboliche (diabete mellito) e del sistema cardiovascolare (27%) (principalmente ipertensione arteriosa).

Emerge altresì che allo stato attuale oltre il 60% enti intervistati non è in grado di fornire una adeguata assistenza ai pazienti affetti da una o più patologie, principalmente di natura psichiatrica, oncologica e ginecologico-urologica.

I motivi del mancato trattamento sono rappresentati dalla mancanza di competenze specifiche (70% dei casi), ma anche dalla carenza di farmaci (9% dei casi), dall’orientamentoprevalente dell’Ente verso determinate patologie (9%) e, più in generale, dalla presenza di problemi organizzativi.

Deve però essere sottolineato – ricorda il Banco farmaceutico - che i pazienti che non possono essere trattati non vengono abbandonati bensì, nella maggior parte dei casi, inviati ad un Pronto Soccorso/Ospedale, a Centri specializzati, oppure affidati alle cure di medici operanti volontariamente in supporto all’attività degli Enti. Solo in una minima percentuale di casi non è possibile alcun tipo di intervento. Inoltre, il 75% degli Enti opera un regolare monitoraggio dei pazienti mediante visite di controllo periodiche (54%), richiesta di analisi cliniche (11%), o invito a ripresentarsi (11%). È infatti degno di nota osservare che ben l’80% delle richieste viene soddisfatto.

26 novembre 2014
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy