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Il Rapporto "ARNO Diabete Veneto" presentato a Venezia

di Maria Rita Montebelli

In crescita la prevalenza del diabete in Veneto (+ 70% rispetto al 1997), dove i 275 mila soggetti colpiti costano al Servizio Sanitario Regionale 1,2 miliardi di euro l’anno; la spesa è generata per 2/3 dai ricoveri; il 90% dei  costi è imputabile alle complicanze

29 MAR - E’ la più completa fotografia del diabete mai realizzata in una regione italiana, in questo caso il Veneto, disegnata attraverso mix di dati amministrativi, schede di dimissione ospedaliere e dati di spesa farmaceutica regionale. Si tratta del Rapporto ARNO Diabete Veneto, presentato a Venezia nell’ambito del convegno “Il diabete nel Veneto – Le lezioni dell’Osservatorio ARNO Diabete e di altri database amministrativi e clinici” organizzato dalla Regione Veneto insieme alla Sezione Regionale della Società Italiana di Diabetologia (SID) e al CINECA di Bologna.
Attivo da oltre 20 anni, l’Osservatorio ARNO nasce da una collaborazione tra Cineca e i servizi farmaceutici delle ASL con l’obiettivo di costituire un osservatorio come base informativa, con il paziente al centro del processo, per la programmazione sia clinica che sanitaria. Oggi l’Osservatorio ARNO è composto da una rete di 31 ASL sparse sul territorio nazionale e raccoglie i dati di oltre 11 milioni di italiani. Il contributo del Veneto è determinante perché fornisce dati relativi a tutta la sua popolazione (5 milioni di cittadini).
 
“Abbiamo partecipato con impegno ed entusiasmo all’analisi dei dati disponibili nell’Osservatorio ARNO Diabete – commenta il professor Enzo Bonora,presidente della Sezione Regionale Veneto, Trentino-Alto Adige e presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia– perché riteniamo che forniscano informazioni preziose sui punti da migliorare e fondamentali dunque per razionalizzare ed ottimizzare i percorsi assistenziali e per allocare le risorse umane ed economiche nell’interesse della collettività e, in particolare, delle persone con diabete”.

“Il diabete rappresenta una delle voci più rilevanti del bilancio delle sanità regionali, strette fra i bisogni delle persone e la limitatezza delle risorse economiche – afferma il dottor Domenico Mantoan, Direttore Generale Sanità e Sociale della Regione Veneto – Questo rapporto contiene tante informazioni utili e dettagliate che certamente verranno utilizzate per meglio comprendere i bisogni assistenziali e migliorare la cura delle persone con diabete che vivono nel Veneto”.

“La Regione Veneto – commenta la dottoressa Giovanna Scroccaro, alla direzione del Servizio Farmaceutico Regionale aggiunge: è da sempre interessata alle informazioni che possono derivare dai database clinici ed amministrativi, che risultano indispensabili per poter effettuare una corretta pianificazione nell’allocazione delle risorse, nel rispetto dei vincoli di spesa”.

Questi i principali dati contenuti nel Rapporto ARNO Diabete Veneto 2013:

· I residenti del Veneto identificati come diabetici dalle varie fonti utilizzate (farmaci, esenzioni ticket, ricoveri) sono circa 275 mila, con una prevalenza del 5,6% sui circa 5 milioni di abitanti della Regione. Una prevalenza inferiore alla media italiana (pari al 6,2%), ma cresciuta del 70% rispetto a quella del 1997. Il 60% dei diabetici nel Veneto ha un’età pari o superiore a 65 anni ma almeno 100 mila soggetti sono nel pieno dell’età lavorativa.

· Il 92% dei diabetici riceve almeno una prescrizione di un farmaco per il diabete o per altre patologie. Il numero di confezioni di farmaco prescritte ai diabetici è più che doppio rispetto ai non diabetici (67 contro 31). Circa il 91% dei diabetici riceve almeno una prestazione specialistica (visita o esame di laboratorio o strumentale). Anche le prestazioni prescritte ai diabetici sono quasi doppie rispetto ai non diabetici (34 contro 19 ogni anno)

· Un soggetto con diabete ogni cinque viene ricoverato almeno una volta nell’anno e i ricoveri nei diabetici rappresentano il 16% di tutti i ricoveri ordinari della Regione. Il tasso di ricovero è circa doppio nei diabetici rispetto ai non diabetici (354 contro 184 per mille persone/anno) e la degenza media è superiore nei diabetici di circa un giorno e mezzo (13.3 contro 11.9). Solo nel 4% dei casi il ricovero è dettato dallo scompenso del diabete mentre in circa un terzo dei casi esso è legato a problemi cardiovascolari.

· Il costo complessivo dei trattamenti e degli esami è più che doppio nei diabetici rispetto ai nondiabetici (circa 2.800 rispetto a circa 1.300 euro). La spesa è generata per poco più della metà (53%) dai ricoveri, per il 15% dalla specialistica (esami, visite, ecc.), per il 20% dai farmaci diversi dagli antidiabetici; i farmaci antidiabetici contribuiscono ad appena il 7% della spesa e i dispositivi per il6%.

·In considerazione della spesa pro capite e del numero dei soggetti con diabete, il costo complessivo del monitoraggio e della cura del diabete nel Veneto è calcolato in quasi 800 milioni di euro. Questa somma in realtà sottostima di circa il 30% la spesa reale perché è definita dalle tariffe e dal sistema dei DRG. Moltiplicando il numero dei ricoveri ordinari (circa 80 mila) per una degenza media di 13,3 giorni e per il costo di una giornata di degenza (in media 750 euro), la voce della spesa per i ricoveri arriva in realtà a quasi 800 milioni di euro. Sommando a questi la spesa per i farmaci (circa 200 milioni di euro), quella per i dispositivi (circa 50 milioni di euro) e per la specialistica (circa 110 milioni di euro) il costo reale del diabete nel Veneto arriva a 1.200 milioni di euro e, come visto, all’interno di questa somma i ricoveri pesano per il 66%. La spesa attribuibile alle complicanze e alle comorbidità del diabete rappresenta più del 90% del costo della malattia.

· I farmaci utilizzati.Gran parte dei pazienti veneti sono trattati con antidiabetici diversi dall’insulina, orali o iniettabili; il 30% assume insulina (da sola o in associazione con altri farmaci). In accordo con le linee guida correnti, la metformina (da sola o in associazione con altri farmaci) è il farmaco più usato per il trattamento del diabete (quasi l’80% dei soggetti); le sulfoniluree (da sole o in associazione con altri farmaci) sono usate nel 40% dei casi e la repaglinide nel 10% dei casi. I glitazoni sono usati in poco più del 5% dei casi, l’acarbosio in meno del 2% e le incretine in meno del 10% dei soggetti (inibitori DPP-4 nel 7% dei casi e agonisti recettore GLP-1 nell’1,5% dei casi).Gli analoghi dell’insulina rendono conto del 50% della spesa per tutti gli antidiabetici, le insuline DNA-ricombinanti contribuiscono per meno del 4% e i nuovi antidiabetici (incretine) per il 15%.

· Il trattamento dei fattori di rischio concomitanti. L’80% dei diabetici è iperteso, ma ad essere trattato con antipertensivi è solo il 71%. Solo il 47% è trattato con farmaci per il colesterolo e appena il 40% con antiaggreganti piastrinici.

· L’automonitoraggio del diabete. I soggetti che fanno uso di dispositivi (aghi per penne o siringhe, lancette ‘pungidito’ e strisce per la misurazione della glicemia) sono circa 150 mila, cioè poco più della metà del totale.
“Nel complesso i dati dell’Osservatorio ARNO Diabete Veneto, accanto a quelli desumibili dagli archivi del Servizio Epidemiologico Regionale e dai database dei diabetologi e dei medici dei medicina generale – commenta il prof. Bonora - forniscono una chiara indicazione del peso enorme che questa malattia comporta per i pazienti, le loro famiglie e il Servizio Sanitario Regionale e Nazionale. Misurare il diabete in tutti i suoi aspetti rappresenta dunque un passo fondamentale per sviluppare programmi in grado di migliorare l’assistenza, sempre in un’ottica di sostenibilità per il Servizio Sanitario”.
 
Maria Rita Montebelli

29 marzo 2014
© Riproduzione riservata


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