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Toscana. La salute ai tempi della crisi. Si mangia meno carne. Ma anche meno pesce e frutta. E cresce consumo antidepressivi


Un bilancio con chiari scuri quello tracciato dall’Ars della regione in un rapporto presentato oggi a Firenze. Alle poche notizie buone, si va meno in auto e si mangia meno carne, fanno riscontro dati che segnalano un reale abbassamento generali dei consumi alimentari e anche sanitari. Aumenta il consumo di alcol e droga e si fa meno sport. Mentre i farmaci antidepressivi fanno il boom. Tutti i dati.

23 OTT - Si mangia meno carne, e questo è un bene per la salute, ma anche meno frutta, pesce, latte. Le "abbuffate" alcoliche aumentano soprattutto tra i disoccupati. Cresce il consumo di ansiolitici e antidepressivi. Stabile il fumo nella popolazione generale, ma in diminuzione tra i meno istruiti, si fuma soprattutto il trinciato e non le sigarette. Aumentano i sedentari tra i meno scolarizzati, e si fa meno sport. Rallenta il trend del sovrappeso, ma questo può dipendere anche dalla riduzione dei consumi alimentari. E' la crisi. Che peraltro ha anche effetti benefici: per esempio, si va meno in auto, riducendo così sia l'inquinamento che il numero di incidenti.
 
La crisi economica mondiale iniziata nel 2008 interferisce con molte dimensioni del benessere, tra cui la salute. Per approfondire la relazione tra crisi economica e salute in Toscana, l'Ars (Agenzia Regionale di Sanità) ha prodotto il rapporto "Crisi economica, stato di salute e ricorso ai servizi in Toscana": il rapporto verrà presentato al convegno "Gli effetti della crisi economica sulla salute della popolazione toscana. Come cambia il ricorso ai servizi?", che si terrà domani a Firenze.
 
Stamani l'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha presentato i risultati della ricerca dell'Ars nel corso di una conferenza stampa. Con lui, li hanno illustrati e commentati il direttore dell'Ars, Francesco Cipriani e il direttore dell'Irpet, Stefano Casini Benvenuti.
 
"Gli effetti della crisi - ha detto l'assessore Marroni - si registrano anche per quanto riguarda la domanda sanitaria. Per esempio, si sono ridotte (anche se in quantità minore rispetto alla media nazionale) le richieste di prestazioni specialistiche. Una riduzione che può essere anche letta in senso positivo, come maggior appropriatezza. Ma, ci dicono i ricercatori dell'Ars, altri effetti della crisi potrebbero essere avvertiti più avanti nel tempo. Questa ricerca, quindi, è per noi di grande utilità, perché ci consente di calibrare meglio i nostri servizi e i nostri interventi, in una fase, come questa, in cui stiamo riorganizzando il nostro sistema sanitario nel senso di una maggiore efficienza e rispondenza ai bisogni sanitari dei toscani".
 
Il contesto economico della crisi
«Anche in Toscana, come nel resto del Paese – sottolinea il direttore Irpet Stefano Casini Benvenuti - la situazione dall'inizio della crisi è andata via via peggiorando: dal 2007 al 2013 il reddito delle famiglie si è ridotto del 14%. E sono peggiorati anche tutti gli indicatori occupazionali: tasso di disoccupazione generale al 9% e giovanile al 22%, in aumento anche il tasso di inattività tra le donne e tra i giovani ed il numero di coloro che non cercano lavoro né studiano (NEET)».
Fino al 2010 gli ammortizzatori sociali ed il patrimonio accumulato dalle famiglie hanno attutito gli effetti negativi della crisi. Ma con il suo acuirsi, la situazione si è fatta più pesante: nel 2013 la caduta del Pil regionale sarà dell'1.3% e l'occupazione nel primo semestre si è ridotta di altre 22 mila unità. Nel 2012 e nel 2013 si registra anche una riduzione rilevante degli acquisti delle famiglie, anche di tipo alimentare: ne conseguono cambiamenti significativi anche negli stili di vita della popolazione.
 
I dati del rapporto Ars su crisi e salute
I dati toscani su fumo, alcol, sedentarietà, uso di droghe sembrano indicare che la crisi incide maggiormente su alcuni gruppi della popolazione, spesso su quelli più fragili dal punto di vista socio-economico. Non mancano però eccezioni a questa regola. Ecco i dati principali del rapporto Ars che verrà presentato al convegno di domani.
 
Crisi e fumo - In Toscana il numero dei fumatori è passato dal 35% del 1980 al 23% del 2007 (ultimo anno prima della crisi), in calo costante come in Italia. Nel periodo di crisi la percentuale dei fumatori in Toscana è sostanzialmente stabile: si registra un leggero incremento indipendentemente dal genere, solo nei più istruiti. Con la crisi cresce la vendita dei trinciati (tabacco sfuso) e cala quella delle sigarette, segnale di un maggiore orientamento dei consumatori verso prodotti più economici.
 
Crisi e alcol - La Toscana si è sempre caratterizzata, rispetto all'Italia, per un maggior numero di bevitori, soprattutto di vino, e per una maggiore quantità media di alcol consumata pro capite. In Toscana (come in Italia) la quantità di alcol consumata è in riduzione costante fin dagli anni '60, e nel periodo della crisi continua a ridursi con lo stesso ritmo degli anni immediatamente precedenti. Durante la recessione economica, in Toscana continua a diminuire - come prima della crisi - il cosiddetto "consumo a rischio" di alcol (cioè oltre 40 grammi al giorno per gli uomini, oltre 20 grammi per le donne). Nella popolazione generale si accentua la diminuzione del consumo smodato di alcol (le cosiddette "abbuffate" di alcol o binge drinking, cioè almeno 6 bicchieri di qualunque bevanda alcolica in un'unica occasione). Il binge drinking è aumentato invece tra i disoccupati, in particolare tra quelli in cerca di nuova occupazione. Ciò fa pensare che la recessione concorra in modo marginale a ridurre il consumo di alcol a livello generale, ma giochi invece un ruolo non secondario nel favorire il bere problematico nelle classi sociali più svantaggiate.
 
Crisi e attività fisica, alimentazione e peso corporeo - Con la crisi si accentua la riduzione di consumatori di carne bovina in Toscana, con un effetto paradossalmente benefico per la salute. Purtroppo però, dal 2010-2012 è diminuito anche il consumo di frutta, pesce, e latte, alimenti protettivi per molte malattie della vecchiaia. Nel periodo pre-crisi (2000-2007), la popolazione sedentaria in Toscana si era assestata intorno al 35% (rispetto al 40% dell'Italia), mentre cresceva progressivamente la quota di chi praticava una qualche attività sportiva. Con la crisi aumentano lievemente i sedentari, soprattutto tra i meno scolarizzati.
Un effetto benefico della crisi è il rallentamento del trend storico in aumento del sovrappeso, in Toscana come in Italia: questo potrebbe essere la diretta conseguenza della riduzione dei consumi alimentari. Con l'avvento della crisi  si accentuano in Italia e in Toscana le differenze di classe sociale, con una prevalenza dell'obesità e del sovrappeso maggiore nei meno istruiti.
 
Crisi e consumo di droghe - Anche nel periodo della crisi è in aumento nei giovani toscani l'uso di tutte le tipologie di sostanze (tranne l'eroina, il cui consumo resta stazionario), probabilmente a causa della riduzione dei costi sul mercato illecito e della facilità di approvvigionamento anche in internet. Per lo stesso motivo si accentua con la crisi anche il fenomeno della poliassunzione (mix di sostanze diverse).
 
Crisi e malattie – Sappiamo che, con la crisi economica, aumenta la probabilità di episodi di violenza, omicidi, suicidi e tentati suicidi, ed aumenta il consumo di farmaci ansiolitici e antidepressivi. Anche se non disponiamo ancora di dati aggiornati al 2012, possiamo affermare che con l'acuirsi della crisi la costante diminuzione del tasso di suicidio, evidente negli ultimi 20 anni in Toscana e in Italia, si interrompe. Dalla letteratura internazionale sappiamo anche che, in situazioni di deprivazione materiale, è frequente riscontrare un peggioramento delle malattie cardiovascolari, respiratorie e materno infantili. Al momento, in Toscana la crisi non sembra invece aver modificato gli andamenti di queste malattie. 
 
Crisi e ambiente  - La crisi può produrre alcuni paradossali effetti benefici sull'ambiente. Si è infatti fortemente ridotto in Toscana (come in Italia) l'uso dei mezzi privati, con una conseguente diminuzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera, in particolare nei centri urbani. Per lo stesso motivo anche gli incidenti stradali, in costante aumento fino al 2006, hanno cominciato a ridursi con l'inizio della crisi e sono tuttora in diminuzione. Alla lunga gli effetti benefici della crisi sull'ambiente potrebbero però essere controbilanciati da quelli negativi indotti dall'esaurirsi delle risorse pubbliche e degli investimenti pubblici e privati per la tutela ambientale.
 
Crisi economica e servizi sanitari  - La crisi finanziaria rischia di compromettere la sostenibilità dei sistemi sanitari. In Toscana si è scelto di applicare sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria modulati per capacità contributiva degli assistiti, tutelando così le fasce più deboli. Con la crisi si è assistito in Toscana ad una modesta riduzione della domanda di prestazioni specialistiche (-3% rispetto al -9% in Italia), che può anche essere letta (almeno inizialmente) come un ridimensionamento di quell'eccesso di medicalizzazione che per molti anni è stato denunciato da più parti.
In controtendenza rispetto alla modesta riduzione della diagnostica per immagini e delle indagini di laboratorio, le attività cliniche e la diagnostica strumentale sono invece aumentate (rispettivamente del 3% e 5% circa). Il volume delle prestazioni è diminuito, ma si registra un incremento del 4% circa della spesa complessiva.
Al momento non sono disponibili informazioni sulle prestazioni erogate nelle strutture private non convenzionate. In periodo di crisi, in Toscana il sistema pubblico continua ad essere preferito, rispetto ai soggetti privati, per le prestazioni ad alto contenuto professionale e per gli esami che richiedono tecnologie più avanzate. Rassicura anche la buona tenuta, almeno fino a tutto il 2012, degli indicatori di esito del sistema sanitario toscano, anche se alcuni effetti della crisi potrebbero evidenziarsi con tempi di latenza maggiori.

«Anche se in modo non del tutto ancora evidente – conclude il direttore dell'Ars Francesco Cipriani - per la domanda di salute e per molti degli stili di vita stanno aumentando le differenze fra i diversi strati sociali della popolazione: pur con qualche eccezione, risultano più svantaggiati i meno abbienti, meno svantaggiato chi ha più risorse». L'Ars continua comunque a monitorare, insieme ad altri enti ed istituti regionali, l'impatto sociale e sanitario della crisi e l'efficacia delle politiche di contenimento messe in piedi dalla Regione Toscana. 
 
Fonte: Regione Toscana

23 ottobre 2013
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