Visto la piega che sin dall’inizio della discussione sul PNRR, aveva preso la faccenda sui medici di medicina generale (MMG),avevo giurato a me stesso che non avrei più scritto articoli su questo argomento. E infatti in tutti questi mesi mi sono limitato a leggere quelli degli altri.
Come forse ricorderete (QS, 4 ottobre 2021), avevo proposto la soluzione della “terza via” (né convenzione, né dipendenza) praticamente una riforma del MMG introducendo due idee:
Per me, in sostanza, a ragionare bene sulla crisi conclamata del MMG, soprattutto in una pandemia, tanto la convenzione che la dipendenza, quali soluzioni giuridiche risultano inadeguate perché entrambe al disotto delle sfide e delle necessità del nostro tempo Cioè al di sotto della crisi.
Cioè per me, se è vero che esiste una crisi del MMG, allora il problema non è né solo giuridico e né solo contrattuale. Ma è molto di più.
Non ho mai creduto, dopo mezzo secolo di storia della medicina generale, con tutto quello che nel frattempo è accaduto in questa società, che per i MMG bastasse una soluzione giuridica cioè che si potesse risolvere la loro crisi storica senza una riforma delle prassi.
Ma le mie riserve, a questo proposito, le ho già espresse e non serve ripeterle (QS, 27 settembre 2021).
Non era aria
Nel gioco a somma zero, ricordo, il guadagno di un giocatore è bilanciato dal guadagno di un altro giocatore con un vantaggio uguale e opposto.
Da una parte, le regioni, convinte che i MMG sono dei lavativi e dall’altra, i presunti lavativi, convinti di essere forti e invincibili e determinati a difendere il tesoretto accumulato in quasi mezzo secolo di libera professione.
Salomone
Poi esce l’articolo di Luciano Fassari (QS, 27 maggio 2022) che ci spiega il giochetto a somma zero pensato da questi geni della politica e cioè che:
Cioè per non scontentare nessuno alla fine si è pensato di fare due MMG diversi, uno per accontentare le regioni e uno per accontentare i sindacati. In pratica a convenzione invariante si è come deciso di segare il MMG in due metà.
Esattamente come Salomone che pensò anche lui di ricorrere al gioco a somma zero cioè di tagliare in due il bambino conteso da due madri per darne a ciascuna di loro una metà.
In realtà quello di Salomone fu solo uno stratagemma per capire chi delle due madri fosse quella vera. Che giustizia sarebbe stata quella di squartare il bambino?
Ma la soluzione che la politica, a quanto pare, sta adottando non è per niente uno stratagemma salomonico, è reale. Questi pazzi scellerati vogliono davvero segare in due il bambino, del tutto incuranti della sua sorte e senza che ci sia un “mezzo sindacato” che faccia qualcosa per salvarlo? Siamo “a un pezzo per ciascuno” così tutti sono contenti?
Democristianamente
Accontentare “democristianamente” tutti, cioè regioni e sindacati, vuol dire che la partita è solo a due. E’ incredibile come in tutta questa vicenda il malato, il cittadino, la società, siano stati totalmente “sussunti” cioè ricondotti all’a priori dogmatico delle logiche del puro interesse sia amministrativo che sindacale.
Cioè è incredibile come tutti, a partire da Speranza, si riempiono la bocca della centralità del cittadino e tutto sia stato deciso come se i cittadini non esistessero neanche per “isbaglio”. Ma di quale centralità parlate se al centro di tutto ci sono solo i vostri interessi cioè solo ciò che conviene al medico e all’assessore?
Nessuna riflessione è stata fatta sulle prassi e sulle modalità di cura e di assistenza che oggi servirebbero. Nessuna.
Due mezzi medici non saranno mai come un medico intero
Io non credo che oggi, la furbata del gioco a somma zero sarà priva di conseguenze “politiche”. In tutta sincerità non credo che il gioco, concordato tra governo regioni sindacati, sia a somma zero. In questo gioco cinico tutti credono di aver vinto ma se si guarda ai processi in corso, alle sfide aperte, agli appuntamenti con la sostenibilità, alle prospettive, in realtà, tutti hanno perso. Eccome.
Se a vincere è solo il cinismo degli interessi, a parte i cittadini, perdono sia gli apologeti della convenzione che i sostenitori della dipendenza. Oggi oggettivamente il MMG di una volta non c’è più. Ma perdono anche gli assessori che si illudono di risolvere i loro problemi di “prossimità” (come direbbe Speranza) con un “mezzo medico” obbediente che deve fare quello che l’altro “mezzo medico” disobbediente non fa.
La verità è che accettar di segare in due il medico fregandosene delle persone, fatemelo dire, è proprio una “gran cazzata”. Una metà con la scusa della libera scelta continuerà a farsi i cavoli suoi e un’altra metà dovrebbe fare l’impiegato solerte. Un'altra “gran cazzata” è pensare che due mezzi medici facciano 1 medico. Non sarà così.
I due mezzi medici prima di tutto si preoccuperanno di non superare le 20 ore negli studi privati e le 18 ore in quelli pubblici, ma la somma di quello che essi faranno nella realtà sarà sempre meno di quello che faceva un medico intero. Cadrà tutto il facoltativo, la contingenza, la situazione, gli atti volontari. Le risposte in tempo reale.
Si dimostra così l’insussistenza di quel famoso principio olistico il tutto è più della somma delle parti. La somma di due mezzi medici non sarà mai uguale a un medico intero.
Da burocrati a “struscia bidoni”
In questa brutta storia a parte i cittadini, chi paga il prezzo più alto alla lunga saranno proprio i medici e i loro sindacati. Che pagheranno così la loro miopia a caro prezzo. Accettare di diventare “mezzi medici” fatalmente li trasformerà nel tempo da “burocrati” a “struscia bidoni”.
A situazioni non impedite questa è la carriera che prevedo per gli ex ormai MMG.
Se per l’assessore l’importante è che il cittadino quando ha bisogno trovi qualcuno, che risponda al telefono, che si faccia trovare nelle case della salute, allora vuol dire che quello che conta per davvero è presidiare il territorio non curare le persone.
Ma se è così se non conta più “chi” cura e “come” si cura, allora non serve avere dei medici bravi ma basta e avanza avere degli “struscia bidoni”.
Mi auguro naturalmente che le cose andranno diversamente ma se andranno come io temo con gli “struscia bidoni” i sindacati per primi avranno distrutto del tutto la loro professione.
Se i cittadini sono gli sconfitti allora il MMG ha perso
Resta il fatto nudo e crudo che l’idea dei due mezzi medici, dei due orari, dei due luoghi di cura, è stata decisa a dispetto dei cittadini. Non credo che quello che vogliono i cittadini sia quello che credono gli assessori. I cittadini non vogliono “struscia bidoni”. Ma bravi medici e possibilmente interi.
Ma se i malati perdono è difficile che i medici vincano. Avrebbero dovuto essere i MMG per primi a capire la drammaticità della “questione medica”. MMG e “questione medica” sono praticamente la stessa cosa. Ma i MMG della questione medica se ne sono fregati. Tirandosi così la zappa sui piedi.
Essi soprattutto dopo la pandemia avevano una sola possibilità per rilegittimarsi agli occhi di questa società: a partire dalla “questione medica” mettersi in discussione, aprirsi al cambiamento e schierarsi senza ambiguità dalla parte dei cittadini.
Negando la “questione medica” i MMG si sono chiusi ogni possibilità di rinascita.
A condizioni non impedite (sia chiaro) se allargo lo sguardo sulla sanità oggi vedo due cose:
Conclusioni
Che dire? In meno di mezzo secolo e con una pandemia tra i piedi, sul MMG non siete riusciti a partorire neanche una mezza idea di riforma in compenso però siete riusciti a distruggere un patrimonio di valore immenso.
Con gli “struscia bidoni” il paese perde un grado importante di civiltà e di nuovo, i cittadini più deboli, come negli anni ‘90, saranno costretti a fare un altro passo indietro perdendo il sacrosanto diritto di avere molto semplicemente un vero MMG. Davvero bravi.
Ivan Cavicchi