Agenas e Crea. Ecco come determinare i fabbisogni della Specialistica ambulatoriale
Partendo da un’analisi del database amministrativo della popolazione della Regione Basilicata sono state individuate variabili in grado di misurare sia la quota di consumi presumibilmente inappropriati, sia quella dell’unmet needs per carenza di offerta o per bisogni non diagnosticati o non percepiti. Un modello esportabile anche in altre regioni e altri comparti. Da Agenas la fotografia nazionale
22 NOV - Offrire una metodica alternativa per la determinazione dei fabbisogni della specialistica ambulatoriale che, superando i metodi meramente contabili o legati solo all’età dei pazienti, valuti attraverso una robusta base scientifica variabili in grado di misurare sia la quota di consumi presumibilmente inappropriati, sia quella dell’unmet needs per carenza di offerta o per bisogni non diagnosticati o non percepiti.
Sono questi gli obiettivi della ricerca sulla determinazione dei fabbisogni di specialistica ambulatoriale, realizzata da Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (
Agenas) e dal Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità (
Crea Sanità) per fornire uno spunto di riflessione a favore delle Regioni e degli enti di programmazione del Ssn, impegnati nell’erogazione di questo tipo di prestazioni.
Alla base dell’indagine, l’analisi del database amministrativo della popolazione della Regione Basilicata - composta da poco meno di 600mila abitanti – che ha consentito di individuare i bisogni di salute, collegandoli ad una serie di fattori quali l’età, il genere, le caratteristiche socio-economiche (comprese quelle familiari), il livello di istruzione, il correlato livello di reddito, oltre che alcune caratteristiche “geografiche”, ad esempio la residenza nei centri urbani o periferici.
“Le metodologie che abbiamo sviluppato rappresentano uno strumento a supporto delle politiche sanitarie - sottolineano
Barbara Polistena (Università di Roma Tor Vergata) e
Federico Spandonaro (Università Telematica San Raffaele Roma) del Crea Sanità - e hanno un duplice valore: quello di offrire una robusta base scientifica alla definizione dei bisogni della popolazione; dall’altra quella di permettere tanto la valutazione della quota di consumi presumibilmente inappropriati, quanto quella del sotto-consumo per carenza di offerta. In questo modo, si risponde sia alle esigenze di programmazione regionale, sia a quelle di garantire equità di accesso alla popolazione. L’esperienza fatta con la specialistica ambulatoriale è, peraltro, estensibile anche ad altre aree di assistenza, dando un fondamento più solido ai meccanismi di riparto”
Nel modello esplorativo usato da Crea sono state messe sotto la lente il numero di prestazioni fruite dalla popolazione della Basilicata tra il 2017 e il 2019 rispetto a sei tipi di prestazioni: Diagnostiche (D); Laboratoriali (L); Riabilitative (R); Terapeutiche (T); Visita (V); Non classificate (NA). Tra le variabili individuate per metterle in relazione tra loro sono utilizzate oltre al sesso alla Asl di residenza e alle fasce di età, la quota di prestazioni fruite presso strutture accreditate, il numero di ricoveri ordinari, dei ricoveri diurni e delle prescrizioni farmaceutiche. E ancora il numero di esenzioni attive in quegli anni (comprensive di esenzioni per patologie e/o condizioni economiche), la tipologia di esenzione prevalente (nessuna, limitata, totale), il tipo di patologie per le quali l’individuo fruisce di esenzioni e il tipo di situazioni socio-economiche (in particolare, fascia di età e situazione economica: disoccupazione o fruizione di assegno sociale e/o pensione minima). Manca la variabile del titolo di studio che avrebbe consentito un maggiore approfondimento.
Dall’analisi, tra i molti scenari valutati, è emerso che gli uomini consumano per prestazioni diagnostiche il 19% in meno delle donne a parità di condizioni (con variazioni tra Asl e Asl), i bambini ovviamente consumano molto meno dei 55enni e che chi ha tra i 55 e i 75anni consuma di più, mentre tra gli over 75 le prestazioni specialistiche diminuiscono anche perché crescono le ospedalizzazioni.
E ancora, chi è totalmente esente per reddito consuma il 95% in più rispetto a chi non ha esenzioni, sempre a parità di condizioni (dato questo dal quale si potrebbe desumere una mancata approprietezza dei consumi); mentre chi vive nelle zone ultra periferiche consuma molto meno di chi vive nel centro città (-15%).
Sono state quindi fatte delle simulazioni per capire cosa avverrebbe se sull’intera popolazione della Basilicata si riducesse del 30% la stima dei bisogni della prestazioni per gli esenti per reddito, e cosa avverrebbe se invece si aumentassero del 10% i bisogni di prestazioni di chi vive nelle ultra periferie.
I risultati nel primo caso sono stati che le prestazioni per la diagnostica diminuirebbero del -3,2% e quelle per il laboratorio del 2,0%; nel secondo caso gli effetti dell’aumento del 10% dei bisogni (prestazioni) della popolazione residente in ultra periferia poterebbero a un +0,3% per la diagnostica e ad un +1,6% per il laboratorio.
Sono state realizzate poi analisi multilevel per esplorare l’esistenza di una relazione tra le prestazioni ambulatoriali specialistiche fruite dalla popolazione e i medici di medicina generale che hanno consentito di fotografare sovraprescrizioni ed anche sottoprescrizioni da parte dei medici.
“Con dati routinariamente disponibili è possibile fare un passo avanti significativo nella corretta stima dei bisogni – ha detto Spandonaro – cogliendo elementi di inappropriatezza o di sottostima dei fabbisogni. I dati sono statisticamente robusti e possono rispondere sia alle esigenze di programmazione regionale, sia a quelle di garantire equità di accesso alla popolazione. L’esperienza fatta con la specialistica ambulatoriale è, peraltro, estensibile anche ad altre aree di assistenza, dando un fondamento più solido ai meccanismi di riparto. La sfida ora è replicare questo tipo di esercizio magari integrando le informazioni socio-economiche come il titolo di stidio e soprattutto dare continuità al monitoraggio per evitare che queste analisi diventino esercizi menarmene accademici”.
Se il Crea ha lavorato sui dati della Basilicata,
Agenas ha scattato una fotografia nazionale presentata dall’ingegnere
Giulio Siccardi Uoc Sistemi informativi, patrimonio, gestione della logistica e provveditorato, portale della trasparenza su come è stata gestita l’erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale durante la pandemia. Un dato su tutti, la regione Campania ha reagito bene durante la pandemia erogando addirittura più prestazioni di specialistica ambulatoriale nonostante il Covid
“Sono molto soddisfatto del lavoro di supporto metodologico che l’Agenzia e il Crea Sanità hanno svolto oggi nei confronti delle Regioni e delle Aziende del Servizio sanitario nazionale. Le prestazioni di specialistica ambulatoriale – ha detto il Presidente dell’Agenzia Prof.
Enrico Coscioni – sono una delle principali richieste di servizio da parte dei nostri cittadini/pazienti e, dunque, provare a implementare processi sempre più sofisticati di definizione dei fabbisogni è uno degli obiettivi che caratterizza l’attività di Agenas.”
“Ritegno importante - dichiara il Direttore Generale di Agenas
Domenico Mantoan – che l’Agenzia promuova momenti di confronto tra gli stakeholder del Servizio sanitario nazionale con l’obiettivo di individuare modelli di analisi con una fondata valenza scientifica. Il dibattito di oggi sono certo darà un importante supporto alle Regioni e alle Province Autonome nella loro attività di analisi e individuazione dei fabbisogni di prestazione di specialista ambulatoriale, rendendo quest’ultime più aderenti ai reali bisogni di salute anche grazie ad un’equa distribuzione dei servizi sul territorio.”
22 novembre 2021
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