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Ripa di Meana (Presidente Fiaso): “Lontani dal finanziamento per costi standard”


26 FEB - “Il ruolo delle Regioni nel finanziamento di Asl, AO e IRCCS – commenta il Presidente FIASO, Francesco Ripa di Meana – vive di una tensione tra tre differenti esigenze: una logica di incentivazione all’efficienza, e quindi all’utilizzo razionale ed efficace delle risorse, il bisogno di mantenere l’equilibrio finanziario, resosi ancora più stringente negli anni della spending review, e la necessità di garantire l’erogazione di un servizio irrinunciabile e universale, a tutela del diritto alla salute. Ne consegue che il sistema di finanziamento è modellato in misura solo marginale sulla valutazione delle risorse necessarie per erogare, in condizioni di efficienza, livelli di salute individuati in sede programmatoria nazionale o regionale, in base al principio dei costi e dei fabbisogni standard”.
 
E tra i fattori che determinano questa distorsioni Ripa di Meana rimarca “in primo luogo l’accentramento di fondi mantenuti nelle disponibilità delle Regioni. Per questo criteri extra contabili finiscono poi per prevalere sulla valutazione dei risultati ottenuti dalle Direzioni generali” e sempre per queste ragioni, secondo il Presidente FIASO, è necessario superare alcune ambiguità. Cominciando con “l’aggiornamento e la revisione delle tariffe di rimborso per prestazione, ormai urgente, così come una loro estensione oltre gli ambiti coperti sino a oggi e cioè, principalmente, ricoveri e specialistica ambulatoriale”.
 
Per Ripa di Meana si possono ipotizzare “meccanismi di valutazione del tasso di adeguamento aziendale agli standard di finanziamento dettati a livello regionale, o benchmarking sui costi unitari di fattori di produzione strategici in termini di miglioramento dei livelli di efficienza e appropriatezza, intesi come driver dei costi standard”.
 
Rispetto agli accorpamenti Ripa di Meana ha sottolineato infine come “il processo di accorpamento rischia di nascondere le iniquità. Da un lato il valore unitario per esempio sulle province è meglio mentre prima c’erano delle differenze. Ma è impossibile ora sapere dove vanno le risorse in un’ottica che invece deve tenere conto delle differenze dei vari territori. Tutto questo non si vede di più”.

26 febbraio 2015
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