Le raccomandazioni della Corte: “Centrali d’acquisto, prevenzione e assistenza territoriale”
19 GEN - Nella sua Relazione la Corte dei conti oltre a mettere in luce i numeri e aggregarli evidenzia anche qual è la strada da seguire per sostenere il Ssn. Dalla centralizzazione degli acquisti per beni e servizi alla dematerializzazione fino allo sviluppo dell’assistenza territoriale, fino allo sviluppo di politiche per la prevenzione.
“Il processo di revisione della spesa sanitaria – si legge nel documento - iniziato con i Piani di rientro delle regioni con Sistemi sanitari in deficit strutturale a partire dal 2006 e proseguito con il Dl 95/2012, per essere efficace senza compromettere il principio di equità nell’erogazione dei LEA,
dovrà essere più selettivo e reinvestire risorse nei servizi sanitari relativamente più carenti, traendole dai settori dove vi sono ancora margini di inefficienze da recuperare, come nel caso degli acquisti di beni e servizi non effettuati mediante ricorso a centrali regionali d’appalto o a specifiche convenzioni CONSIP, dell’inappropriatezza prescrittiva e delle prestazioni rese in ambito ospedaliero (da monitorare con più estesi controlli sugli operatori accreditati, pubblici e privati), e basarsi anche su processi “molecolari” di riorganizzazione dei percorsi terapeutici condotti a livello di singole Unità assistenziali”.
Accanto a misure ad impatto “immediato” sui livelli di spesa, per la Corte anche il “
potenziamento dei programmi di medicina preventiva (uno degli obiettivi indicati per il Servizio sanitario nazionale dal Piano nazionale delle riforme presentato con il DEF 2014), è uno strumento capace, sul medio-lungo periodo, migliorando le condizioni generali di salute della popolazione, di generare minore spesa sanitaria e maggiore appropriatezza nell’uso delle risorse.
Le Regioni, inoltre, dovranno effettuare una più attenta e puntuale
programmazione annuale dei fabbisogni assistenziali emergenti nei rispettivi territori, al fine di adeguare l’offerta di servizi ai nuovi bisogni sanitari, prodotti anche dal peso crescente delle malattie degenerative conseguente all’invecchiamento progressivo della popolazione, oppure dalle nuove, e relativamente più costose, classi di farmaci “biologici” ad alto contenuto tecnologico, in grado di trattare più efficacemente e selettivamente diverse categorie di patologie tumorali”.
19 gennaio 2015
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