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Giovedì 07 GIUGNO 2018
Prevenzione e vaccini. Ecco come ottimizzare le politiche vaccinali in Italia in dieci mosse
A dettare le coordinate il progetto “Valore in Prevenzione” sviluppato dalla Fondazione Smith Kline, in collaborazione con Vihtali, spin off dell’Università Cattolica, Cergas Sda Università Bocconi e Center for Digital Health Humanities, presentato oggi a Roma. Obiettivo: dare valore all’esperienza anche emotiva dei vaccini, attraverso una comunicazione che integra dati scientifici e storytelling. LE DIECI MOSSE
Realizzare una strategia dell’offerta vaccinale complessiva, strutturata ed evidence-based, e implementarla in modo omogeneo sul territorio nazionale per rendere subito disponibili i vaccini più innovativi. Puntare i riflettori sui gruppi vulnerabili e/o difficili da raggiungere quali immigrati e gruppi svantaggiati dal punto di vista socio-economico. Mettere sotto la lente quei siti “super-spreading” (ad alto rischio contagio) come le scuole. Attuare operazioni di contrasto proattivo a quelle sacche di resistenza alla vaccinazione in grado di facilitare il propagarsi delle epidemie (il cosiddetto fenomeno “Small World”). E ancora, favorire lo sviluppo dell’innovazione digitale per supportare l’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale, con un aggiornamento delle schede individuali. Infine, orientare le scelte dei cittadini comunicando la scienza non solo con i nudi dati della ricerca, ma dando valore all’esperienza anche emotiva dei vaccini, attraverso una comunicazione che integra dati scientifici e storytelling.
Sono queste, in sintesi, le indicazioni per ottimizzare le politiche vaccinali in Italia, massimizzare l’efficacia della prevenzione e l’uso razionale delle risorse, emerse dal Progetto “Valore in Prevenzione - Programmare, organizzare, gestire e comunicare le politiche vaccinali in Italia” presentato durante l’evento “Value Based Prevention”, organizzato oggi presso la sede della Stampa Estera a Roma, nel corso del quale ha debuttato il sito web - www.gemmaeivaccini.it - dedicato a ‘comunicare i vaccini’ in modo nuovo: è storia delle due vite parallele che una bambina nata oggi potrebbe avere in due mondi diversi. In uno, tutti si vaccinano; nell’altro la maggioranza inizia a rifiutare la vaccinazione.
Il progetto - sviluppato dalla Fondazione Smith Kline, in collaborazione con Vihtali, spin off dell’Università Cattolica, Cergas Sda Università Bocconi e Center for Digital Health Humanities – ha voluto proporre un quadro logico per la valutazione e il miglioramento continuo del sistema vaccinale secondo un’ottica “value-based” e di gestione razionale delle risorse. Una visione improntata all’integrazione di tutti gli attori coinvolti, professionali e istituzionali, per favorire delle reti cliniche valutabili secondo i principi di efficacia e valore, efficienza e ottimizzazione dei processi, e sviluppare strumenti informatizzati puntuali, per il monitoraggio delle coperture e per la verifica “real life” e “value based” delle politiche vaccinali.
Lo studio ha messo in relazione le prove di efficacia pubblicate, con le strategie e i progetti che le istituzioni, l’accademia e le società scientifiche hanno promosso nel nostro Paese per rispondere alle principali sfide del breve, medio termine in ambito di definizione delle priorità e programmazione, organizzazione, gestione e comunicazione delle politiche vaccinali.
“Prevenzione e valore sono concetti tra loro strettamente associati, sia a livello economico che umano e sociale – ha affermato Giuseppe Recchia, vice presidente di Fondazione Smith Kline; basti pensare che ogni dollaro speso nella vaccinazione infantile genera 3 dollari di risparmio nella prospettiva del Ssn e 10 in quella della società e che ogni euro speso per la vaccinazione può liberare 24 euro reinvestibili in assistenza clinica per chi si ammala”.
Le 10 raccomandazioni. L’Italia presenta un’offerta di vaccinazioni attiva e gratuita tra le più ampie in Europa, che si è completata nel corso dell’ultimo biennio attraverso la Legge del 31 luglio 2017, n. 119, l’implementazione del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (Pnpv) e la revisione dei Lea.Nonostante l’impegno delle Istituzioni, sottolinea la Fondazione Smith Kline, non mancano però criticità, in particolare in quattro macro-aree: programmazione, organizzazione, gestione e comunicazione. Aree sulle quali il mondo delle Istituzioni e dei professionisti con responsabilità nella prevenzione in Italia dovrebbe proporre delle soluzioni “condivise”, finalizzate ad azioni da porre in atto nel breve/medio termine.
Ecco quindi che sono state stilate 10 raccomandazioni per rendere maggiormente omogenea sul territorio nazionale l’implementazione del piano nazionale vaccini e, in prospettiva, più strutturata la definizione di priorità in ambito vaccinale. Ma una volta terminata la fase di analisi e la definizione delle raccomandazioni, l’obiettivo del Progetto a breve termine è realizzare un progetto pilota che coinvolga i Servizi Sanitari Regionali condiviso con i professionisti, i cittadini e le istituzioni, per verificare la fattibilità delle proposte e/o raccomandazioni avanzate dal Gruppo di Progetto.
Gli scenari regionali. Ma non solo, nell’ambito del progetto è stata svolta un’analisi di mappatura dei progetti regionali per la promozione della vaccinazione da cui è evidente lo sforzo in atto, ma con differenti velocità tra le differenti regioni.
È emerso in primis che comunicare la scienza è molto diverso dal produrla. “Quando si comunica la scienza i fattori emotivi possono diventare un prezioso alleato o un terribile nemico, e a volte le due cose insieme – rileva il paper – se noi desideriamo che le persone facciano scelte più razionali, dobbiamo fare di più che presentare quelle scelte come razionali; è fondamentale renderle scelte emotivamente rilevanti. A tal fine può essere molto utile l’utilizzo dello storytelling quale strumento integrativo alle strategie di comunicazione della promozione vaccinale di sistema diretta al singolo cittadino (attraverso il web, con il sito www.gemmaeivaccini.it) e a supporto dei singoli professionisti (materiali dedicati e formazione complementare alla narrazione)”.
“Alla luce della nuova offerta vaccinale prevista dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 – hanno sottolineato Carlo Favaretti, Claudio Jommi, Andrea Silenzi e Cristina Cenci, i principali autori del progetto – i processi e le dinamiche delle strategie di promozione vaccinale necessitano di un impegno strutturato, di una sinergia efficace dei professionisti, di nuove competenze da mettere in campo. Guidare il cambiamento in un sistema complesso quale quello vaccinale significa assumersi responsabilità e supportare coerentemente una visione che, se applicata in modo consapevole, può diventare vera e propria stewardship vaccinale, intesa come gestione responsabile che introduce un principio etico nella valorizzazione delle risorse, favorendo la convergenza dei diversi interessi e contributi nei processi decisionali, a tutela della salute nazionale”.
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