Coronavirus. Lombardia attacca: “Ci hanno dato mascherine che sono fazzoletti inutilizzabili”. La replica della Protezione civile: “Polemiche senza fondamento”
L’assessore Gallera critica la qualità delle mascherine che sono arrivate: “Noi non vogliamo fare polemica, però è evidente che non è possibile utilizzarle”. Borrelli: “Il Dipartimento di protezione civile lavora h24 dall'inizio dell'emergenza e stiamo continuando a cercare mascherine, respiratori e materiali per la cura”.
14 MAR - “Oggi le mascherine che possono essere usate sono le FFp2 o FFp3, o anche quelle chirurgiche, invece ci sono mandate quelle che sono un fazzoletto, un rotolo di carta igienica, e non sono marchiate Ce”. Lo ha detto l'assessore alla Sanità della Lombardia
Giulio Gallera a
SkyTg24.
“Noi non vogliamo fare polemica, però è evidente che non è possibile utilizzarle - ha sottolineato Gallera - questo non è considerato accettabile. C'è un'emergenza mascherine che va risolta con i giusti presidi. La Lombardia sta facendo uno sforzo pazzesco, almeno dateci gli strumenti adeguati”
La replica di Borrelli. “Il Dipartimento di protezione civile lavora h24 dall'inizio dell'emergenza e stiamo continuando a cercare mascherine, respiratori e materiali per la cura”. Così il commissario
Angelo Borrelli durante la conferenza stampa odierna dove ha giudicato le polemiche sulle mascherine avanzate dalla regione Lombardia “del tutto destituite di fondamento”.
“Mi auguro che da parte di altre istituzioni ci possa essere maggiore coesione - aggiunge -. Permettetemi di dirlo, da parte di chi lavora da anni per migliorare la risposta del nostro Paese”.
“Noi - ha precisato - abbiamo contrattualizzato mascherine per oltre 55 milioni. Al 14 marzo, ne abbiamo consegnate 5 milioni”, ma “ciò che si sta verificando, in tutto il mondo, è una chiusura delle frontiere alle esportazioni: l'India la Romania, la Russia, cioé quei mercati nei quali i nostri fornitori avevano recuperato mascherine, hanno chiuso, così come ha fatto la Francia”. “Il lavoro che stiamo facendo noi è faticoso - ha aggiunto Borrelli -. Si lavora fino a notte tarda e la mattina dopo magari non si riceve conferma dell'ordine. E' un problema non solo italiano, ma internazionale”.
14 marzo 2020
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