Coronavirus. Tutta la Lombardia “zona rossa”? Iss non esclude a priori: “Stiamo valutando”. Tra 200 e 250 operatori sanitari in ‘quarantena’. Da inizio epidemia i casi positivi a quota 4.636
La possibilità che tutto il territorio lombardo, o più probabilmente solo altre zone della Regione, possano diventare zona rossa non è esclusa a priori dal presidente dell'Iss che rispondendo a una domanda in tal senso ha detto che “la Regione ha posto la questione e che il Comitato Tecnico sta discutendo eventuali comportamenti o provvedimenti da adottare”. Rispetto a ieri i casi positivi sono saliti di 778 unità, i decessi totali sono 187 e le persone guarite 523. Allo studio anche misure per punire chi ha comportamenti scorretti che possono mettere a rischio la salute. IL REPORT
06 MAR - "Si sta pensando a una nuova zona rossa nel Bergamasco o addirittura in tutta la Lombardia?". La domanda del cronista del TG 2 arriva al termine del briefing quotidiano sul coronavirus alla Protezione Civile e il tema posto diventa la notizia del giorno perché nella sua risposta il presidente dell'Iss non lo esclude a priori: “La realtà della Lombardia è particolare, i dati mostrano un aumento in alcune aree più che in altre. La Lombardia ha sottoposto la questione, il Comitato Tecnico sta lavorando attentamente, sta discutendo eventuali comportamenti o provvedimenti da adottare. Il tema è in fase di discussione e di analisi”, sottolinea Brusaferro, di fatto non chiarendo nel dettaglio cosa verrà deciso, quando siamo ormai alla vigilia della scadenza del provvedimento riguardante le zone rosse che attualmente sono solo due e limitate a 11 comuni del lodigiano in Lombardia e al comune di Vò in Veneto.
Ma il presidente dell'Iss non ha neanche smentito la possibilità che resterebbe in teoria aperta. Un'ipotesi che, se adottata, rappresenterebbe indubbiamente una svolta importante nelle politiche di contenimento sin qui prese, andando ad impattare su una delle Regioni più popolose e attive del Paese con i suoi 10,4 milioni di abitanti e circa un quinto del PIl nazionale al suo attivo.
Nel corso della serata però i boatos hanno smorzato l'ipotesi di una quarantena per tutta a Regione mentre la possibilità di estendere le attuali aree della zona rossa ad altre località si è fatta via via sempre più possibile.
Per il resto il monitoraggio dell'andamento dell'epidemia in corso registra che i casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 4.636 (+778 rispetto a ieri), tra cui 523 persone guarite (+109 rispetto a ieri) e 197 (+49 rispetto a ieri) che sono compresi in una fascia di età tra i 62 anni ai 95 anni con fragilità e diverse patologie. In tutto ad oggi sono stati effettuati 36.359 tamponi, dei quali circa 30mila in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. A tutt’oggi quindi le persone contagiate sono 3.916 (+620 rispetto a ieri), è quanto annunciato dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18.
Il numero di contagiati (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni è il seguente: 2.008 i malati in Lombardia, 816 in Emilia Romagna, 454 in Veneto, 139 in Piemonte, 155 nelle Marche, 57 in Campania, 24 in Liguria, 78 in Toscana, 50 nel Lazio, 28 in Friuli Venezia Giulia, 22 in Sicilia, 15 in Puglia, 9 in Abruzzo, 10 nella Pa di Trento, 12 in Molise, 16 in Umbria, 4 in provincia di Bolzano, 4 in Calabria, 5 in Sardegna, 7 in Valle d’Aosta e 3 in Basilicata.
Le vittime sono 135 in Lombardia (37 in più di ieri), 37 in Emilia Romagna (+7), 12 in Veneto (+2), 4 nelle Marche, 4 in Piemonte, 3 in Liguria, 1 nel Lazio e 1 in Puglia.
Le persone attualmente contagiate sono 3.296. I pazienti ricoverati con sintomi sono 2.394, 462 sono in terapia intensiva, mentre 1.060 si trovano in isolamento domiciliare.
Per il coronavirus in Italia “i guariti sono l'11,28% del totale dei contagiati, i morti il 4,25%”. Lo ha detto il commissario Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione civile a Roma
Il commissario ha parlato anche della possibilità di prorogare le zone rosse: “Il comitato tecnico-scientifico sta analizzando le informazioni e i dati. Per domani sapremo quella che sarà la sorte delle zone rosse” del lodigiano e di Vo' Euganeo.
Borrelli ha aggiornato anche sull’approvvigionamento delle mascherine: “Il tema delle mascherine ci ha visto lavorare insieme con la Regione Lombardia, quelle che abbiamo già reperito sul mercato sono circa 900 mila. Ne sono già state consegnate 200 mila alla Regione Lombardia e domani ne consegneremo altre 71 mila assieme ad altre 10 mila di quelle chirurgiche. Abbiamo privilegiato la Regione Lombardia nella distribuzione poi non so quante loro ne sono riusciti a reperire sul mercato. Dalla settimana prossima dovremmo avere la fornitura di almeno 2 milioni di mascherine chirurgiche. Riusciremo a dare il supporto a tutte le Regioni”.
Sugli impianti di respirazione Borrelli ha precisato che la “Consip ha già aperto la gara che scadrà domani per fornire alle terapie intensive 5mila impianti di respirazione”.
Per quanto riguarda le criticità segnalate dalle Regioni il commissario ha chiarito che “è una situazione di forte impegno delle strutture, ma richieste di assistenza da fuori regione non sono arrivate al comitato operativo della Protezione civile. Tutto è rimasto gestito a livello delle singole regioni”.
Mortalità italiana, se stratificata in base all'età, è più bassa di quella di altre realtà confrontabili. “Emerge un dato importante che va a tutto merito del sistema sanitario e dei nostri professionisti: in tutte le fasce di età, la mortalità una volta stratificata, è più bassa rispetto ad altri contesti paragonabili”, ha affermato Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità in conferenza stampa (vedi anche altro articolo sul tema).
Brusaferro ha poi rivelato che “i medici e più in generale il personale sanitario esposto è tra le 200-250 persone. Si tratta di persone che in questo momento vengono valutate, e rientrano sia nella categoria dei positivi che dei contatti stretti. Nei prossimi giorni riusciremo a dare un quadro più preciso di questo tipo di situazione”.
E infine il pugno duro contro chi non rispetta le misure di prevenzione. “Le persone che sono in quarantena non devono andare in luoghi pubblici. Non è una bravata, non è una ragazzata e stiamo studiando eventuali conseguenze per un atto di questo tipo. Io sono un medico, non un giurista - ha detto il presidnete dell'Iss - non spetta a me dire quali siano le misure giuste, basterebbe il buon senso. Ma non è possibile che non si rispettino le indicazioni”.