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Coronavirus. Regioni al Governo: “Rimuovere vincoli per assunzioni in sanità e semplificare procedure d’acquisto per attrezzature”


Sono alcune delle misure contenute in un documento di proposte e interventi economici per superare l'emergenza coronavirus che i governatori hanno illustrato ieri al presidente del Consiglio. “Le misure finora messe in campo risultano insufficienti”. IL DOCUMENTO

05 MAR - Sblocco di tutti i vincoli per l’assunzione del personale in sanità, anche a tempo determinato e acquisizione semplificata delle attrezzature per sanità e protezione civile. Sono alcune delle proposte illustrate dai governatori nel corso dell'incontro del 4 marzo con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e contenute in un documento consegnato al Governo con le misure e interventi economici per superare l'emergenza coronavirus.
 
“Gli effetti socio-economici della diffusione del CORONAVIRUS – si legge nel documento -riguardano innanzitutto la minore capacità delle imprese (al netto dei settori direttamente coinvolti a sostegno dei presidi e delle tecnologie biomediche e dei prodotti farmaceutici) di poter continuare a produrre e a conservare la propria posizione sui mercati nazionali ed internazionali. La riduzione della produzione, in presenza di una elevata capacità produttiva delle imprese, ha un immediato effetto sulla produttività del sistema e sui redditi dei lavoratori, anche in presenza di un utilizzo esteso degli ammortizzatori sociali. Ciò rischia di determinare un conseguente impatto depressivo sulla domanda interna in termini sia di consumi che di investimenti in beni durevoli”.
 
“Il valore aggiunto delle Regioni maggiormente coinvolte dal blocco disposto a seguito dell’emergenza Coronavirus – si evidenzia - rappresenta nel complesso il 54% del totale Italia. È evidente che la componente privata della domanda, sia interna che estera, risente fortemente dell’incertezza determinata dagli effetti del CORONAVIRUS. Oggi i più accreditati centri di previsione stimano per l’Italia una crescita negativa, i cui effetti potranno essere mitigati soltanto da una poderosa azione di investimenti pubblici, in grado di ridare slancio alla crescita, in attesa di una progressiva stabilizzazione dei consumi, di una ripresa degli investimenti privati trainata da fattori di cambiamento come la trasformazione digitale, il miglioramento energetico-ambientale, l’introduzione di nuovi materiali e, infine, il miglioramento del nostro interscambio con i Paesi esteri, sostenuto da una ripresa delle esportazioni il cui moltiplicatore sulla crescita è particolarmente significativo”.
 
In linea generale, le Regioni “ritengono necessario operare, in primo luogo, per il mantenimento della continuità produttiva, sostenendo la continuità nei flussi di approvvigionamento e di distribuzione, nonché definendo interventi specifici sulle dinamiche occupazionali e a sostegno della liquidità delle imprese, anche al di fuori della zona rossa. Le misure finora messe in campo risultano insufficienti. Deve essere immediatamente attivato un piano straordinario di investimenti. Bisogna agire dal lato delle opere pubbliche, semplificando l’iter burocratico e della spesa sul modello del “Ponte Morandi”, attribuendo poteri speciali”.

05 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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