Declino cognitivo associato a rischio cardiovascolare negli anziani
di Will Boggs
Uno studio condotto da due ricercatrici Usa è riuscito a provare la correlazione tra declino cognitivo e rischio cardiovascolare negli anziani che non hanno patologie pregresse. Si tratta in parte di una buona notizia, in quanto alcuni elememti del rischio cardiovasoclare sono prevenibili con lo stile di vita
22 MAG -
(Reuters Health) – Il rischio cardiovascolare, da solo e insieme al carico di beta-amiloide, è associato a declino cognitivo negli anziani clinicamente normali. È il risultato della studio Harvard Aging Brain Study (Habs), coordinato da
Jasmeer Chhatwal e
Jennifers Rabin, del Massachusetts General Hospital di Boston, e pubblicato da
Jama Neurology. I ricercatori americani hanno usato i dati di 223 partecipanti per esaminare se il rischio cardiovascolare, misurato dal punteggio di rischio Framingham Heart Study general cardiovascular disease (Fhs-Cvd), era associato a declino cognitivo in anziani clinicamente normali, sia in forma additiva che sinergica con il carico di beta-amiloide.
Lo studio
I partecipanti allo studio sono stati divisi in gruppi a basso e alto rischio. Dai risultati è emerso che un punteggio più alto di Fhs-Cvd si associa ignificativamente a iperintensità della sostanza bianca (Wmh) e un minore uptake di Fdg-Pet, ma non con il carico di beta-amiloide o con volume dell’ippocampo. Il punteggio di rischio Fhs-Cvd è stato marginalmente associato alla cognizione iniziale, mentre il carico di beta-amiloide non lo era e non vi era alcuna interazione tra Fhs-Cvd e il carico di beta-amiloide con la cognizione valutata all’inizio. Al contrario, sia un più alto punteggio di Fhs-Cvd, sia un più alto carico di beta-amiloide sono associati a un declino cognitivo più rapido. E un elevato punteggio di rischio Fhs-Cvd combinato con un più alto carico di beta-amiloide aumenta la probabilità di declino cognitivo oltre gli effetti evidenziati per ciascuno dei due parametri preso singolarmente.
I commenti
Chharwal e Rabin si sono dette particolarmente sorprese dal fatto che “il rischio vascolare resta fortemente associato al declino cognitivo, anche dopo aver preso in considerazione comuni biomarker come la beta-amiloide, il volume dell’ippocampo, il metabolismo del glucosio misurato dalla Fdg-Pet e la Wnh”. Questo studio suggerisce che il calcolo del rischio vascolare può andare a integrare i
biomarker esistenti per identificare gli individui a maggior rischio di declino cognitivo. Si tratta di unascoperta è importante perché suggerisce che un elevato rischio vascolare può accelerare il declino cognitivo nelle prime fasi della malattia di Alzheimer. La buona notizia è che la maggior parte dei fattori di rischio cardiovascolare sono modificabili”.
Fonte: Jama Neurology
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
22 maggio 2018
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Scienza e Farmaci
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy