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Aids. Antiretrovirali efficaci anche per evitare diffusione del virus


Uno studio basato sui dati dell’Africa subsahariana dimostra che l’uso dei farmaci disponibili per prevenire il contagio all’interno delle coppie stabili in cui uno dei due partner è sieropositivo potrebbe convenire anche economicamente rispetto al trattamento post-infezione.

17 NOV - Oltre alla malattia in sé, una delle cose che pesano di più sulla qualità della vita di una persona sieropositiva è la paura di contagiare familiari e amici. Questa cresce ancor di più quando chi ha il virus Hiv ha un partner stabile, che rischia di infettare nel caso di rapporti non protetti o incidenti nell’uso del preservativo. Ma secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLoS Medicine per le cosiddette “coppie sierodiscordanti” potrebbero esserci buone notizie: ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno infatti scoperto che la terapia antiretrovirale potrebbe essere conveniente non solo come trattamento, ma anche come profilassi per ridurre il rischio di trasmissione del virus.
La terapia antiretrovirale (Art) è usata infatti in generale sui pazienti già infetti e la Higly Active Anti-Retroviral Therapy (Haart), ovvero la terapia retrovirale altamente attiva, ha consentito a tutti quei malati che in precedenza non avrebbero avuto alcuna speranza di condurre una vita normale, di avere un’aspettativa e una qualità di vita molto migliori. Negli ultimi anni i farmaci usati per questo tipo di trattamenti sono risultati efficaci anche per ridurre i tassi di contagio, prevenendolo per coloro che potrebbero essere stati a contatto col virus. La ricerca dell’Imperial College dimostra oggi che questo metodo non solo è efficace, ma può essere anche conveniente dal punto di vista economico.
Per evitare l’infezione di un partner di persona sieropositiva, infatti, potrebbe essere quantomeno equivalente, da un punto di vista dei costi, fornire cure preventive al partner non infetto piuttosto che iniziare una terapia antiretrovirale su quello sieropositivo (come invece prevedono le attuali linee guida contro l’Aids). Addirittura, sempre secondo lo studio, potrebbe essere più conveniente iniziare la profilassi prima della vera e propria cura sul partner affetto da virus Hiv.
Sebbene i costi delle cure preventive siano molto alti, infatti, i soldi risparmiati dall’evitare l’infezione li controbilanciano, perché si risparmia sulla cura per tutta la vita che l’eventuale contagio comporterebbe. Soprattutto per tutte quelle zone a rischio in cui ci sono persone con partner multipli o che usano poco il preservativo, quest’analisi potrebbe essere particolarmente utile: la profilassi potrebbe diventare un altro degli approcci possibili, insieme alla diffusione della contraccezione, dei programmi di circoncisione maschile e, ovviamente, dei trattamenti antiretrovirali. È il caso, ad esempio, dell’Africa subsahariana, dove pochi usano i preservativi e il 10% delle coppie stabili sono sierodiscordanti.
In particolare, infatti, è stata proprio questa zona geografica la fonte di informazioni per lo sviluppo del modello che ha portato il risultato. I ricercatori hanno usato i dati del Sud Africa per simulare la diffusione dell’infezione da Hiv e la progressione della malattia tra le ipotetiche coppie sierodiscordanti eterosessuali. “Speriamo che questo studio possa essere utile per informare di tutte le scelte possibili per prevenire la diffusione del virus. Specifichiamo però, che ci sono altre considerazioni da fare, oltre a quelle che riguardano i costi dei farmaci. Per esempio bisogna assicurarsi che tutte le coppie abbiano accesso alle cure o ai trattamenti disponibili, e che magari possano anche scegliere quali sono quelle che preferiscono usare.”
Laura Berardi

17 novembre 2011
© Riproduzione riservata

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