Gli esperimenti
Sabyasachi Sen, della George Washington University di Washington, e colleghi hanno testato il sucralosio, un dolcificante a basso contenuto di calorie ampiamente utilizzato, su cellule staminali prelevate da tessuto grasso umano. In particolare, hanno messo in coltura le cellule per imitare un ambiente che promuove l'obesità e hanno quindi aggiunto sucralosio a una dose simile alle concentrazioni riscontrate nel sangue delle persone con alto consumo di questo dolcificante.
A questa dose, i ricercatori americani avrebbero osservato la sovraregolazione dei geni correlati alla produzione di grassi e infiammazione. In un esperimento separato, il team ha analizzato campioni di biopsia di grasso addominale ottenuti da 14 persone con obesità e quattro adulti normopeso che usavano dolcificanti a basso contenuto calorico, principalmente sucralosio. Negli adulti con obesità, ma non in quelli normopeso, i ricercatori avrebbero osservato un aumento del trasporto di glucosio nelle cellule e la sovraespressione di geni noti per la produzione di grassi.
Pertanto, i dolcificanti ipocalorici “sembrano essere più dannosi nei soggetti a cui sono destinati questi prodotti, ovvero gli individui obesi”, ha sottolineato Sen. “Riteniamo che l'effetto sia più evidente nelle persone sovrappeso e obese piuttosto che in quelle normopeso perché hanno una maggiore resistenza all'insulina e possono avere più glucosio nel sangue”, ha aggiunto l'esperto. Dai dati raccolti, Sen e colleghi avrebbero evidenziato anche che il sucralosio promuove l'accumulo di specie reattive dell'ossigeno nelle cellule. Questi radicali interferiscono con la normale attività cellulare e rallentano il metabolismo, che favorisce l'accumulo di grasso intracellulare.
“Questo studio suggerisce che le persone sovrappeso o obese dovrebbero evitare completamente di consumare dolcificanti ipocalorici”, ha sintetizzato Reshni Srinath dell'Icahn School of Medicine al Mount Sinai di New York, che non era coinvolto nello studio.
Fonte: Endocrine Society
Megan Brooks
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri&Previeni)
22 marzo 2018
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