Premessa
Secondo le linee guida, la digossina è un’opzione terapeutica per il trattamento della fibrillazione atriale, ma gli esperti sottolineano che le evidenze su questo farmaco si baserebbero su prove di scarsa qualità. Inoltre, studi osservazionali su pazienti con fibrillazione atriale e in trattamento con la digossina avrebbero avuto risultati contrastanti.
Lo studio
Per la ricerca, Lopes e colleghi hanno valutato i dati raccolti su quasi 17.900 pazienti che avevano partecipato allo studio Aristotle, che metteva a confronto il nuovo anticoagulante orale apixaban con warfarin. Quasi un terzo dei pazienti considerati assumeva digossina e il 37,4% aveva insufficienza cardiaca. I pazienti trattati con digossina non mostravano un rischio significativamente maggiore di mortalità rispetto al farmaco assunto, né è aumentato il tasso di morte improvvisa per cause cardiovascolari tra chi assumeva questo farmaco. La digossina media a livello sierico era di 0,62 ng/mL per i pazienti deceduti contro 0,55 ng/mL per i sopravvissuti.
Inoltre, il rischio di mortalità non si è mostrato significativamente più alto nei pazienti con livelli di digossina inferiori a 0,9 ng/mL, che rappresentavano il 76% dei gruppo. Per i pazienti con livelli di digossina tra 0,9 e 1,2 ng/mL, invece, si è registrato un rischio significativamente più alto di mortalità. I pazienti con livelli superiori a 1,2 ng/mL hanno mostrato un aumento del rischio di mortalità del 56%. Infine, per ogni aumento di 0,5 ng/mL di digossina nel sangue, si è verificato un aumento del 19% del rischio di mortalità. E l’aumento è stato simile per i pazienti con e senza insufficienza cardiaca.
I commenti
Fonte: Journal of the American College of Cardiology
Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
12 marzo 2018
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