Parto prematuro. Un evento da considerarsi grave, nuove linee guida spiegano il perché
Al pari delle altre più importanti patologie, come quelle oncologiche, anche questi evento necessita di una corretta comunicazione per preparare la famiglia all’eventualità. Il nuovo gruppo di lavoro della Simp (Società Italiana di Medicina Perinatale) indica le migliori modalità per parlare ai genitori in ambulatorio, al pronto soccorso, in ospedale
22 GEN - In ospedale un team di 5 esperti composto da ginecologo, neonatologo, ostetrica, infermiere pediatrico e psicologo deve essere a disposizione per supportare le famiglie nell’eventualità di parto prematuro.
È questa la prima indicazione del Gruppo di Lavoro della Simp (Società Italiana di Medicina Perinatale) che, con l’Associazione Vivere Onlus, è impegnato nella stesura delle Linee Guida per promuovere la corretta comunicazione tra medico e famiglia in questa particolare circostanza.
Il parto prematuro è un fenomeno che coinvolge in Italia il 6,7% dei parti quindi oltre 33 mila gravidanze ed è la principale causa di mortalità e morbilità neonatale. Per questo è essenziale la collaborazione tra queste figure e il riconoscimento del colloquio di counseling come parte integrante dalla cartella clinica. Inoltre, il counseling può essere d’aiuto ai genitori in un secondo momento per chiedere eventuali chiarimenti e per essere seguiti nel piano assistenziale.
Secondo il Gruppo di Lavoro, la prematurità è un evento che deve essere considerato al pari di patologie importanti come quelle oncologiche che necessitano di attenzione e tempo nel percorso diagnostico e terapeutico.
“Il coinvolgimento di Vivere Onlus nel progetto da parte della SIMP è di fondamentale importanza, perché rappresenta la voce dei pazienti e delle loro famiglie. - ha dichiarato Martina Bruscagnin, Presidente dell’Associazione Vivere Onlus – Il nostro intervento consente ai diversi professionisti che si occupano del problema di avere un confronto diretto volto al miglioramento delle cure. L’esperienza del vissuto delle famiglie integra e implementa il lavoro che gli operatori stanno facendo per migliorare la comunicazione con i genitori nel supremo interesse dei pazienti.”
Il team di esperti deve assistere in tre momenti: in ambulatorio (rivolto alle coppie a rischio di parto prematuro), in pronto soccorso (rivolto alle coppie con parto prematuro imminente) e durante il ricovero (donne ricoverate per minaccia di parto prematuro).
“Il parto pretermine è un evento con un notevole impatto sulla famiglia, che improvvisamente vive una situazione differente dal percorso che aveva immaginato durante la gravidanza – ha commentato
Irene Cetin, Presidente Simp e Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco Università degli Studi di Milano, Direttore Uoc Ostetricia e Ginecologia Ospedale Buzzi – Questo momento, estremamente delicato, necessita di particolare attenzione da parte degli operatori che devono spiegarne l’eccezionalità a genitori e parenti. La comunicazione può avere degli effetti molto importanti già durante la gravidanza e addirittura incrementare il rischio di parto prematuro: sappiamo che se una mamma riceve informazioni date in un modo troppo preoccupante, questo può essere a sua volta fonte di contrazioni, di stress e di rischi aumentati. Proprio per questo, il primo punto stabilito dal Gruppo di Lavoro della Simp chiarisce come la comunicazione debba trovare il suo spazio, il suo tempo e il giusto tono. Stiamo perfezionando gli strumenti (linee guida, app e corsi di aggiornamento) per permettere a ginecologi, neonatologi, ostetriche e infermiere pediatriche di relazionarsi nella modalità più adatta alle circostanze.”
“Mi piace pensare che il colloquio di counseling che tutti insieme stiamo realizzando, si tradurrà in accoglienza e accompagnamento per le donne e le famiglie che si troveranno ad affrontare un momento così complesso della loro vita, e che aiuterà le famiglie ad avere maggiore consapevolezza del percorso che stanno affrontando” ha spiegato
Monica Ceccatelli vicepresidente di Vivere Onlus.
Tra le terapie preventive, è ormai documentato che l’utilizzo del progesterone vaginale è in grado di ridurre di più di un terzo i parti prematuri nelle donne in cui viene diagnosticato un accorciamento della cervice uterina. Inoltre, una recente meta-analisi, pubblicata su “Ultrasound in Obstetrics & Gynecology”, ha dimostrato che il progesterone vaginale è efficace nel ridurre il rischio di parto pretermine fra la 30sima e la 35sima settimana anche in donne con gravidanze gemellari e multiple con cervice accorciata. La ricerca evidenzia anche una diminuzione della mortalità neonatale e del tasso di morbilità, senza controindicazioni per la salute della madre e del bambino sia durante la gravidanza sia dopo la nascita. Il progesterone vaginale ha comprovato una significativa riduzione del rischio di nascita pretermine del 31%.
Proprio per questo, l’Aifa ha riconosciuto il Progesterone in capsule Vaginali come farmaco di fascia A, inserendolo a pieno diritto tra i farmaci essenziali per la prevenzione del parto pretermine in gravidanze singole con cervice raccorciata (≤ 15 mm).
22 gennaio 2018
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