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Cancro all’ovaio: confermata l’efficacia di trabectedina


Il farmaco aumenta del 30 per cento la sopravvivenza delle pazienti con tumore alle ovaie parzialmente sensibile al platino. Inoltre potrebbe essere in grado di ristabilire la sensibilità al platino. Parla l'autrice dello studio, Nicoletta Colombo dello Ieo di Milano.

16 SET - Arriva dal 17º Congresso della Società Europea di Oncologia Ginecologica tenutosi nei giorni scorsi a Milano la conferma che trabectedina in associazione a doxorubicina liposomiale pegilata è efficace nel trattamento di seconda linea del cancro alle ovaie ricorrente.
I risultati di un trial di fase III, già parzialmente anticipati nel corso del meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology, hanno infatti evidenziato che l’associazione del principio attivo ricavato da un organismo marino caraibico (la Ecteinascidia turbinata) con doxorubicina è in grado di allungare di sei mesi la sopravvivenza globale delle pazienti rispetto al trattamento con doxorubicina liposomiale pegilata in monoterapia.
Nello specifico, le pazienti con tumore alle ovaie parzialmente sensibile al platino trattate con trabectedina + doxorubicina liposomiale pegilata hanno presentato una sopravvivenza globale di 22,4 mesi, contro i 16,4 mesi ottenuti con il doxorubicina liposomiale pegilata in monoterapia.
Inoltre, un secondo studio ha mostrato che il trattamento di seconda linea con trabectedina + doxorubicina liposomiale pegilata, seguito da trattamento con platino è in grado di prolungare di nove mesi la sopravvivenza globale rispetto alla sola doxorubicina liposomiale pegilata (27,7 contro 18,7 mesi), con una riduzione della mortalità del 42%.
“I risultati del test suggeriscono che la terapia di seconda linea con trabectedina e doxorubicina liposomiale pegilata può essere in grado di ristabilire la sensibilità al platino”, ha spiegato una delle autrici dello studio, Nicoletta Colombo dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “Questo risultato suggerisce l’importante beneficio del trattamento di seconda linea con trabectedina e doxorubicina liposomiale pegilata seguito da un regime di platino come terza linea”.
La combinazione di trabectedina + doxorubicina liposomiale pegilata è stata autorizzata in Europa come trattamento per il cancro alle ovaie ricorrente platino sensibile nel 2009. Già nel 207 era stata approvata per il sarcoma dei tessuti molli avanzato. 

16 settembre 2011
© Riproduzione riservata

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