Autismo. Farmaco diuretico migliora i sintomi
di Will Boggs
Entro il 2021 potrebbe arrivare sul mercato bumetanide, un vecchio diuretico, con l’indicazione per l’autismo, infatti il farmaco sembra migliorare i sintomi dello spettro autistico in bambini e adolescenti. Uno studio condotto dal gruppo di Ben-Ari fondatore dell’istituto Mediterraneo di Neurobiologia di Marsiglia, dimostra come bumetanide riduca la concentrazione di ioni cloro nei neuroni dei pazienti trattati affetti da autismo migliorandone la sintomatologia.
28 MAR -
(Reuters Health) – Un farmaco diuretico usato solitamente come antipertensivo, bumetanide, potrebbe migliorare i principali sintomi dello spettro del disturbo autistico (ASD) di bambini e adolescenti. A dirlo uno studio francese pubblicato su Translational Psychiatry.
“Bumetanide è un promettente trattamento per l’autismo della popolazione pediatrica e ci apprestiamo a condurre presto in Europa uno studio di fase 3 allo scopo di far arrivare il farmaco sul mercato entro il 2021”, afferma
Yehezkel Ben-Ari che ha parlato per Neurochlore, l’azienda biotech che sta sviluppando il prodotto. Bumetanide è un inibitore selettivo degli ioni Na–K–Cl 1 (NKCC1), attenua i sintomi comportamentali dell’autismo nei modelli animali e in un precedente studio di fase 2 ha ridotto la gravità dell’autismo in bambini e adolescenti tra i 3 e gli 11 anni.
Ben-Ari, che è il fondatore dell’Istituto Mediterraneo di Neurobiologia a Marsiglia, insieme al suo gruppo ha esaminato gli effetti di tre dosi di bumetanide (0,5 1,0 2,0 mg due volte al giorno) in uno studio su 88 bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e 18 anni affetti da disturbi dello spettro autistico. La formulazione bumetanide liquida è stata rapidamente assorbita e ha avuto una breve emivita, coerente con i parametri farmacocinetici negli adulti. Gli eventi avversi dose-correlati hanno incluso ipopotassiemia, diuresi e perdita di appetito, disidratazione e astenia.
I risultati
A 90 giorno dall'inizio dello studio, nei gruppi trattati con bumetanide è stato osservato un miglioramento dei valori sulla Scala CARS (Childhood Autism Rating Scale) significativamente maggiore rispetto ai gruppi trattati con placebo. Ventitre dei 52 pazienti trattati con bumetanide hanno mostrato una riduzione di oltre 6 punti della CARS durante lo screening alla 90 giornata, mentre un pari miglioraento è stato osservato solo in un paziente dei 23 pazienti trattati con placebo. Il miglioramento della CARS tendeva ad essere maggiore nei pazienti più grandi (9-18 anni) rispetto ai pazienti più giovani (2-8 anni).
Il meccanismo d'azione
“I disturbi di sviluppo come l’autismo si verificano nella vita uterina o durante le prime fasi di vita postnatale e sono associati ad alterazioni dello sviluppo cerebrale che portano a connessioni neuronali anomale o inadeguate che sono la causa della malattia - spiega Ben-Ari - uno squilibrio chimico a livello dei neuroni che presentano alterazioni delle connessioni è la causa principale del disordine autistico. Bumetanide agisce solo sui neuroni che hanno una elevata concentrazione intracellulare di cloro e non su quelli normofunzionanti. Siamo convinti che i farmaci che agiscono in modo mirato sui neuroni che non si sono evoluti normalmente rappresentino un promettente approccio per il trattamento dei disturbi cerebrali”. Altre ricerche hanno evidenziato che bumetanide può sedare le allucinazioni refrattarie ad altri farmaci nella schizofrenia. “Questo studio francese dimostra che bumetanide alla dose di 1,0 mg due volte al giorno può essere la formula ottimale nel trattamento dell’autismo, inoltre è anche un esempio di come un vecchio farmaco può essere utilizzato per nuovi impieghi”, sottolinea
Feiyong Jia della Jilin University di Changchun in Cina.
Il parere dell'esperto nostrano
“I meccansimi con cui bumetanide migliora i sintomi principali dell’autismo sono ancora sconosciuti – afferma
Enrico Cherubini dell’EBRI, Fondazione Rita Montalcini – non sono sicuro che questo farmaco agisca solo modificando la direzione d’azione degli ioni cloro (da depolarizzante a iperpolarizzante) come suggerito dall’effetto paradossale delle benzodiazepine, esso potrebbe esercitare altri effetti ancora sconosciuti non legati all’azione depolarizzante del GABA”. In teoria, questo farmaco dovrebbe essere più utile in quei casi in cui è stata rilevata una chiara carenza del segnale GABAergico (ad esempio, nei casi in cui c’è una co-morbidità con l’epilessia), secondo Cherubini, che ha osservato come tuttavia in questo studio siano stati esclusi per ovvei ragioni questi casi, proprio per evitare l’interruzione della terapia antiepilettica. Cherubini ritiene che bumetanide potrebbe essere utile per migliorare in maniera transitoria alcuni sintomi autistici.
Fonte: Translational psychiatry
Will Boggs
28 marzo 2017
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