Influenza. Report Ocse: in Italia si vaccina solo il 55% degli anziani. Messicani e coreani i più vaccinati
Il nostro Paese in linea con la media dei paesi aderenti all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Il rapporto ha messo a confronto i dari sulle vaccinazioni antinfluenzali tra gli over 65 nel 2004 e nel 2014. In Italia registrato un calo di circa il 10%, Mentre Messico e Corea del Sud viaggiano su percentuali dell'80%.
05 DIC - Evitare di ammalarsi, soprattutto nei periodi invernali, è il consiglio che gli esperti danno soprattutto alle fasce più deboli della popolazione. Tra questi ci sono gli anziani ma, gli over 65 ricorrono sempre meno all’aiuto dei vaccini per restare in buona salute.
Il bilancio è stato tracciato dall’Ocse che, tra gli studi pubblicati nel novembre del 2016, ne ha dedicato uno alla diffusione delle vaccinazioni anti-influenzali tra le persone più avanti con l’età. In particolare, sono stati analizzati due degli anni che racchiudono un decennio: il 2004 e il 2014. In Italia, in questo periodo, gli over 65 vaccinati sono passati dal 65 al 55%. Il Belpaese, nonostante il calo, risulta perfettamente in media con il resto dei paesi analizzati dall’Ocse: due anni fa, infatti solo la metà delle persone di età superiore ai 65 anni si sono vaccinate contro l'influenza.
A fare da modello ci sono solo alcune realtà che rispettano le raccomandazione dell’OCSE di mantenere una copertura vaccinale, in questa fascia di età, attorno al 75%. In prima linea c’è il Messico che, nel 2014, ha registrato una richiesta di vaccini superiore all’80%. Un vero salto di qualità se si considera che un decennio prima era poco più di 50 punti percentuali. A seguire, c’è la Corea che ha mantenuto una quota piuttosto stabile intorno agli 80 vaccinati su 100. Al 75% di vaccinati, per il 2014, ci sono anche il Cile e l’Australia. Tutti gli altri paesi sono al di sotto della soglia raccomandata. L’Italia si trova al quindicesimo posto, quasi a metà della classifica dei 28.
Maglie nere per Austria, Slovacchia e Slovenia, rispettivamente al terzultimo, penultimo e ultimo posto della classifica. Tutti e tre questi paesi non raggiungevano il 50 per cento dei vaccinati anziani nemmeno nel 2004. Per il 2014 l’Austria ha toccato i 20 punti percentuali, con un peggioramento di circa il 15%. La Slovacchia è passata dal 22% al 15 del 2014. La Slovenia, invece due inverni fa, ha visto vaccinarsi solo l’11% circa della popolazione anziana, con una diminuzione in 10 anni, di 20 punti percentuali.
Una situazione eterogenea e, dunque, non ottimale. Per questo l’Ocse consiglia di affrontare quanto prima una serie di problemi per aumentare la copertura vaccinale. In cima alla lista : una bassa percezione del rischio tra gli anziani, la paura di effetti collaterali e le questioni relative all'accesso e costo del vaccino.
05 dicembre 2016
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