Diabete di tipo 2: passeggiare 10 minuti dopo i pasti riduce la glicemia, come un ‘farmaco’
di Maria Rita Montebelli
E questo senza dover aumentare le unità di insulina o aggiungere altri farmaci. Lo dimostra uno studio neozelandese pubblicato su Diabetologia. Gli autori chiedono che i 10 minuti di camminata venga presto inclusa nelle linee guida per la gestione del diabete. La passeggiata decapita i picchi di glicemia post-prandiale e migliora il compenso nelle 24 ore
17 OTT - Per migliorare il compenso metabolico nelle persone con diabete basta veramente poco. Anche se questa volta la soluzione non è a ‘chilometri zero’, anzi. Una ricerca neozelandese dell’Università di Otago, pubblicata sulla rivista
Diabetologia, dimostra infatti che fare una passeggiata di 10 minuti dopo i pasti principali può ridurre la glicemia in maniera significativa.
Le attuali linee guida sulla gestione del diabete consigliano alle persone con diabete di tipo 2 di camminare almeno 30 minuti al giorno. Ma è un suggerimento generale, senza l’indicazione di un orario preferenziale. Questa nuova ricerca dimostra invece che per massimizzare gli effetti benefici dell’attività fisica sulla riduzione della glicemia, la passeggiata è meglio farla subito dopo mangiato.
Per questo studio sono state arruolate 41 persone con diabete di tipo 2, dotate di accelerometri per misurare la loro attività fisica e di
device in grado di rilevare la glicemia ogni 5 minuti; l’indicazione che veniva data ai due gruppi di pazienti era di camminare mezz’ora al giorno, in qualunque momento della giornata o di camminare per 10 minuti dopo ogni pasto principale.
Nei soggetti dediti alla passeggiata dopo i pasti, i livelli di glicemia post-prandiali risultavano in media ridotti del 12% in più, rispetto a quelli che camminavano per mezz’ora al giorno, ad orari vari nella giornata.
“La maggior parte di questo guadagno – spiega
Andrew Reynolds, primo autore dello studio – derivava dalla riduzione del 22% della glicemia ottenuta camminando dopo cena, il pasto più ricco di carboidrati della giornata e che in genere è seguito dal periodo della giornata più sedentario di tutti.”
Si tratta di un risultato molto importante perché la glicemia post-prandiale è uno dei
target principali nella gestione del diabete di tipo 2, vista la sua correlazione con le complicanze microvascolari.
“L’attività fisica post-prandiale – sostiene
Jim Mann, un altro degli autori – potrebbe evitare al pazienti di dover incrementare le unità di insulina o di sottoporsi ad ulteriori somministrazioni di insulina per ridurre i livelli glicemici ai pasti principali”. Un guadagno non da poco visto che aumentare la posologia dell’ insulina può associarsi ad un aumento di peso, che nel diabete di tipo 2 non è certo auspicabile.
Alla luce di questi risultati, concludono gli autori, le attuali linee guida sulla gestione del diabete, al capitolo ‘attività fisica’ andrebbero aggiornate, specificando che il momento in cui l’attività fisica esercita i maggiori benefici è subito dopo i pasti principali, in particolare se ricchi di carboidrati.
Un altro studio inglese pubblicato sullo stesso numero della rivista dimostra che più si fa movimento, maggiore è il compenso metabolico che si riesce ad ottenere. I 30 minuti al giorno sarebbero insomma il minimo sindacale. Camminate gente, camminate!
Maria Rita Montebelli
17 ottobre 2016
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Scienza e Farmaci