Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 27 LUGLIO 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Suicidio assistito. Giusto estenderne il diritto ai pazienti psichiatrici?

di Andrew M. Seaman

Il dibattito sul fine-vita si arricchisce dei risultati di un’analisi condotta sui casi di suicidio assistito programmati in Olanda tra il 2011 e il 2014. La legge olandese estende il diritto al suicidio assistito anche a pazienti psichiatrici, ma l’analisi - pubblicata su JAMA Psychiatry - mette in luce alcuni aspetti controversi.

11 FEB - (Reuters Health) – Negli Stati dove sono consentiti suicidio assistito ed eutanasia, la legge, teoricamente, potrebbe giustificare anche il ricorso a queste pratiche da parte dei pazienti psichiatrici, ma la situazione è piuttosto confusa, soprattutto a causa della complessità dei casi e dei contrasti tra i medici. Ad affrontare l’argomento è stato uno studio guidato da Scott Kim, psichiatra e bioeticista al National Institutes of Health di Bethesda, nel Maryland (USA). La ricerca, che analizza casi di suicidio assistito e di eutanasia programmati in Olanda tra il 2011 e il 2014, è stata pubblicata online sulla rivista JAMA Psychiatry.
 
I nodi del dibattito
In diverse forme, la morte assistita o meno dal medico è legale in Belgio, Olanda, Svizzera, Lussemburgo, Canada e in qualche Stato degli USA. “In Belgio e in Olanda – dice Scott Kim – la legge è più permissiva e non prende molto in considerazione la diagnosi per approvare la richiesta di eutanasia o di suicidio assistito. Questa ambiguità consente anche ai malati psichiatrici di ricorrere a queste pratiche”. Al centro del dibattito etico ci sarebbero le persone che soffrono di depressione resistente ai farmaci, ma poco si conosce su chi effettivamente si avvale della legge olandese a favore del fine vita approvata nel 2002. Per fare il punto sulla situazione, i ricercatori americani e olandesi hanno esaminato i casi di suicidio assistito ed eutanasia raccolti da una commissione olandese. In totale, nel triennio considerato, ci sono stati 66 casi riguardanti pazienti psichiatrici.

Le evidenze dello studio
Circa un terzo delle persone che componevano il campione aveva dai 70 anni in su, il 44% aveva tra i 50 e i 70 anni e un quarto aveva un’età compresa tra 30 e 50 anni. La maggioranza dei casi,il 70%, riguardava donne. Mentre il 55% delle persone riportate nel registro soffrivano di depressione, gli altri avevano diversi disturbi, inclusi psicosi, stress post-traumatico o ansia, problemi cognitivi, disordini alimentari, autismo, dolore prolungato, anche senza causa fisica riconosciuta. Circa un paziente su quattro è stato assistito, durante l’eutanasia, da un medico psichiatra e quasi il 20% è stato aiutato da un medico sconosciuto, messo a disposizione da un’associazione olandese per il diritto al fine vita. I ricercatori hanno anche scoperto che circa il 10% dei pazienti che ha scelto di morire non ha avuto l’appoggio esterno dal medico psichiatra, e in un quarto dei casi c’è stato un parere discordante da parte degli specialisti chiamati a valutare il caso.
 
Commenti e polemiche
Nell’editoriale che accompagna l’articolo, Paul Applebaum del New York State Psychiatric Institute e del Dipartimento di Psichiatria della Columbia University di New York, ha scritto che i dati raccolti “sollevano molte preoccupazioni sull’uso del suicidio assistito nei pazienti psichiatrici”. Per esempio, più della metà dei casi analizzati avevano disordini della personalità che sollevano dubbi su quanto sentito fosse il loro desiderio di morire.“Quando si analizzano i criteri soggettivi usati per decidere se una persona può avvalersi della pratica dell’eutanasia in Olanda, non ci si sorprende nel riscontrare una così ampia fascia di età e una tanto varia tipologia di diagnosi psichiatriche - ha dichiarato Aaron Kheriaty, psichiatra e direttore del Medical Ethics Program all’Università della California di Irvine, estraneo allo studio -. Per me questo è molto preoccupante, dal momento che molti dei disturbi mentali riportati dalla commissione olandese sono trattabili. Penso che quando si aprono le porte del ‘fine vita’ ai pazienti psichiatrici rischiamo di abbandonare i malati quando potrebbe esserci una speranza”.

Kim ha sottolineato che non c’è un sistema standardizzato per la raccolta dei dati sui suicidi assistiti, per questo “c’è bisogno di più trasparenza su cosa accade attualmente quando un suicidio assistito o l’eutanasia sono autorizzati. Ad oggi il sistema olandese è comunque il più trasparente”.

Fonte: JAMA Psychiatry
 
Andrew M. Seaman
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

11 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy