Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 23 NOVEMBRE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Pisolino pomeridiano: se dura troppo aumenta il rischio di diabete del 46%

di Maria Rita Montebelli

E’ quanto emerge da una ricerca presentata a Stoccolma al congresso europeo di diabetologia (EASD), da un gruppo di ricercatori dell’Università di Tokyo. Sotto accusa l’abitudine del pisolino pomeridiano, ma solo se dura oltre i 40 minuti e l’eccessiva sonnolenza durante le ore del giorno che potrebbe essere spia nascondere una sindrome delle apnee notturne. I risultati di una metanalisi su 10 studi.

18 SET - Il sonno è certamente una componente importante per la salute, come una sana alimentazione e un adeguato livello di attività fisica. Una ricerca dell’Università di Tokyo è andata a valutare però un aspetto particolare del sonno, cioè quello dei pisolini diurni.
 
La pennichella è un’abitudine caratterizzata da una grande varibilità: c’è chi la pratica più volte al giorno come le persone che avendo un sonno notturno disturbato, magari da una sindrome delle apnee nottune, presentano sonnolenza diurna e si assopiscono di frequente.  C’è poi chi vi indulge magari una sola volta al giorno ma per un periodo di tempo molto variabile, da pochi minuti a un’ora e più.
 
I ricercatori giapponesi hanno dunque deciso di indagare la relazione tra pisolini diurni, con tutte le loro variabili e comparsa di diabete di tipo 2, utilizzando lo strumento della metanalisi. I dati analizzati sono quelli relativi a 10 studi, su un totale di 261.265 soggetti occidentali e asiatici, realizzati in Svezia, Spagna, Finlandia, Germania, USA, Cina. L’eccesso di sonnolenza diurna e le caratteristiche del pisolino sono stati registrati mediante questionari somministrati ai soggetti studiati.
 
Dallo studio emerge che un’eccessiva sonnolenza diurna aumenta il rischio di diabete del 56%, mentre un pisolino troppo prolungato, cioè oltre i 60 minuti, maggiora questo rischio del 46%. Al contrario, concedersi un pisolino di durata contenuta, cioè fino a 40 minuti, non aumenta il rischio di diabete.
 
“Un’eccessiva sonnolenza diurna come anche il concedersi dei periodi di sonno troppo prolungati durante il giorno  – commentaTomohide Yamadadell’Università di Tokyo - aumentano il rischio di diabete, cosa che non accade per riposini di durata contenuta. La necessità di concedersi frequenti periodi di sonno durante il giorno, può essere spia di una sindrome delle apnee ostruttive; gli studi epidemiologici hanno dimostrato che questa condizione si correla in maniera indipendente al rischio di ischemia cardiaca, ictus, eventi cardiovascolari fatali e non, oltre a mortalità per tutte le cause.
 
Diversi studi – prosegue Yamada - hanno d’altra parte dimostrato gli effetti benefici di un sonnellino di una mezz’ora, che migliora le performance motorie e il grado di allerta, oltre a ridurre il rischio di diabete, per qualche meccanismo ancora sconosciuto.
 
Un sonnellino breve è quello che termina prima di entrare nella fase del sonno profondo. Entrare in questa  e poi non riuscire a completare un ciclo normale di sonno, provoca una condizione nota come inerzia del sonno, caratterizzata dal fatto di sentirsi storditi, insonnoliti e rallentati, anche più di prima del pisolino”.
 
Maria Rita Montebelli

18 settembre 2015
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy