Cuore. Un “calcolatore fai da te” per verificare rischio infarto o ictus. On line sul sito del Nhs
di Viola Rita
Basta inserire i propri dati anagrafici e quelli sul proprio stato di salute. Se si è fumatori o meno e eventuali malattie cardiache familiari. Sulla base di questi dati il responso. Ma in Gran Bretagna è polemica sulla precisione dello strumento e sul rischio di una corsa al farmaco anche quando non serve
15 MAR - Un calcolatore online potrebbe rivelare, sulla base di dati sullo stato di salute forniti dall’utente, la presunta età del proprio cuore (maggiore o minore di quella reale), nonché il rischio di avere un infarto o un ictus entro 10 anni e l’aspettativa di vita libera da eventi cardiovascolari. A realizzare questo strumento, accessibile
a tutti sul web, è NHS Choices (National Health Service), il Servizio Sanitario Nazionale britannico, insieme a Public Health England and the British Heart Foundation (BHF).
Un articolo su
The Telegraph evidenzia possibili vantaggi e svantaggi dello strumento. In particolare i dubbi riguardano la sua precisione effettiva e il rischio che i risultati del test possano indurre a un consumo inappropriato di farmaci senza adeguato controllo medico.
Ma al di là dei dubbi vediamo come funziona il calcolatore on line. Il calcolatore è realizzato per utenti dai 30 anni in su e richiede i seguenti dati: età, sesso, presenza di malattie cardiovascolari, se si è fumatori, peso corporeo, valori del colesterolo totale e HDL, valori della pressione sistolica (massima), eventuale trattamento per la pressione e presenza delle seguenti condizioni: diabete, artrite reumatoide, malattia cronica del rene, fibrillazione atriale, presenza di un familiare di primo grado con infarto sotto i 60 anni. La presenza di queste patologie, infatti, può individuare fattori di rischio rispetto alla salute cardiovascolare e il suggerimento è quello di rivolgersi ad un esperto per la gestione del rischio. L'obiettivo di questo strumento online è quello di aumentare le conoscenze e fornire informazioni sul problema.
Sulla base di questi dati, forniti direttamente dall’utente, il test ‘genera’ i risultati restituendo indicazioni su alcuni importanti fattori relativi allo stile di vita. Ad esempio, la pressione sanguigna dovrebbe essere al di sotto dei 120/80 mmHg e inoltre dovrebbe essere controllata regolarmente. Anche la conoscenza dei propri livelli di colesterolo totale e HDL è importante, dato che questo componente, se presente in eccesso, può ostruire le arterie aumentando il rischio di infarto ed ictus: una dieta bilanciata e l’attività fisica sono due strumenti utili per abbassarlo (oltre ai farmaci se necessari). L’indice di massa corporea è un altro indicatore dello stato di salute della persona: se il suo valore supera i 25 si è in sovrappeso, mentre se supera i 30 si è obesi: questa condizione aumenta il rischio di diabete e di problemi di natura cardiovascolare, tra cui infarto ed ictus.
Per fare un esempio pratico, una donna di 50 anni non fumatrice, in perfetta forma fisica e salute (ideali livelli di colesterolo, pressione, peso corporeo, assenza di patologie), ha un’età cardiaca pari a 48 anni (inferiore dunque alla sua età reale), un rischio dell’1,6% e un’aspettativa di vita libera da eventi cardiovascolari pari a 84 anni. Questa stessa donna, se fumasse (più di 20 sigarette al giorno) avrebbe un’età del proprio cuore intorno ai 54 anni e aspettativa di vita libera da infarto o ictus pari a 76 anni, mentre il rischio di avere un attacco di cuore entro 10 anni è pari al 2,8%.
E ancora, una donna di 50 anni fumatrice (più di 20 sigarette al giorno), con colesterolo (
ratio) molto alto, pressione alta, diabete ed altre patologie e storia familiare di infarto, ha un’età cardiaca di 95 anni e un rischio di avere un infarto o un ictus entro 10 anni pari al 48,2% (aspettativa di vita senza questi eventi cardiovascolari pari a 57 anni. Per un uomo con le stesse caratteristiche il rischio sale al 59,1% mentre gli altri parametri rimangono invariati.
La prevenzione, effettuata in maniera opportuna, è molto importante per combattere alcune delle malattie e delle manifestazioni potenzialmente fatali più comuni in Italia e a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, le patologie cardiache e l’ictus rientrano tra le malattie non trasmissibili che rappresentano la prima causa globale di decesso di questo secolo. Le patologie cardiovascolari sono responsabili di circa 17milioni e 300mila decessi all’anno ed entro il 2030 si stima che il numero sia destinato ad aumentare fino a 23 milioni.
Viola Rita
15 marzo 2015
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