Psoriasi. Tutti i benefici del Mar Morto in Israele. Ecco i risultati delle terapie
di Ester Maragò
Quasi nove pazienti su dieci hanno una significativa riduzione della malattia. Circa sei su dieci raggiungono la remissione. Queste le evidenze scientifiche delle cure offerte dai centri sulle rive del lago salato nella parte israeliana per la cura della psoriasi. In Italia ne soffrono circa 2 milioni e 500 mila persone, di cui il 10% con forme gravi.
03 MAR - Trattamenti con esiti particolarmente efficaci: quasi nove pazienti su dieci hanno una significativa riduzione della malattia, circa sei su dieci raggiungono la remissione. Buon profilo di sicurezza e un ottimale rapporto costi benefici. Nessuna evidenza di aumento di neoplasie della pelle. Nessun peggioramento della pressione sanguigna.
È quanto garantiscono per la cura della psoriasi i trattamenti, rigorosamente naturali, del Mar Morto. Una patologia dalle cause sconosciute che alterna fasi di esacerbazione con fasi di remissione dalla durata variabile, e dalla quale non si guarisce mai. Colpisce oltre 125 milioni di persone in tutto il mondo, circa 2 milioni e 500 mila in Italia, di cui il 10% con forme gravi. Una malattia che causa grandi disagi nella vita quotidiana, con cure continue e spesso costose che richiedono molto tempo, ingenerano sfiducia nei pazienti e disaffezione verso il medico curante.
Tutte criticità che le terapie offerte dal lago con la più alta concentrazione salina della terra spazzano via, come emerge dalla Systematic Review pubblicata sulla rivista Semin Arthritis Rheum. Una Revisione che ha selezionato - tra le 360 pubblicazioni scientifiche esistenti sugli effetti dei trattamenti terapeutici del Mar Morto - 50 studi su un totale di 5mila pazienti affetti da psoriasi. Con risultati molto incoraggianti: i dati del più ampio studio retrospettivo, condotto su 1.448 pazienti trattati con balneoterapia e fototerapia sul Mar Morto, raccontano una significativa riduzione delle lesioni psoriasiche (tra l’80% e il 100%) nell’88% dei pazienti e una remissione quasi completa nel 58% dei pazienti.
Quelle del Mar Morto sono caratteristiche uniche e irripetibili. È il lago con la più alta concentrazione salina della terra, da circa 7 a 10 volte quella degli oceani. Collocato a circa 420 m sotto il livello del mare e con un contenuto di sali minerali come cloruro di magnesio, cloruro di calcio, cloruro di potassio, e bromuro di magnesio sorprendentemente elevato. Concentrazioni di sali che favoriscono e migliorano la capacità della pelle di trattenere l'acqua. Non solo, qui si registra la più alta pressione barometrica (circa 800 mm Hg) e una concentrazione di ossigeno superiore del 10 % rispetto a quella presente a livello del mare. Proprietà terapeutiche decantate nella Bibbia e che trovarono, già nel IV secolo AC, il primo divulgatore d’eccellenza in Aristotele.
Il Mar Morto, di fatto, è un’enorme vasca da bagno con acqua e sali, costantemente sotto il sole per 365 giorni l’anno. E con un microclima unico al mondo: l’evaporazione dell’acqua crea un “filtro” che attenua la radiazione solare UV diminuendo la possibilità di danno solare da eccessiva esposizione. Le ricerche indicano che il totale assorbimento di raggi solari durante un periodo di 4 settimane è circa tra 3.1 e 4.5 jouls/cm2 (unità di radiazione per cm2). Una quantità di radiazione più bassa rispetto ai trattamenti che utilizzano la radiazione artificiale.
Queste condizioni risultano particolarmente favorevoli per il trattamento della Psoriasi, ma anche per le malattie reumatologiche, tra cui l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica, la spondilite anchilosante e l’osteoartrite del ginocchio che, dal fango e dalla balneoterapia, traggono benefici scientificamente riconosciuti.
I vantaggi della terapia. “Sono molti i vantaggi che il Mar Morto offre ai pazienti affetti da psoriasi. Qui si possono avere trattamenti naturali con esiti terapeutici considerevolmente positivi, privi di effetti collaterali e con costi economici favorevoli” ha spiegato a Quotidiano Sanità,
Marco Harari direttore sanitario del centro di ricerca DMZ sul Mar Morto in Israele. Un Centro che da più di 25 anni è impegnato - in collaborazione con l’Università di medicina in Israele e l’Ospedale di Hadassa a Gerusalemme - nello studio degli effetti terapeutici delle acque e della climatoterapia del Mar Morto su una varietà di malattie croniche della pelle.
“Nel Mar Morto – ha spiegato Harari – c’è una combinazione di elementi molto semplice, che definirei “primitiva”. Le persone affette da psoriasi ricevono un trattamento naturale, alternativo all’esposizione ai raggi Uva che viene utilizzata in ospedale e senza gli effetti collaterali. Il motivo è legato al fatto che la curva di esposizione ai raggi Uv è attenuata non solo dalla colonna di aria di oltre 400 metri presente sul Mar Morto, ma anche dall’evaporazione dell’acqua che filtrando i raggi li riduce: -15% di raggi Uvb, e - 6% Uva. I pazienti, a seconda del tipo di pelle, possono quindi esporsi al sole senza rischi fino a 3 ore al giorno. In sostanza utilizziamo una fototerapia naturale, mentre per quella artificiale possiamo utilizzare solo Uv A e B filtrati con delle macchine”.
Ma l’unicità del grande lago non si ferma qui perché alle condizioni climatiche favorevoli si uniscono poi gli effetti dei sali presenti nell’acqua. “Sono state condotte molte ricerche per capire quali sono gli effetti benefici della combinazione di magnesio, bromo e sali del Mar Morto con fattori climatici come sole, temperature stabili, umidità e ossigeno – ha aggiunto Harari – e i risultati sono molto positivi. Recentemente abbiamo confrontato tre gruppi di pazienti con psoriasi moderata severa sottoponendoli, per quattro settimane a tre differenti tipi di trattamento. Un gruppo è stato trattato solo con esposizione al sole, un altro esclusivamente con bagni, nelle ore serali in mare o in piscina; un terzo gruppo, infine, ha ricevuto un trattamento combinato sole e acqua di mare. Ha avuto una remissione dalla malattia, il 73% dei pazienti trattati solo con esposizione al sole e il 28% di quelli curato con l’acqua del mare. Invece sono entrati in remissione circa il 90% dei pazienti sottoposti a trattamento combinato sole e acqua del mare”.
E il risultato ancor più soddisfacente, ha assicurato Harari, è che la remissione dalla malattia dura in media 33 settimane: “Ci sono tanti trattamenti per la psoriasi, oltre a quella farmacologica: c’è la fototerapia artificiale che consente di raggiungere risultati buoni, ma solo per due tre mesi. Gli effetti benefici raggiunti con le terapie del Mar Morto invece sono prolungati senza effetti collaterali e senza medicine. I pazienti entrano in remissione fino a nove mesi, alcuni anche fino a tre anni. Ma in media i benefici del trattamento si attestano sulle 33 settimane. Il periodo di trattamento ideale, considerando che l’esposizione al sole deve essere graduale, è di quattro settimane, ma anche dopo tre settimane si raggiungono i risultati sperati”.
Rapporto costi/benefici. Non solo risultati positivi in termini di salute, il bilancio della climatoterapia del Mar Morto, a conti fatti, si chiude in positivo anche sul fronte della spesa economica: la spesa del soggiorno per 4 settimane, viaggio compreso è inferiore a quella a cui si espongono i servizi sanitari per curare un paziente con psoriasi, tra ricoveri in ospedale, farmaci spesso dai costi elevati e giornate di lavoro perse. Senza considerare poi le spese legate all’acquisto di presidi non rimborsabili dal Ssn come creme e bendaggi. Costi totali che in Italia si stima arrivino a circa 9mila euro l’anno. “Pensiamo che i pazienti sul mar Morto possono ricevere i trattamenti con una spesa totale di 3.500 euro” ha ricordato Harari.
I limiti. Certo, i trattamenti sul grande lago salato presentano anche dei limiti. Non tutti le persone affette da psoriasi possono allontanarsi dalla vita quotidiana per affrontare un periodo di cure di più di tre settimane e in un arco temporale che va da marzo a ottobre. Inoltre, almeno in Italia, questi trattamenti non sono riconosciuti dal Ssn e sono quindi a totale carico del paziente. A differenza di quanto avviene invece in Germania, Austria e Danimarca, Svezia, Finlandia, Israele e Olanda che garantiscono ai propri cittadini il rimborso delle cure.
Dalla nostra inviata Ester Maragò
03 marzo 2014
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