Vaccini. Arriva in Italia il primo prodotto contro il Fuoco di Sant’Antonio
di Maria Rita Montebelli
Il vaccino contro herpes zoster, disponibile negli Sati Uniti da diversi anni, riduce il rischio di ammalarsi di herpes zoster del 64% e riduce il rischio di NPH nel 70% degli over 70. In Italia l’incidenza stimata dello zoster è del 6,3 per mille l’anno; un paziente su 5 al di sopra dei 50 anni, svilupperà NPH.
04 OTT - In un’Europa che invecchia sempre più, è arrivato il momento di pensare a soluzioni concrete per preservare la qualità degli anni di vita guadagnati. E’ in quest’ottica che va inquadrato il prossimo arrivo del primo vaccino anti-herpes zoster, uno scudo potente contro una patologia non mortale, ma decisamente invalidante. “Di fronte ad una società sempre più anziana - ha commentato
Roberto Bernabei, Direttore Dipartimento di Geriatria Neuroscienze ed Ortopedia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - è necessario prevedere una revisione dei normali approcci. Non possiamo guarire la cronicità , ma dobbiamo fare di tutto per assicurare una buona qualità di vita ai nostri pazienti. E tra gli strumenti di un invecchiamento in salute e di successo c’è la vaccinazione. Accanto a quelle anti-influenzale e anti-pneumococcica, a breve dovremo aggiungere anche quella anti-herpes zoster”.
L’herpes zoster è una malattia dovuta alla riattivazione del virus della varicella-zoster virus, che si annida nei gangli nervosi dorsali, dopo che un individuo contrae la varicella. Il virus infatti è lo stesso di questa infezione, che interessa la maggior parte dei bambini in età scolare (la prevalenza è uniforme in tutta Europa: entro l’età di 10 anni oltre il 95% dei bambini ha contratto la varicella; quando però il contagio avviene in età adulta o nelle donne in gravidanza può avere conseguenze molto gravi).
All’interno dei ganglio nervoso sensitivo il virus rimane in fase quiescente perché tenuto a bada dalle cellule del sistema immunitario. È per questo che alla caduta delle difese immunitarie, legata a processi di invecchiamento (immunosenescenza) o a malattie invalidanti, il virus si può riattivare, dando luogo allo zoster. Questa malattia è caratterizzata da un rash cutaneo a vescicole acquose (che poi evolvono in papule e possono lasciare esiti cicatriziali), distribuito lungo il territorio di innervazione cutanea di quel particolare ganglio nervoso sensitivo, precedentemente colonizzato dal virus varicella-zoster. Il rash cutaneo guarisce in genere nell’arco di 2-3 settimane. La sede più frequente è quella di un metamero dorsale, ma a volte lo zoster può andare ad interessare la branca oftalmica del trigemino, dando luogo così a complicanze potenzialmente gravi a livello dell’occhio (cheratite erpetica, retinite con compromissione della vista).
Ma la complicanza più frequente dello zoster, quella che caratterizza la malattia anche nel suo eponimo popolare (‘fuoco di sant’Antonio’) è la nevralgia post-erpetica (NPH) che colpisce oltre il 90% dei pazienti. Il dolore della NPH può assumere caratteristiche e intensità diverse. Alcuni lo descrivono come un’improvvisa scarica elettrica, altri come un dolore urente continuo, altri come un formicolio fastidiosissimo, altri ancora come un’ipersensibilità al tatto che impedisce di indossare indumenti o di sentire le lenzuola sulla pelle (allodinia). L’intensità può essere tale da portare a gravi forme di depressione con ideazione suicidaria, mentre la durata della NPH, nel 10-20% dei pazienti, può superare i 6 mesi. Le ricadute della NPH sui pazienti possono essere devastanti sul piano della qualità di vita, dei rapporti sociali e dell’attività lavorativa.
Da questo punto di vista, il vaccino contro l’herpes zoster ha tutte le caratteristiche di un presidio ‘salva-qualità di vita’. Lo zoster colpisce prevalentemente gli ultra 50enni, che al momento rappresentano il 33% della popolazione europea, ma che le proiezioni per il 2060 danno in crescita fino al 48%. Al momento in Europa si registrano 1,7 milioni di casi di varicella zoster ogni anno; di questi, il 25% (425.000 persone) sviluppano la NPH, 1 paziente su 4 fa complicanze cutanee (infezioni, cicatrici) o presenta debolezza muscolare. Il 50-70% dei soggetti con interessamento della branca oftalmica del trigemino (zoster oftalmico) presentano complicanze oculari di grado variabile, fino alla perdita della vista.
“Esistono ovviamente dei trattamenti per lo zoster - ha ricordato
Myron Levin, Dipartimento di Malattie Infettive, University of Colorado, Denver (USA) - ma gli antivirali hanno una qualche efficacia solo se iniziati entro 72 ore dal rash cutaneo (e spesso il paziente va dal medico oltre questa finestra temporale); quanto alla NPH, gli anti-dolorifici utilizzati sono spesso solo parzialmente efficaci e presentano molti effetti indesiderati".
Il vaccino anti herpes-zoster, disponibile negli Sati Uniti da diversi anni (nel mondo ne sono state somministrate 15 milioni di dosi dal 2006), riduce il rischio di ammalarsi di herpes zoster del 64%, nella popolazione tra i 60 e i 69 anni riduce il rischio di NPH nel 70% degli ultra 70enni (i più a rischio di questa complicanza), come dimostrato dallo Shingles Prevention Study, pubblicato sul
New England Journal of Medicine nel 2005. Nello studio ZEST (Zostavax Efficacy and Safety Trial) il vaccino ha ridotto l’incidenza dello zoster del 70% in una popolazione di 50-59 anni. Nei soggetti che dopo la vaccinazione avevano comunque presentato lo zoster, la malattia è risultata in forma attenuata. Buono il profilo di sicurezza: gli eventi aversi più comunemente segnalati sono stati reazioni nel sito di iniezione (si somministra per via sottocutanea), dolore alle estremità e cefalea.
Il vaccino è approvato dall’Ema; nello scorso settembre è stato lanciato in Svezia e in Germania (Sassonia), mentre in Gran Bretagna è partito un programma vaccinale in una popolazione selezionata di anziani. In Italia l’incidenza stimata dello zoster è del 6,3 per mille l’anno; un paziente su 5 al di sopra dei 50 anni, svilupperà NPH.
Maria Rita Montebelli
04 ottobre 2013
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