Fai una colazione più ricca e tieni meglio a bada il diabete di tipo 2
26 SET - Una ricca colazione, in cui compaiano anche proteine e grassi, aiuta i diabetici di tipo 2 a mantenere il controllo glicemico più di quanto non faccia una colazione frugale e a basso contenuto calorico. Questo quanto emerge in uno studio della Hebrew University of Jerusalem di Rehovot in Israele, presentato nel corso del 49esimo Congresso della European Association for the Study of Diabetes. La ricerca non è altro che il secondo passo di uno studio che aveva dimostrato come fare colazione con regolarità potesse aiutare a mantenere più basso l'Indice di Massa Corporea, a velocizzare il metabolismo del glucosio e a ridurre l'insulinoresistenza.
Per dimostrarlo gli scienziati hanno condotto un trial randomizzato e controllato, che ha coinvolto 47 adulti sovrappeso o obesi con diabete di tipo 2 ma non insulino-dipendenti. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: tutti seguivano una dieta a basso contenuto calorico adatta ai diabetici, ma per alcuni era prevista una grande colazione (33% del fabbisogno energetico giornaliero), con una percentuale più alta di grassi e proteine, e per altri una colazione più leggera (12% del fabbisogno). Il campione di persone è stato sottoposto a controlli ogni due settimane, e il profilo lipidico e test ormonali sono stati effettuati prima e dopo il periodo di studio.
Così gli scienziati hannod imostrato che nel primo gruppo si osservavano maggiori riduzioni nella pressione sistolica (-9,6 mmHg contro -2,4 mmHg) e nel controllo dell'emoglobina glicata (-4,62% contro -1,46%). Inoltre, le dosi di farmaci antidiabete erano state ridotte nel 30% di coloro che facevano ricche colazioni, e in nessuno di quelli che le facevano più povere, mentre tra questi le dosi sono state aumentate più spesso che nel primo gruppo (17% contro il 3%). Ma soprattutto, i pazienti che mangiavano di più di prima mattina dichiaravano di soffrire meno la fame rispetto agli altri e in generale di preoccuparsi di meno del cibo, e riportavano risultati migliori nel metabolismo del glucosio.
Gli scienziati hanno dichiarato di non aver ancora compreso bene il meccanismo alla base di questo risultato, ma che “suppongono abbia a che fare con la riduzione dei marker di infiammazione”. Anche se, precisano, per dimostrarlo ci sarà bisogno di studi più approfonditi”.
26 settembre 2013
© Riproduzione riservata
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy