Sip: “In Italia circa 800 mila ragazzi soffrono di forme di ansia e depressione"
08 OTT - La metà di tutte le malattie mentali inizia all'età di 14 anni, ma nella maggior parte dei casi non viene rilevata, o viene sottovalutata, e quindi non viene trattata. In termini di importanza, la malattia mentale più diffusa tra gli adolescenti è la depressione. Un altro dato spaventoso è che il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di 15-29 anni. Senza considerare l’uso di alcool e droghe illecite tra gli adolescenti, un problema cosi importante in molti paesi del mondo è considerato una emergenza nazionale.
La situazione in Italia. Nel nostro paese
oggi vivono circa 8 milioni e 200 mila giovani tra i 12 e i 25 anni. Di questi circa il 10% (dati ISTAT) si dichiara globalmente insoddisfatto della propria vita, delle relazioni amicali, familiari e della salute. Questo dato segnala che un numero estremamente significativo di giovani è in una situazione di difficoltà emotiva, confermata dalla prevalenza, sempre attorno al 10%, di forme depressive o ansiose in questa fascia d’età. È a questi 800 mila giovani che bisogna prestare attenzione facilitando il riconoscimento di tutti quei fattori ‘tossici’ che possono favorire l’esordio e il mantenimento di patologie psichiche. Ed è per questo che l’OMS ha dedicato agli adolescenti la Giornata Mondiale della Salute Mentale che si svolge ogni anno il 10 ottobre. Ma per lo stesso motivo gli psichiatri italiani della SIP hanno intitolato il loro prossimo congresso (Torino 13-17 ottobre) “La salute mentale del terzo millennio”.
“Stiamo parlando di una platea ampia di ragazzi su cui sarà costruito il nostro futuro – spiega
Claudio Mencacci, past president SIP, direttore del Dipartimento di Neuroscienze all’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano – e non possiamo dimenticarcelo quando affrontiamo certi argomenti. Non possiamo non chiederci quindi come incidono le trasformazioni sociali e tecnologiche sulla salute psichica dei giovani. È evidente che vi sono delle specificità che possono essere evidenziate nel funzionamento psichico e cognitivo dei cosiddetti ‘nativi digitali’, iper-connessi, iper-tecnologici. Cosi come è evidente che vi sono dei rischi specifici a cui i ragazzi di oggi sono particolarmente esposti e che potranno portare a conseguenze sul loro benessere psichico futuro”.
“Lo sviluppo psichico dell'individuo in generale – precisa
Bernardo Carpiniello, presidente della SIP e direttore della cattedra di psichiatria all’università di Cagliari – avviene infatti in un rapporto continuo e dialettico con tutto ciò che lo circonda, inteso in senso inclusivo, sia come micro-ambiente (ovvero l'ambiente più prossimo della famiglia e dei legami più stretti), sia come macro-ambiente (il clima culturale, i movimenti sociali e antropologici, le condizioni ambientali). Dobbiamo quindi immaginare il percorso verso la salute psichica come un processo che si sviluppa tra sollecitazioni (ambientali), che possono comportare effetti più o meno evidenti sia in relazione alla loro natura ed intensità sia in relazione al periodo durante il quale si verificano”.
“L'adolescenza, che biologicamente possiamo definire come un periodo di riorganizzazione cerebrale che occupa un lungo periodo compreso all'incirca tra i 13 e i 24 anni – continua il dr. Mencacci – appare uno spazio ad alta sensibilità nei confronti degli stimoli esterni, e possiede dunque un ruolo centrale per determinare il benessere psichico dell'individuo. È questa fase che si affinano le modalità di funzionamento cognitivo e affettivo-relazionale, la capacità di tollerare le frustrazioni, di amare ed accedere al piacere, di utilizzare le proprie risorse creative e progettuali, tutte competenze indispensabili per costruire un progetto di vita adulta soddisfacente. La maturazione cerebrale dell’adolescenza è straordinariamente sensibile agli stimoli dell’ambiente, sia che questi si caratterizzino per una loro potenzialità in senso evolutivo, sia che si tratti di sollecitazioni che possono influenzare negativamente lo sviluppo”.
L’adolescenza, e le trasformazioni cerebrali che la caratterizzano, possono essere considerate come un dato invariante della specie umana, mentre gli stimoli ambientali a cui il cervello dell’adolescente è sottoposto cambiano a seconda delle epoche storiche, delle culture, della struttura sociale. “Sicuramente gli stimoli ambientali a cui sono sottoposti gli adolescenti di oggi – aggiunge il prof. Carpiniello – sono enormemente differenti rispetto a quelli degli adolescenti anche di solo un paio di decenni fa. Lo sviluppo della tecnologia ha comportato cambiamenti che ancora non sono pienamente valutabili. Viviamo in una cultura caratterizzata da un numero maggiore di stimoli e di informazioni, prevalentemente visive, ad alta frequenza e tendenzialmente ubiquitarie. Si è passati dal giornale, al fax, al modem, alla fibra in poco meno di 10 anni. Venti anni di differenza oggi, sono due secoli dello scorso millennio. I dati della ricerca degli ultimi anni dimostrano, si, che la maggioranza dei disturbi mentali ha le sue manifestazioni di esordio nella infanzia e nell’adolescenza ma vengono spesso misconosciuti o sottovalutati. Questo spiega la fondamentale importanza dei programmi di screening e di intervento precoce che si stanno sviluppando in tutto il mondo, come sta avvenendo nella schizofrenia”.
Lo sviluppo di internet, già rivoluzionario all’inizio, oggi ha acquisito una velocità tale da stravolgere i concetti di spazio e di tempo. “I nativi digitali sono quindi esposti, rispetto ai ragazzi di qualche decennio fa, a un numero sicuramente maggiore di stimoli, a un diminuito numero degli spazi di vuoto e di noia – spiega Mencacci –. È come se il cervello fosse perennemente stimolato, da immagini e informazioni, da opportunità e richieste. Questo sicuramente comporta molti vantaggi dato che tutti questi stimoli possono implementare la curva degli apprendimenti, ma vi è un costo. È come se avessimo un cervello perennemente sotto attacco, raramente in condizione di quiete, in quello che viene chiamato ‘resting-state’. Bisogna proteggere gli spazi di quiete e non sforzarsi di essere stimolati. È come se la strutturazione sociale si fosse ribaltata. I nativi digitali si ritrovano quindi iperstimolati, e il loro sviluppo cognitivo e cerebrale sembra esserne influenzato dalle trasformazioni socio-ambientali come nel ritmo sonno-veglia. Questa maggiore presenza di tecnologia ha dei risvolti anche nell'esposizione agli stress emotivi e affettivi. Il fenomeno del cyber-bullismo in questo appare paradigmatico, ampliando a dismisura l'impatto di fenomeni che non sono più confinati nello spazio reale della scuola o del cortile, esponendo quindi a stress emotivi estremamente più intensi di quelli a cui i ragazzi erano esposti in passato, con conseguenze sulla emersione di disturbi depressivi e ansiosi che possono portare a conseguenze anche molto gravi”.
Il mondo che cambia è anche il mondo delle nuove sostanze d'abuso, dell'offerta sempre più varia e a basso costo di nuove molecole ad azione psicotropa i cui effetti a lungo termine sono ancora poco noti, ma i dati sono estremamente allarmanti. Dati molto più solidi riconoscono invece gli effetti dell'utilizzo di alcolici e del fumo sul benessere psichico e fisico dei giovani. “Le sostanze d’abuso – conclude Carpiniello – sono dei veri e propri detonatori rispetto ai disturbi mentali: l’esordio sempre più precoce del disturbo bipolare, che nel 40% dei casi oggi si colloca fra il 15 e i 19 anni, è in parte correlata all’uso di psicostimolanti, mentre l’uso di cannabis, soprattutto di quella ad alta potenza, aumenta di 3 volte il rischio di sviluppare la schizofrenia nei soggetti predisposti. Di fronte a tutti questi rischi è importante considerare l'adolescenza come un periodo sensibile, da tutelare e proteggere, permettendo che ragazzi che mostrano segnali di sofferenza psichica possano essere aiutati per tempo, con competenza e passione. La salute Mentale nel terzo millennio, il tema del prossimo 48° Congresso Nazionale di Psichiatria a Torino, passa proprio da qui”.
08 ottobre 2018
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