Sardegna. Il ministero boccia la nuova rete ospedaliera: troppi piccoli ospedali. Ma la Regione promette battaglia
Il problema sarebbe legato alle reti tempo-dipendenti e ai punti nascita programmati in presidi non previsti dal dm 70. Ma il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore alla Salute Luigi Arru non condividono i rilievi del ministeri: “Non abbiamo stravolto il Dm 70, ma utilizzato le prerogative che ci assegna per salvare ospedali difficilmente raggiungibili a causa dei collegamenti stradali e delle infrastrutture”. E annunciano che la Regione è pronta a “difendere la nostra proposta”. Il senatore Solinas attacca la riforma e accusa la Regione di poca trasparenza.
13 SET - La riforma della rete ospedaliera della Sardegna non passa l’esame del tavolo di monitoraggio del ministero della Sanità, che chiede che il piano, rivisto e corretto “alla luce delle evidenze rilevate”, sia ripresentato “entro e non oltre il 31 ottobre 2018”. Le contestazioni del ministero sarebbero legate in particolare sull’articolazione delle reti tempo-dipendenti come quella traumatologica e sulla eccessiva frammentarietà nell'ambito delle reti di specialità. Il ministero contesterebbe, inoltre, l'articolazione della rete per la neonatologia e i punti nascita, anche per la presenza di punti nascita programmati in presidi non previsti dal dm 70.
A fornire i dettagli sul parere del ministero anche un comunicato del senatore di Lega-Psd'Az
Christian Solinas, per il quale “è inaudito che nonostante il documento sia da giorni nella disponibilità dell'assessorato, ne sia stato tenuto segreto il contenuto senza riferirlo tempestivamente al Consiglio regionale, soprattutto in considerazione del fatto che proprio il Parlamento dei sardi dovrà entro il prossimo 30 ottobre apportare le opportune integrazioni e le richieste correzioni al piano di riordino della rete ospedaliera isolana”. In realtà, precisano il presidente della Regione
Francesco Pigliaru e l’assessore alla Salute
Luigi Arru, “il documento è stato protocollato il 7 settembre ma spedito via PEC dal Ministero solo ieri”, ecco perché la Regione non avrebbe ancora riferito in Consiglio.
Per Solinas, comunque, il documento del ministero “certifica che ad oggi, nelle more dell'approvazione definitiva del ministero, la sedicente riforma della rete ospedaliera che sta gettando nel caos la sanità sarda non avrebbe potuto né dovuto produrre effetti perché tecnicamente la sua efficacia dovrebbe essere sospensivamente condizionata al via libera ministeriale”. Invece, osserva il senatore, “la Giunta Regionale ha approvato atti aziendali applicativi della riforma sulla base dei quali i direttori generali si sono affrettati a trasferire o smontare interi reparti, creare strutture complesse e dipartimenti, espletare concorsi e fare nomine che a mio avviso sono da considerarsi arbitrarie, illegittime e lontane dal buon senso e dalla buona e corretta amministrazione”.
Ancora una volta, prosegue il senatore, “questa Giunta e la sua maggioranza non sono partiti dalla centralità del paziente e della sua salute per definire un sistema sanitario che parta dal territorio per arrivare agli ospedali in un'ottica di servizi realmente efficienti ed efficaci. Hanno invece preferito – conclude Solinas - l'estetica nominale dell'architettura istituzionale delle strutture: dal clamoroso errore dell'Azienda Unica, che sarà fallimentare alla prova dei numeri e della qualità complessiva dei servizi erogati, fino all'evidente tentativo di spostare risorse e pazienti dai presidi ospedalieri a quelli universitari”.
Ma l’assessore Arru annuncia battaglia: “Siamo pronti a confermare e difendere quanto contenuto nella Rete voluta dalla Giunta, dalla maggioranza e dal Consiglio regionale. Non abbiamo stravolto il Dm 70 sostiene -, ma abbiamo utilizzato le prerogative che ci assegna per salvare ospedali difficilmente raggiungibili a causa dei collegamenti stradali e delle infrastrutture. Il senatore su questo non interviene, però, di fatto sposando la linea del Ministero, e quindi del Governo, che porterebbe alla chiusura dei nostri ospedali. Il tutto alla faccia dell'Autonomia, rivendicata in Sardegna, dimenticata all'ombra della Lega”.
“Noi - continua Arru - difenderemo la nostra proposta e ci aspettiamo che la battaglia vada oltre l'appartenenza partitica, e veda mobilitati il Consiglio regionale, le amministrazioni comunali, i cittadini. Magari cosi capiremo anche da che parte sta il senatore Solinas, se con i Sardi o con chi vuole togliere loro servizi”.
Parole confermate dal presidente Pigliaru: “Il Ministero ci chiede di chiudere i piccoli ospedali e di tagliare servizi. Noi non ci stiamo e difendiamo le scelte fatte lo scorso ottobre, nel rispetto dello stesso Dm 70, lavorando con il Consiglio regionale per garantire la permanenza dei servizi sanitari nei territori. Abbiamo salvato ospedali indispensabili utilizzando le prerogative previste dallo stesso Dm 70. Non ci interessano le polemiche su quando è arrivato il parere, chi governasse in quel momento, chi ha firmato la nota. Sono polemiche sterili da campagna elettorale. Quel che conta davvero è la battaglia che siamo pronti a portare avanti e chi starà con noi in difesa dei Sardi”, dichiara il governatore.
13 settembre 2018
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