Su proposta di Arru, stanziati 30 milioni per le povertà estreme
Di questa cifra 24,4 milioni verranno trasferiti ai Comuni per progetti personalizzati di aiuto a favore delle famiglie e delle persone che vivono condizione di povertà per lungo tempo, con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro e la necessità di interventi socio-sanitari.
02 OTT - La Giunta regionale, su proposta dell'assessore della Sanità,
Luigi Arru, ha stanziato 30 milioni di euro per il sostegno economico a famiglie e persone in condizione di disagio. 24 milioni e 400 mila euro verranno trasferiti ai Comuni per progetti personalizzati di aiuto a favore delle famiglie e delle persone che vivono condizione di povertà per lungo tempo, con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro e la necessità di interventi socio-sanitari; come contributi economici per l'abbattimento dei costi di servizi essenziali (bollette) e per l’impegno a prestare servizi di pubblica utilità.
Tre milioni serviranno per il sostegno ai nuclei familiari con quattro o più figli a carico e con un reddito insufficiente; due milioni per progetti specifici a favore di persone senza dimora; 600 mila euro verranno destinati alla Caritas come contributo straordinario per le attività di assistenza e di sostegno alle persone povere e disagiate. Infine, 400 mila euro andranno ai Comuni per far fronte alle anticipazioni erogate per il rimborso delle spese di viaggio del lavoratore emigrato.
"Negli ultimi due anni - afferma l'assessore Arru in una nota della Regione - l'incidenza della povertà relativa, rilevata dall'Istat attraverso l’indagine sulle spese delle famiglie, si è stabilizzata: in Sardegna è pari al 15% delle famiglie (attorno al 10,3% a livello nazionale), attenuando un significativo trend di crescita. Negli anni 2011 e 2012 l’incidenza della povertà relativa era pari al 21% delle famiglie sarde (a livello nazionale l’11,1% nel 2011; il 12,7% nel 2012)".
"Il programma regionale di contrasto delle povertà - prosegue Arru - si è dimostrato efficace nel supporto economico delle famiglie in condizione di povertà e nella promozione di percorsi di responsabilizzazione. A quasi dieci anni dal suo avvio, il programma presenta alcune criticità in relazione ai criteri di ripartizione delle risorse fra i Comuni, alla esigenza di differenziare il contributo rispetto alle condizioni economiche del beneficiario accertate con l’ISEE, alla soglia di accesso ai benefici previsti e all'emergere di nuove condizioni di disagio e di rischio di povertà e ai servizi a favore dei senza dimora".
02 ottobre 2015
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