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Cure per il Covid. Bufera su convegno al Senato. Anaao contro partecipazione Icardi


Il sindacato definisce l’iniziativa “antiscientifica e offensiva per i sanitari” e attacca i relatori, tra cui l’assessore alla Salute piemonte, che promette la guarigione dal Covid “nel 100% dei casi se il paziente viene preso precocemente” e accusa i medici di “fuggire o limitarsi a guardare (i pazienti, ndr) morire senza far nulla”. Icardi replica: “Sono sorpreso e indignato. Anaao dovrebbe rallegrarsi, anziché sbeffeggiare l’assessore e i colleghi medici”.

15 SET - Bufera sull’“International Covid Summit - Esperienze di cura dal mondo” promosso lunedì scorso al Senato dalla senatrice della Lega Roberta Ferrero per parlare delle terapie contro il Covid. Contro l’iniziativa si sono infatti schierati alcuni rappresentanti del mondi medico, a partire dalla Fnomceo: “Il medico non deve adottare pratiche delle quali non sia resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica, valutabile dalla comunità professionale e dall’autorità competente. Né deve adottare o diffondere terapie segrete”), ma anche politico.

In Piemonte, poi, ha sollevato forti polemiche la presenza, ta i relatori del convegno, dell’assessore alla Salute, Luigi Icardi. L’Anaao regionale usa parole dure, e definisce l'iniziativa svolta al Senato, “antiscientifica e offensiva per i sanitari”. “Grazie Assessore - prosegue l’Anaao Piemonte in un commento su Facebook - leggiamo stupefatti alcuni degli interventi dei partecipanti al convegno sulle fantomatiche terapie domiciliari anticovid tenuto ieri nella Sala Capitolare del Senato, organizzato dalla Senatrice della Lega Roberta Ferrero che ha visto tra gli ospiti l’Assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi. ‘Se il paziente viene preso in cura precocemente si guarisce nel 100% dei casi’, ‘Si dovrà ricorrere al plasma iperimmune. Il 90% degli ospedali “ne è in possesso anche se non lo dice’, ‘Per guarire servono medici disposti a curare i pazienti e non a “fuggire o limitarsi a guardarli morire senza far nulla’, perché se presi per tempo, ‘entro quattro giorni dalla comparsa dei sintomi’, a quel punto ‘nessun paziente muore’. In Lombardia si lasciavano morire i pazienti in ospedale “‘dando loro solo ossigeno e non curandoli’”, sono alcuni dei passaggi che cita l’Anaao.
 

 
“Queste - prosegue il sindacato - alcune delle perle ascoltate ieri dall’Assessore, unico presente in sala, che in seguito non ha commentato né ha difeso l’operato dei sanitari della sua Regione ma ha rilanciato la possibilità di inserire l’ivermectina, antiparassitario ad uso veterinario, nei piani terapeutici dopo che la stessa Fda si é vista costretta a ricordare che “non siamo cavalli” a causa degli accessi quintuplicati nei centri antiveleni per l’uso improprio di questi farmaci”.

“Che l’assistenza territoriale vada riformata - conclude l’Anaao Piemonte -  siamo convinti, ma realizzando per esempio le Case della Salute con mmg h 12, non certo con l’introduzione di farmaci per cavalli e offendendo gravemente i medici ospedalieri.  Grazie Assessore!  I medici del Piemonte la ringraziano per questo suo contributo ad un’iniziativa antiscientifica e offensiva per tutti gli operatori sanitari e soprattutto per le vittime del covid e i loro famigliari”.

Non si è fatta attendere la replica dell’Assessore, che si è detto, in una nota, “sorpreso e indignato per le affermazioni della segretaria regionale di Anaao Assomed, Chiara Rivetti, in merito alla partecipazione dello stesso assessore al convegno che ieri ha chiamato a raccolta nelle aule del Senato a Roma medici e esperti da tutto il mondo per confrontarsi sulle diverse terapie contro il Covid-19 praticate a domicilio dei pazienti”.

L’assessore fa notare che “il Piemonte è stata l’unica Regione italiana invitata ad intervenire, grazie al protocollo di cure domiciliari attivato sul proprio territorio, una realtà di cui la segretaria Rivetti dovrebbe rallegrarsi, anziché sbeffeggiare l’assessore e i colleghi medici che si prodigano con tutte le loro forze e capacità per trovare delle cure efficaci contro il Covid-19 e per evitare il più possibile il congestionamento degli ospedali che tanti problemi ha causato  all’erogazione dei servizi della Sanità pubblica”.

L’assessore ricorda che il “‘Protocollo piemontese per la presa in di carico dei pazienti Covid-19 a domicilio da parte delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta’, primo e più completo documento di questo genere in Italia, è stato sottoscritto, oltre che da Regione Piemonte, Direzione Sanità e Welfare, Dipartimento interaziendale regionale malattie ed emergenze infettive (Dirmei) e Unità di crisi covid-19 regionale, anche dalla Prefettura di Torino (a nome di tutte le Prefetture del Piemonte), dalle Aziende sanitarie locali, dalle Organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e dai relativi Ordini professionali”.

Secondo l’assessore, “il compito della politica è di fornire ai medici in trincea sul territorio ogni strumento possibile per curare al meglio, in scienza e coscienza, i loro pazienti. Insultando tale orientamento di programmazione sanitaria, in realtà la Rivetti offende pesantemente la categoria medica, ritenendola incapace di discernere la bontà delle cure che in tutto il mondo si stanno ricercando, attraverso il confronto e la sperimentazione sul campo”.

Nel suo intervento al convegno, conclude la nota diramata dall’ufficio stampa della Giunta regionale, “l’assessore si è limitato a illustrare l’organizzazione e i risultati delle cure domiciliari in Piemonte e non è mai entrato nel merito scientifico del dibattito, né tantomeno ha avvallato affermazioni di altri relatori, come maldestramente vorrebbe lasciare intendere la Rivetti, travisando grossolanamente la realtà e giocando sull’equivoco, con affermazioni non degne del ruolo della rappresentanza sindacale che le è attribuito dai medici”.

15 settembre 2021
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