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Regioni divise su inasprimento misure ma unite nella richiesta di rivedere i criteri attuali. Pressioni su Governo per cambio di passo sui vaccini. E Draghi convoca Cdm per lunedì


I governatori al termine di una lunga riunione non hanno trovato intesa sull’idea di misure restrittive uguali per tutto il Paese ma hanno presentato una serie di richieste al Governo: revisione dei criteri, conoscere i cambi di colore con anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese e introdurre ristori automatici in quei territori sottoposti a provvedimenti restrittivi. E intanto lunedì mattina fissato il Cdm per varare un decreto legge con le nuove misure.

20 FEB - I governatori sono divisi sull’ipotesi di 2-3 settimane con tutta Italia in arancione. Al termine della lunga Conferenza di oggi in sostanza gli Enti locali hanno presentato alcune richiesta ma sostanzialmente lasciano la palla al Governo Draghi che tra l’altro si riunirà in Cdm lunedì mattina proprio per esaminare un decreto legge con nuove misure di contrasto al virus. Al momento i rumors parlano di una proroga fino al 31 marzo degli spostamenti tra le Regioni ma non sono affatto esclusi nuovi interventi che scatterebbero da subito senza aspettare la scadenza del Dpcm del 5 marzo.
 
Ma tornando alle Regioni a bocciare l’idea di un’Italia tutta arancione ci aveva pensato in mattinata il leader della Lega Matteo Salvini. “Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, se ci sono zone più a rischio si intervenga in modo rapido e circoscritto, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l'intero Paese”, ha scritto su Facebook stigmatizzando “lockdown ingiustificati e generalizzati”.
 
Dichiarazioni che inevitabilmente hanno pesato sulla Conferenza delle Regioni, dato che ¾ sono a guida centro destra. Ed ecco che nella riunione i governatori si sono confrontati aspramente.
 
Al termine del confronto nella nota ufficiale si parla di “lavoro comune ed intesa fra tutte le Regioni che nelle prossime ore presenteranno al governo una piattaforma di proposte in vista del prossimo Dpcm, nella convinzione che occorra un deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica. Anche per questo abbiamo chiesto al Governo un incontro urgente”, ha dichiarato il Presidente Stefano Bonaccini al termine della odierna Conferenza delle Regioni.
 
“La priorità adesso – ha proseguito Bonaccini - è la campagna vaccinale. Sta andando a rilento (è di oggi la notizia di un ulteriore riduzione delle consegne da parte di AstraZeneca - . E questo non per disguidi organizzativi, o indisponibilità della popolazione. Il problema è nell'approvvigionamento. Per questo chiediamo al Governo di intraprendere ogni sforzo per reperire più dosi. Le Regioni sono a disposizione nelle forme e nei modi utili e possibili, a partire dal coinvolgimento diretto di aziende e filiere nazionali. È poi necessaria anche una verifica sul personale che occorrerà coinvolgere e stiamo già collaborando attivamente con il Governo per arrivare ad un accordo quadro con i medici di medicina generale”.

Ma venendo al nodo del sistema a fasce, le Regioni chiariscono di “aver affrontato tutte le questioni che riguardano la revisione dell’attuale sistema di regole che definisce l’entrata e l’uscita dalle diverse zone. È necessaria una revisione ed una semplificazione con la contestuale revisione dei criteri e dei parametri di classificazione. Serve un respiro più lungo ed un’analisi approfondita dei luoghi e delle attività, anche in base ai dati di rischio già accertati. Non solo. Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese”.

“Tutte le Regioni hanno poi richiesto – ha concluso Bonaccini - che per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte. Sia che si tratti di provvedimenti restrittivi regionali, sia che si tratti di provvedimenti nazionali”.
 
“È stata una lunga riunione quella con le regioni. Dobbiamo chiedere al Governo alcune cose: prima di tutto l'aumento della campagna di vaccinazione per trovare sul mercato vaccini ovunque. Poi, di rivedere i parametri di rischio: riteniamo che possano essere cambiati in meglio, modificare dall'Rt sintomi all'Rt ospedalizzazioni. Inoltre chiediamo di avere le notizie in anticipo, non possiamo sapere sabato o domenica cosa succede il lunedì. Chiediamo che la cabina di regia si riunisca a metà settimana e chiediamo di ragionare sulla reale incidenza del rischio di alcune attività. Chiediamo al Governo uniformità e regole precise e speriamo che il governo Draghi trovi il giusto equilibrio tra il diritto alla salute e al lavoro”. Così, nel corso del punto Covid, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, dopo la riunione della Conferenza delle Regioni. Ma Toti ha anche proposto di istituire una zona gialla nazionale, che preveda maggiori aperture, come ad esempio sport, palestre e piscine, spettacolo, consentire ai ristoranti di scegliere se aprire a pranzo o a cena, per dare a tutti l'opportunità di lavorare”.
 
“Regolamentare i passaggi di colore non solo su base regionale - aggiunge - ma soprattutto provinciale e comunale in modo da isolare le situazioni di rischio e le varianti dove è necessario. Anticipare la comunicazione del cambio di zona che non può arrivare a ridosso del passaggio stesso, in modo da consentire ai cittadini di programmare la propria vita”.
 
Ed ancora “cambiare alcuni parametri di valutazione del rischio (ad esempio dall'Rt sintomi all'Rt ospedalizzazioni, che tiene conto dei letti occupati negli ospedali) e allargare la cabina di regia in cui si decide anche ai Ministeri che valutano il danno economico e sociale delle misure prese”, conclude Toti.
 
“È necessario rivedere l'elenco delle attività economiche che mettono a rischio la tenuta sistema sanitario perché possono agevolare la diffusione del virus, le quali non possono riprendere e vanno indennizzate, dando invece alle altre la possibilità di riaprire in sicurezza. Questa valutazione deve però avvenire sulla base di criteri e studi scientifici che tengano conto della situazione attuale e non solo sulla scorta di quanto già attuato nelle prime fasi della pandemia”. È la posizione espressa dal governatore Fvg Massimiliano Fedriga che, intervenendo sul tema del rischio di diffusione del virus in ambito scolastico durante la riunione odierna della Conferenza delle Regioni , ha ribadito la necessità di “valutare con attenzione le azioni di contrasto al Covid-19 evitando battaglie puramente ideologiche che spostano l'attenzione dalla drammatica situazione in cui versano le attività economiche”.
 
Il governatore ha inoltre rimarcato che “a tutela della salute dei cittadini e della tenuta economica del servizio sanitario regionale del Fvg e delle altre Regioni e Province a statuto speciale è importante che si concretizzino le rassicurazioni ricevute sull'assegnazione di fondi da parte del Governo alle Speciali per l'esecuzione dei vaccini per il Covid-19 da parte dei medici di medicina generale. Se le dotazioni economiche per quest'azione, fondamentale per il contrasto del coronavirus, avvenissero solo attraverso un aumento della dotazione del Fondo sanitario nazionale si creerebbero danni e squilibri intollerabili nei confronti delle Regioni che non aderiscono a quel fondo ma finanziano la sanità con risorse proprie”.

20 febbraio 2021
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