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Covid. Veneto, Emilia Romagna e FVG inaspriscono le misure con l’ok di Speranza. Fasce orarie per spesa riservata a over65, nei negozi di generi alimentari entrerà una persona per famiglia, nei bar dalle 15 alle 18 solo seduti

di Lucia Conti

Tre ordinanze coordinate “perché i territori sono confinanti ed era necessario trovare misure uniformi”, ha spiegato Fedriga. L'obiettivo è ridurre al minimo i contagi. Compiere “un sacrificio sopportabile oggi per non trovarci in zona rossa domani”, ha detto Zaia. Ma “non ci sono pagelle o colori punitivi o premiali, solo lo sforzo del Paese di gestire la crisi”, ha precisato Bonaccini. In Veneto e FVG, nei negozi di generi alimentari l’accesso è consentito ad una sola persona per nucleo familiare. Stop ad ogni attività di vendita nei festivi e dei centri commerciali nei prefestivi. Vietata l'attività motoria nei nei centri storici. L'ORDINANZA DELL'EMILIA ROMAGNA, QUELLA DEL VENETO E DEL FVG

12 NOV - Come annunciato, i presidenti di Emilia Romangna, Stefano Bonaccini, Veneto, Luca Zaia, e Friuli Venezia Giulia, Massimilano Fedriga, hanno firmato tre nuove ordinanze per inasprire le misure anticovid nelle loro regioni e cercare di mettere definitivamente fine agli assembramenti in attesa che il sistema di monitoraggio valuti le 3 Regioni oltre alla Campania per cui la situazione era al limite. Tre distinte ordinanze, non identiche ma simili e coordinate, come ha spiegato in conferenza stampa il governatore friulano. Ed emanate con d'intesa col ministro della Salute, Roberto Speranza. In vigore da questo fine settimana fino al 3 dicembre. "L’ordinanza - ha sapere la Regione Emilia Romagna -è stata condivisa anche coi prefetti, per sottolineare la necessità di controlli più stringenti, e conseguenti sanzioni, insieme alle amministrazioni locali".

Si tratta, ha spiegato Fedriga, di ordinanze coordinate perché Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto hanno "indici di trasmissione simili e una diffusione del virus consistente, ma anche perché sono territori confinanti e quindi era necessario trovare misure uniformi”. Le ordinanze - ha precisato il presidente del FVG - ce le scambiavamo anche prima, poi ognuno la adattava al proprio territorio: è utile avere un coordinamento”.

 

“Abbiamo pensato che prevenire sia meglio che curare. Facciamo un sacrificio sopportabile oggi per non trovarci in zona rossa domani”, ha detto Zaia, che ha lanciato un appello ai cittadini: “Al di là dell’ordinanza, non andate dove c’è confusione. Fate questo sacrificio perché ne va della salute dei veneti. Ci sono due mila persone ricoverate. Due mila persone complicate, perché questa è una patologia che prevede cura e assistenza intensiva. E il problema non sono i letti, ma il personale. E non ce ne è sul mercato il personale. Magari il problema fossero i letti. Invece abbiamo 740 di posti letto voti in 5 ospedali pronti. Ma ci vuole il personale, che non c’è. Non c'è in tutta Italia, in tutta Europa c’è un problema di personale. E finita questa tragedia mi auguro che si rimettano le mani alla programmazione di personale”.
 
“Abbiamo davanti un obiettivo che deve essere di tutti: frenare il contagio e invertire la curva della pandemia- afferma nella il presidente Bonaccini-. E’ la priorità. E possiamo centrarlo rispettando le regole, con senso di responsabilità e senza panico. Servono unità e condivisione, recuperando lo spirito comune che aveva caratterizzato la prima fase dell’emergenza sanitaria, per tutelare la salute delle persone, garantire la possibilità per le strutture sanitarie di garantire servizi di assistenza e cura, non penalizzare in maniera indiscriminata il lavoro, le attività economiche e la scuola. Per questo, insieme ai presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, Zaia e Fedriga, due regioni vicine e in fascia gialla come la nostra, abbiamo concordato ordinanze regionali con misure ulteriormente restrittive, per evitare gli assembramenti, situazioni a rischio che non ci possiamo assolutamente permettere, per non favorire la diffusione del contagio”.

“Ogni misura presa, a livello nazionale e regionale, è a tutela della collettività, non ci sono pagelle o colori punitivi o premiali- chiude Bonaccini -, ma solo lo sforzo del Paese di gestire la crisi ed uscirne definitivamente quando sarà disponibile il vaccino chiesto al Governo.

 
 
Tra le misure, la principale differenza riguarda la decisione del Veneto e del Friuli Venezia Giulia (ma non dell'Emilia Romagna) di introdurre la forte accomandatzione agli esercenti di “riservare l’accesso agli esercizi commerciali di grandi e medie strutture di vendita da parte dei soggetti con almeno 65 anni nelle prime due ore di apertura dell’esercizio stesso”.
 
Per il resto, le misure, illustrate nella nota dell'Emilia Romagna, riguardano un po' tutti gli ambiti. Mascherina indossata sempre, fin dal momento in cui si esce di casa. Nei giorni prefestivi e festivi chiuse le medie e grandi aree di vendita, compresi tutti i complessi commerciali, con l’aggiunta, nei festivi, dello stop ad ogni attività di vendita, anche gli esercizi di vicinato (farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie e edicole le sole eccezioni previste, e rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal DPCM in vigore). Sempre, invece, nei negozi e in qualsiasi esercizio di vendita potrà entrare un solo componente per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni. Niente mercati in area pubblica o privata a meno che non vi siano Piani dei Comuni che prevedano regole di specifiche (perimetrazione, varchi di accesso e uscita distinti, sorveglianza pubblica e privata sull’applicazione delle regole di distanziamento e sicurezza). E in conferenza stampa Zaia fa sapere che ai negozianti sarà chiesto di privilegiare l'accesso, le prime due ore di apertura, agli over 65enni, per consentire a questa fascia di età, più rischio, di fare la spesa con un ridotto rischio di contagio. Misura adottata, come già detto, anche dal Friuli Venezia Giulia. 

In tutte e tre le Regioni, poi, la consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico, mentre dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione può avvenire solo da seduti fuori e dentro i locali, e in posti “regolarmente collocati” (va ricordato che dalle 18 alle 5 di mattina l’attività è sospesa in base all’attuale DPCM del Governo).

La vendita con consegna a domicilio è invece sempre consentita e viene “fortemente raccomandata”.

L’attività sportiva e motoria dovrà avvenire preferibilmente nelle aree verdi e periferiche, e comunque non si potrà fare nei centri storici delle città e nelle aree affollate, ad esempio le vie e le piazze centrali o i lungomare, rimanendo sempre distanziati. Spetterà naturalmente ai sindaci fissare ulteriori specifiche limitazioni.

Infine, nelle scuole primarie e secondarie di secondo grado vengono sospese le lezioni di ginnastica, di canto e con strumenti a fiato, considerate a rischio elevato. Misura prudenzialmente inserita in attesa di ulteriori indicazioni dal Comitato tecnico scientifico nazionale.
 



12 novembre 2020
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