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Lombardia: con i Creg parte la rivoluzione nella cura dei pazienti cronici


Parte la sperimentazione dei Creg: oltre 40mila pazienti coinvolti con 415 medici di base. L’iniziativa, presentata dal presidente Formigoni e dall'assessore Bresciani, è stata definita una “innovativa modalità di presa in carico globale di questi pazienti, unica a livello internazionale”.

26 MAR - Cinque Asl coinvolte: Bergamo, Como, Lecco, Milano e Milano 2, oltre 40.000 (ma potrebbero diventare anche molti di più) i pazienti lombardi coinvolti affetti da patologie croniche, 415 i medici di base delle Aziende sanitarie che ci lavoreranno. Questi i numeri della Creg la sperimentazione clinica Cronic Related Group che partirà in Lombardia dal mese di aprile.
 
A comunicarlo è stato oggi il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che ha tenuto una conferenza stampa insieme all'assessore alla Sanità Luciano Bresciani proprio per fare il punto su quella che si annuncia come una grande e importante novità sul fronte delle cure territoriali che l’hanno definita una "innovativa modalità di presa in carico globale di questi pazienti, unica a livello internazionale".
Un modello che, non a caso, ha già attirato l'attenzione di altre regioni italiane ma anche di realtà estere, come ad esempio il Canada.
 
“Questa novità – ha spiegato Formigoni – guarda ad una dimensione territoriale in cui sia garantita e promossa la continuità e la qualità delle cure, sia nelle strutture extra ospedaliere sia a domicilio del paziente. Si tratta di una delle principali e più complesse sfide che i moderni sistemi di welfare si trovano a dover affrontare”.
 
"Per questo – ha proseguito Formigoni – stiamo concentrando i nostri sforzi sull'organizzazione e la crescita di una medicina territoriale più moderna e realmente innovativa. Il nostro obiettivo quindi è di favorire sempre di più l'appropriatezza e la qualità dell'offerta partendo dalla vera sfida del futuro della sanità, che è la cronicità. Essa interessa infatti il 27% della popolazione lombarda ma incide sulla spesa per il 70%”.
"E' una grande soddisfazione - ha aggiunto Bresciani - aver raggiunto un risultato di questo genere che ha già notevole attratto interesse a livello internazionale. Questa innovazione rientra nella logica di una sanità che si sviluppa, si evolve e migliora costantemente. La sfida è dare più servizi a minor costi e aumentare l'umanizzazione delle cure perché i pazienti potranno rimanere a casa loro e non saranno costretti a ripetuti ricoveri in ospedale. Oggi il 37% dei malati cronici è ricoverato in aree per acuti e questo non è appropriato".
 
Il meccanismo consiste nell'assegnare al medico curante una quota di risorse annua stabilita in anticipo, in funzione della tipologia di assistiti e delle patologie ad essi correlate. Sono state dunque individuate 155 tariffe, assimilabili in tutto e per tutto ai Drg già utilizzati in ambito ospedaliero. Questi Drg serviranno a remunerare l'intero “pacchetto” di cure effettuate all'esterno degli ospedali: visite ambulatoriali, esami specialistici, protesica e presìdi (es. ossigeno), farmaceutica, cure a domicilio.
Il paziente verrà seguito passo per passo nel suo percorso di cura dal proprio medico, da un call center sempre attivo (365 giorni all'anno) e, in caso di necessità, tramite ausili di teleconsulto e telemedicina. 
 
“L'obiettivo di questo flusso di comunicazione ininterrotto tra medico e paziente – ha spiegato ancora Formigoni – è quello di accompagnare il malato cronico nella gestione della sua patologia, verificandone in tempo reale tutti i parametri clinici, le tempistiche corrette di esami e controlli, la regolare assunzione di farmaci”.
 
È stato completato in questi giorni il primo arruolamento su base volontaria dei pazienti nelle 5 Asl oggetto della sperimentazione, che si è articolato in due fasi: l'associazione in cooperative (i cosiddetti provider) dei Medici di Medicina Generale aderenti e il reclutamento volontario degli assistiti. Su un totale di una popolazione di 96.000 potenziali arruolabili, l'esito della prima fase è stato di oltre 40.000 pazienti cronici aderenti.
 
"Si tratta – ha commentato il presidente – di un numero davvero considerevole per una sperimentazione, sia in termini percentuali, sia in termini assoluti”.
I pazienti saranno seguiti dai loro 415 medici di base, organizzatisi in 9 provider differenti. La provincia che ha avuto maggiori adesioni è stata quella di Bergamo, che da sola conta 205 medici partecipanti con oltre 20.000 pazienti.
Ad aprile inizierà dunque la fase clinica della sperimentazione, ovvero la vera e propria attuazione del modello, che produrrà le prime evidenze nell’arco di un trimestre (fine giugno).

26 marzo 2012
© Riproduzione riservata

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