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Anteprima. Patto per la Salute. Ecco le proposte del documento tecnico delle Regioni. "Via il super ticket di 10 euro sulla specialistica"


Fabbisogno 2013/2015, nuovi ticket su farmaci e specialistica, nuovi criteri di esenzione e poi ricalcolo dei tetti per la farmaceutica e molto altro nelle prime proposte tecniche elaborate dalle Regioni ed ora all’esame degli assessori alla Sanità e al Bilancio. Domani il vertice dei Presidenti.

25 GEN - Lavori serrati nel cantiere del nuovo Patto per la Salute. L’obiettivo è arrivare ad una prima proposta regionale da sottoporre al ministero della salute entro domani in occasione della Conferenza dei Presidenti convocata apposta per questo.

Oggi pomeriggio gli assessori alla Sanità e al Bilancio delle Regioni hanno lavorato su un documento, che siamo in grado di anticiparvi, elaborato dai Direttori generali degli assessorati alla Sanità diviso in due consistenti capitoli: uno riguardante le azioni prioritarie  da affrontare subito per definire il fabbisogno 2013/2015, il riassetto delle cure primarie e dell’assistenza convenzionata, i ticket e le esenzioni e i nuovi Livelli essenziali di assistenza.

Il secondo capitolo riguarda invece argomenti specifici da inserire anch’essi nel nuovo Patto per la Salute. In tutto 18 punti che in sostanza abbracciano l’universo delle competenze socio sanitarie delle Regioni.

In questa sintesi ci limitiamo a illustrare la prima parte del documento, quella relativa alle azioni prioritarie, rimandando il resto alla lettura del testo integrale allegato.

Fabbisogno
I tecnici regionali individuano in 112,500 miliardi il fabbisogno 2013 (+ 2,914 miliardi rispetto al fabbisogno ricalcolato per il 2012 pari a 109,586 miliardi), in 116,065 miliardi il fabbisogno 2014 e in 121,254 miliardi quello per il 2014. La crescita del fabbisogno stimata si assesterebbe quindi al 7,8% nel triennio 2013/2015.

Cure primarie
Si propone di riformare l’art.8 del Dlgs 502/92 prevedendo un accordo specifico in Stato Regioni che ridisciplini profondamente il settore consolidando le equipe multi professionali territoriali, individuando strutture territoriali di riferimento con ambulatori a gestione infermieristica, il tutto anche attraverso la riconversione dei piccoli ospedali, e prevedendo l’inserimento negli organismi di governo del settore dei medici convenzionati. Va poi riorganizzata la continuità assistenziale puntando a creare una rete di emergenza realmente alternativa, anche se ad essa correlata, a quella dei pronto soccorso ospedalieri. Nella rete dell’emergenza territoriale andranno privilegiati rapporti di lavoro dipendente superando le convenzioni per favorire la piena integrazione del sistema territoriale con quello ospedaliero.  Da rivedere anche l’assistenza dei pediatri di libera scelta colmando i divari regionali.

Ticket
Tre i principi ispiratori della riforma secondo i tecnici regionali:
Compartecipazione crescente al crescere della tariffa ma con incidenza decrescente fino a un tetto massimo per ricetta.
Compartecipazione differenziata per situazione economica.
Limitazione delle esenzioni diverse dal reddito (patologia, invalidità, ecc..) alle situazioni caratterizzate da maggiore severità e complessità.
Innalzamento da 65 a 70 anni del limite di età e contestuale riduzione, rispetto ai 36.000 euro attuali del reddito familiare, per le esenzioni da reddito.
Grazie a questi interventi si punta a innalzare del 30% le prestazioni soggette a compartecipazione garantendo maggiore equità attraverso diversi livelli di contribuzione.
Secondo i tecnici i nuovi ticket dovrebbero riguardare in particolare i farmaci, la specialistica, il pronto soccorso e l’assistenza termale, senza toccare i ricoveri.

Ecco come:
Specialistica
Abolizione della quota fissa di 10 euro a ricetta (o come rimodulato dalle Regioni)
Mantenimento del criterio della compartecipazione calcolato in base al totale delle tariffe delle prestazioni per ricetta previa revisione dei criteri di accorpamento delle prestazioni per ricetta (introduzione di pacchetti di prestazioni – day service), con rideterminazione del tetto massimo di compartecipazione
In sostituzione all’attuale franchigia pari a 36,15 euro per ricetta vengono introdotte franchigie differenziate per situazione economica e per età dell’assistito 
Nel caso di esenzione per patologia si applica una regressione della percentuale di partecipazione su specifiche prestazioni.

Farmaceutica
Mantenimento dell’attuale sistema di pagamento sui generici (differenza tra prezzo al pubblico e prezzo di riferimento)
Introduzione di una quota di compartecipazione per singola confezione con quota correlata al prezzo della confezione (fino ad un massimo per ricetta su tutti i farmaci di classe A diversi da quelli ricompresi nel punto 1) differenziati per situazione economica e per età dell’assistito.
Nel caso di esenzione per patologia si applica una regressione della percentuale di partecipazione su farmaci specifici.

Criteri di  individuazione della Situazione Economica
Per garantire equità alla compartecipazione, secondo i tecnici regionali, è necessario superare l’attuale sistema basato sul reddito con un criterio che individui la situazione economica degli assistiti attraverso l’ISEE eventualmente apportando alcune modifiche che definiscano un indicatore più adatto alla specifica utilizzazione nel settore del pagamento dei ticket.

Livelli essenziali di assistenza
Secondo i tecnici regionali, che sottolineano come la bozza di nuovi Lea concordata in sede tecnica con il Governo nel giugno 2009 non sia mai arrivata all’esame della Stato Regioni, la necessità di discutere dei LEA trova, in questo particolare momento, importanti ragioni. E’ inevitabile supporre, infatti, che un finanziamento insufficiente possa determinare una minore erogazione delle prestazioni garantite dai LEA stessi o, per converso, una loro minore qualità. Il mantenimento degli attuali standard qualitativi e quantitativi pone pertanto la necessità di evitare il rischio che porti altre Regioni, a fronte di un finanziamento insufficiente, ad aggiungersi a quelle che attualmente sono in Piano di rientro. Si verrebbe a configurare uno scenario caratterizzato, nell’ipotesi che ciò avvenga per la maggioranza delle Regioni,  da un autentico “stato di default” dell’intero Servizio Sanitario Nazionale.
Per tale ragione, sottolineano i tecnici regionali, è anche necessario affrontare il problema dei Piani di rientro definendo, specificatamente e realisticamente, le opportune deroghe da apportare alla percentuali di sfondamento del bilancio regionale. 
 
Cesare Fassari e Eva Antoniotti
 

25 gennaio 2012
© Riproduzione riservata

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