Il Lazio “riacquista” 16 ospedali ceduti all’epoca della giunta Storace. Zingaretti “Cancelliamo una delle follie del passato”
L’operazione di vendita e riaffitto di 56 strutture pubbliche era nata nel 2002 per iniziativa dell'allora presidente Storace. A marzo 2017 erano 49 le strutture per cui la Regione pagava canoni d’affitto (previsto fino al 2033) al fine di riscattarle. Oggi l’annuncio dell’acquisto di 16 di esse, “liberando così risorse da destinare a nuovi servizi, a migliorare le strutture e il livello delle cure”. ECCO QUALI SONO LE STRUTTURE CHE TORNANO ALLA REGIONE
13 DIC - “Oggi tagliamo un altro traguardo storico e ci lasciamo alle spalle un altro pezzo di Regione canaglia”. Così il presidente della Regione Lazio,
Nicola Zingaretti, annuncia l’acquisto di 16 delle 49 strutture ancora coinvolte nell’operazione San.Im, nata nel 2002 per iniziativa dell’allora presidente
Francesco Storace (leggi in proposito il nostro servizio sulla vicenda del 7 marzo 2017)
Quindici anni fa, per coprire i disavanzi pregressi delle Asl, l’allora giunta della Regione Lazio pensò infatti di costiture una società San.Im e vendere 56 strutture del patrimonio sanitario del Lazio per coprire i disavanzi delle gestioni sanitarie pregresse, portando a consistenti squilibri nella gestione patrimoniale delle Aziende.
Nel 2002. San.Im. concede gli ospedali in locazione alle Asl Fissato per il 2033 il riscatto delle strutture in leasing. La Regione Lazio corrisponde il canone di locazione a San.im, che cede i crediti relativi all’affitto a una società di cartolarizzazione (Cartesio S.r.l.). Lo scorso marzo erano ancora 49 le strutture per cui la Regione pagava canoni di affitto.
Oggi, 16 di quei 49 ospedali pubblici che erano stati venduti e per cui si pagava l’affitto tornano di proprietà delle Asl. “Cancelliamo una delle tante follie che abbiamo trovato in questi anni”, afferma Zingaretti dal proprio blog. “Un nuovo pezzo di sanità che rimettiamo a posto, liberando risorse da destinare a nuovi servizi, a migliorare le strutture e il livello delle cure. Non è con i regali che il Lazio esce dal commissariamento, ma con un’azione ostinata, coerente ed efficace di risanamento che tocca tutti i settori del sistema della salute: dalla ristrutturazione del debito, al personale, fino al potenziamento sulle strutture sanitarie”.
“Possiamo immaginare – così dal blog del governatore viene illustrata la questione - dei genitori (la Regione) con un figlio (le aziende sanitarie) che lavora, ma che a causa di uno stile di vita pieno di eccessi accumula tanti debiti e non riesce a onorarli col proprio stipendio. Per aiutarlo, i genitori ricomprano la casa al figlio, concedendola contestualmente in affitto allo stesso figlio per 30 anni. Ma poiché non hanno soldi per acquistare la casa, chiedono un prestito trentennale a un parente, che viene concesso a uno sfavorevole tasso del 6%. Intanto, il figlio (la sanità regionale) continua a sperperare”.
Il tentativo di smontare San.Im era stato già fatto nel 2008, ma senza successo, “perché allora la Regione non aveva le credenziali. Ora noi siamo un’amministrazione affidabile, come ha scritto recentemente anche l’agenzia di rating Moody’s”, evidenzia la nota del presidente.
Come la Regione ha riacquistato i titoli:
• Il riacquisto viene effettuato attraverso un Bond Regione Lazio, con scadenza 2043 e valore nominale pari a 469 milioni di euro
• Hanno aderito alla procedura di collocamento investitori europei, operanti in Italia, Spagna, Belgio e Uk.
• Un successo straordinario: da Regione canaglia e difficilmente bancabile dai principali operatori finanziari è oggi una Regione credibile e affidabile che può operare con successo sui mercati finanziari internazionali
Il tasso di interesse passa dal 5,7% al 3%. “Questi sono i risparmi prodotti dall’operazione solo su questi primi 16 ospedali riacquistati, che possiamo ora investire in servizi per la salute: 27 milioni di euro nel 2018; 23 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2019-2023. Benefici a carico del bilancio regionale fino al 2033.
In totale i benefici dell’operazione finanziaria, solo su questi primi 16 ospedali, è di 184 milioni di euro fino al 2033. Rimettiamo nelle mani e nella piena disponibilità della sanità pubblica strutture per un valore patrimoniale superiore a 600 milioni di euro”.
LE STRUTTURE CHE TORNANO ALLA REGIONE CON 15 ANNI DI ANTICIPO:
• L’Istituto Superiore Odontoiatria “George Eastman” di Roma
• L’ospedale “Sandro Pertini” di Roma
• Il Poliambulatorio Via Bresadola di Roma
• Il “C.T.O.” di Roma
• Azienda Ospedaliera “Sant’Eugenio” di Roma
• Il Santa Caterina della Rosa di Roma
• Il presidio “Sant’Agostino” Roma
• Il presidio sanitario “Via San Zaccaria Papa” Roma
• Presidio Sanitario “Lungotevere della Vittoria” Roma
• L’ospedale “A. Angelucci” di Subiaco
• L’Ospedale “Vittorio Emanuele” – Valmontone
• L’Ospedale “San Giuseppe” – Marino
• Il presidio Ospedaliero “Pasquale Del Prete” di Pontecorvo
• L’Ospedale di Acquapendente
• Il “Belcolle di Viterbo”
• Il nuovo “Regina Margherita” Roma
13 dicembre 2017
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